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Anche la Lombardia ha la App pronta: allertaLOM. Mentre a Roma gli esperti del Ministero devono valutare come usare i dati contro il virus

Da Roma è finalmente arrivato l’elenco dei 74 esperti, scelti dal Ministro per l’Innovazione, che dovranno valutare come usare i dati per combattere l’epidemia Covid-19, partendo anche dalle oltre 300 proposte raccolte con la call di settimana scorsa.

Ma intanto si muovo anche le regioni, a partire dalla Lombardia (che però non è l’unica, anche il Lazio e la Sicilia hanno la propria applicazione), la più segnata del Covid-19, che ha aggiornato l’applicazione allertaLOM, sviluppata dalla holding regionale Aria Spa, per raccogliere informazioni sul grado di contagio della popolazione. L’App, realizzata in collaborazione con l’infettivologo Raffaele Bruno e il virologo Fausto Baldanti del Policlinico San Matteo e dell’Università di Pavia, dopo l’installazione (è disponibile sugli store di Android e di iOs) propone un questionario su caratteristiche (età, condizione medica, ecc.), abitudini durante il lockdown (tragitto per andare in ufficio o smart working?), eventuali sintomi (perdita di gusto e/o olfatto, ecc.), realizzando così una sorta di triage a distanza.

La App fa capo alla Protezione civile regionale, mentre i dati vengono raccolti in forma anonima: la posizione dell’utente è dedotta dal codice di avviamento postale e in nessun modo le risposte vengono collegate ai dati personali o al numero di telefono. Nulla di paragonabile a quanto messo in atto in Cina, Corea del Sud o Singapore. I cittadini non ricevono alcuna indicazione né risposta in base alle informazioni che hanno inserito, ma contribuiscono a fare chiarezza sulla diffusione del Covid-19.

Per arrivare all’auspicato milione di download, la Regione fa appello al senso di responsabilità dei lombardi: iscriversi per dare informazioni importanti sull’evolversi dei contagi. In una seconda fase non è esclusa l’attivazione del tracciamento, seguendo i movimenti di un positivo e avvisando chi lo avesse incrociato. Tracciamento che, secondo una ricerca dell’Università di Oxford pubblicata ieri su Science, potrebbe essere determinante nella fase di allentamento del lockdown, ma che si scontra con le prevedibili resistenze in tema di privacy.