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Ai Pin di Humane: una spilla con l’AI che ci libererà dagli onnipresenti display o un flop da 240 milioni di dollari?

di Massimo Bolchi

Humane ha in questo fine settimana lanciato il suo Ai Pin, che ha raccolto 240 milioni di dollari di finanziamenti da parte di personaggi quali Marc Benioff, CEO di Salesforce, e Sam Altman, CEO di OpenAI. Il dispositivo, attaccato al bavero della giacca con una calamita, funziona come personal assistant, ascoltando le richieste dell’utente e svolgendo compiti come la ricerca su Internet, la traduzione vocale e la proiezione di un’interfaccia sulla mano dell’utente. Il prodotto è stato presentato dopo cinque anni di sviluppo segreto in un TED speech dall’exApple Imran Chaudhrie, co-founder e chirman di hu.ma.ne, e successivamente è stato mostrato, indossato da Naomi Campbell, durante la sfilata di Coperni alla Fashion Week di Parigi. Nonostante una dimostrazione programmata e l’interesse dei media, i test pratici sono stati rimandati a dopo il lancio, lasciando le capacità pratiche del dispositivo aperte alle speculazioni.

L’Ai Pin di Humane, al prezzo di 699 dollari con un abbonamento mensile di 24 dollari, è un dispositivo indossabile che assomiglia a un piccolo smartphone prino di schermo. È dotato di un’interfaccia di proiezione sulla mano dell’utente unica nel suo genere, che sulla mano dell’utente. Tuttavia, la leggibilità del proiettore Laser Ink Display è giudicata quasi illeggibile da chi l’ha testata in anteprima, sia relativamente ai testi sia per le immagini. L’interazione principale avviene attraverso un’interfaccia AI vocale, collegata a ChatGPT. Nonostante sia un pioniere del settore, Humane deve affrontare la concorrenza di altri assistenti AI come Tab di Avi Schiffmann e Rewind Pendant di Dan Siroker: ovviamente il successo nel mercato emergente dell’hardware AI dipende dall’usabilità e dal design essenziale, piuttosto che dall’essere il primo o il più finanziato.

Un dubbio emerge: 240 milioni di dollari investiti male?

La promessa principale di Humane è quella di rivoluzionare l’esperienza dell’utente eliminando la necessità di schermi. Il dispositivo, ispirato al concetto di ‘ubiquitous computing‘ introdotto dalla leggenda dell’UX Mark Weiser, mira a risolvere la dipendenza da display che sta investendo l’intera società. Nonostante gli annunci,i pochi che hanno provato l’Ai Pin esprimono una certa delusione dopo una dimostrazione delle capacità di attivazione vocale, che includono compiti comuni come controllare il meteo, riprodurre musica e fornire informazioni storiche. Il potenziale del dispositivo, insomma, rimanebbe poco chiaro e gli accessori disponibili, quali un battery pack, potrebbero mettere in ombra le sfide fondamentali del suo design: le piccole dimensione e la portabilità.

L’Humane AI Pin, che si fa forte della la sua fotocamera da 13 MP, ha sollevato anche preoccupazioni che ricordano i Google Glass, un esempio infausto, per quanto riguarda problemi di privacy. Nonostante la ‘Trust light’ (luce di fiducia) che segnala quando è attiva la registrazione, lo scetticismo rimane: non parliamo neppure di quello che accadrebbe in Europa con il prossimo AI Act. La fotocamera consente di registrare a mani libere e di riconosce gli oggetti grazie all’AI, ma la demo esaminata suggerisce una potenziale semplificazione eccessiva e una carenza di conferme esplicite.

L’inesistenza di un ecosistema di app implica comunque che tutti i dati debbano andare da qualche parte, per cui esiste un portale web chiamato ‘.Center’ – il primo carattere di questo nome è un punto – che ospiterà quelle che sembrano foto, note, cronologia e dati dell’assistente vocale.

Ma la domanda alla base di Ai Pin rimane: perché non ha preso la forma di uno smartwatch, che sarebbe anche una bella via di mezzo tra l’offline e la dipendenza da video che l’esplposionedi TikTok fa intravedere, con il suo continuo scorrimento; inoltre, non avrebbe tutti i problemi di privacy della fotocamera.

Tirando le somme, la mancanza di uno schermo vero e proprio e di app dedicate sembra estremamente limitante. E soprattutto l’assenza di un app store sembra una condanna a morte. Al momento, infatti, non è assolutamente chiaro con quali servizi possa interagire l’Ai Pin di Humane, e sembra che l’elenco sia lungo solo cinque voci. Decisamente poche rispetto alle potenzialità premesse. Comunque, negli USA i preordini inizieranno il 16 novembre. La parola ora tocca al mercato.