Dopo Alexa, dopo Google Assistant, dopo Siri, sta arrivando anche l’assistente vocale di Spotify: rispondendo al richiamo di ‘Hey Spotify’, ascolterà le richieste degli utenti, andando a cercare nella sterminata libreria musicale (e non solo, basti pensare ai podcast che si vanno accumulando online) i pezzi audio di volta in volta più adatti a soddisfare la richiesta.
Per ora l’assistente è disponibile solo a un gruppo ristretto e selezionato di utenti negli USA, ma presto dovrebbe essere ampliato e allargarsi a tutto il mondo, nel corso dei prossimi mesi. L’app è già disponibile per entrambi i sistemi operativi mobili, iOS e Android, rispetto alla scelta di privilegiarne uno solo fatta da altre app recenti, quali ad esempio Clubhouse.
Ma come sta accedendo sempre più spesso con gli assistenti vocali, non sono mancati, già a questo stadio iniziale, quasi un beta, le preoccupazioni relative alla privacy e alla gestione dei dati, per cui Spotify ha voluto tentare di fare un po’ di chiarezza sul tema, sottolineando alcuni punti chiave.
Il primo è che il servizio è assolutamente facoltativo: gli utenti sono liberi di attivarlo e disattivarlo in qualsiasi momento dalle impostazioni dell’app, in ‘Interazioni Vocali’, oppure consentendo o meno l’accesso al microfono e alla registrazione.
Altro punto fondamentale riguarda il fatto che l’assistente non registra tutto ciò che dice l’utente ma inizia ad ‘ascoltare’ solo dopo che è stata pronunciata la parola di risveglio predefinita o è stati cliccato l’apposito tasto. La cattura della voce termina non appena viene terminato di eseguire il comando. L’app ascolta costantemente solo ‘frammenti di pochi secondi’ che vengono immediatamente cancellati se non viene rilevata la parola di risveglio. Durante la fase di ascolto, inoltre, sarà sempre visibile un segnale audiovisivo.
Spotify ha anche messo a disposizione degli utenti una pagina con delle FAQ relative all’utilizzo dei dati del servizio Voice, che evidenzia ‘che vengono usati per migliorare la funzionalità vocale, per sviluppare nuove funzionalità vocali e per aiutarci a fornirti pubblicità più rilevante per te. Inoltre, vengono condivise informazioni, di volta in volta, con i nostri fornitori di servizi, come i fornitori di storage cloud, per aiutare a fornire funzionalità vocali per Spotify’. Sostanzialmente quindi le stesse funzioni che vengono imputate ai fratelli maggiori, solo parzialmente alleggerite dalla funzionalità di attivazione ‘spot’, mentre la conservazione dei dati è ancora da definire esattamente: non si sa dopo quanto tempi la registrazione venga cancellata.
L’assistente vocale in-app di Spotify non sembra comunque fare molto di più di Siri e di Google Assistant, che hanno a disposizione entrambi funzionalità che attraversano orizzontalmente tutte le app presenti sul terminale, mentre Spotify Voice è attiva solo su un’ambito molto più ristretto. Tuttavia, potrebbe aprire la strada al controllo vocale in ‘Car Thing’ di Spotify, un dispositivo per i veicoli di cui si è parlato a lungo, e che dovrebbe competere con CarPlay, Android Auto ed Echo Auto.
Recenti fughe di notizie hanno suggerito che Spotify stia ancora lavorando su ‘Car Thing’, ma solo il tempo dirà se arriverà effettivamente sul mercato.