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Ai Digital Coffee di Jakala si parla di come – e perché – trasformare in breve tempo le aziende in vere data-driven company, grazie all’intelligenza artificiale

Digital Coffee Jakala
di Massimo Bolchi

Si è tenuto a Milano il primo dei ‘Digital Coffee’ di Jakala, una serie di incontri dedicati alle opportunità dell’Intelligenza Artificiale nei moderni contesti aziendali. Organizzato da Marco Di Dio Roccazzella, Shareholder e General Manager di Jakala e moderato da Andrea Cabrini, Direttore di Class CNBC, questo appuntamento ha visto la partecipazione di un nutrito panel, che ha compreso Antonio Bencini, Country Data Officer di Generali Italia; Simone Dominici, CEO di Kiko; Massimo Ferro, CFO & Corporate Strategy di Nestlé; Alessandra Gritti, Co-fondatrice e CEO di T.I.P. – Tamburi Investment Partners; Luca Pronzati, Chief Digital Technology Officer di MSC Cruises; e Stefania Saviolo, Docente di Management di SDA Bocconi; che si sono confrontati, in un contesto informale, sulle potenzialità trasformative dell’AI con l’obiettivo di esplorare le best practice, le esperienze e le visioni future sull’uso di questa tecnologia, per affrontare le sfide contemporanee e creare nuove opportunità di crescita.

L’implementazione dell’AI consente alle organizzazioni di migliorare l’efficienza operativa, ottimizzare le decisioni strategiche e personalizzare la customer experience, in sostanza, di guidare il cambiamento. Una tecnologia talmente importante per l’impatto che ha sul mercato globale, che Jakala le ha dedicato, all’interno della sede-headquarter di Milano, un Centro d’Eccellenza internazionale con una squadra di mille professionisti impegnati nel suo sviluppo.

Attraverso i suoi Digital Coffee, Jakala intende sfruttare la sua expertise per offrire uno spazio dove i leader aziendali possano condividere esperienze e visioni future sull’utilizzo dell’AI, per affrontare le sfide contemporanee e creare nuove opportunità di crescita.

Tra i temi affrontati nella giornata inaugurale l’uso dell’AI – e soprattutto della intelligenza artificiale generativa -nella definizione del pricing, nella customer experience globale, i rischi intrinseci all’AI e problemi legati al reperimento della risorse più adatte, oltre all’omnipresente tema della privacy, reso ancora più acuto in Europa dall’ultimo AI Act, oltre che del sempre presente GDPR.

Marco Di Dio Roccazzella ha sottolineato come questi incontri testimonino l’impegno del gruppo nel promuovere una cultura dell’innovazione e nell’aiutare le aziende a navigare le complessità del mondo digitale. L’approccio data-driven è il cuore pulsante di Jakala fin dalla sua nascita, che negli anni, attraverso partnership con i principali attori nel campo dei dati e dell’analisi – Google, AWS, Microsoft, Oracle – e l’acquisizione di società che già lavoravano sull’open AI generativa, è cresciuta, riunendo in azienda i migliori professionisti tra Data Engineers, Data Experts, Insight Specialists, Data Scientists, linguisti e ingegneri esperti di Cloud.

Nel pricing sono stati portati esempi pratici di successo.

Kiko ha utilizzato i dati per accelerare la trasformazione da brand italiano a retailer globale, con l’utilizzo dell’AI per testare l’elasticità al prezzo di una serie di prodotti, di concerto con il CRM aziendale. Risultato: un guadagno di 450 punti marginalità, l’80% dei quali ottenuti nei primi 18 mesi di sperimentazione, spalmati sui 4 anni di crescita continua.

MSC Crociere, invece, ha raccontata la propria esperienza di operatore B2B2C, investito dallo Tsunami del covid e uscito dalla pandemia con la necessità di rivedere tutte le proprie funzioni Sales & Marketing sia perché era emersa la necessità di ingaggiare direttamente il consumatore finale, si perché era drasticamente cambiato l’equilibrio globale di questi ultimi, che si erano fatti più digital e più smart, oltre che desiderosi di un contatto diretto con l’azienda.

Concetto ripreso da Stefania Saviolo, che ha evidenziato come il cliente di oggi viva in un mondo nuovo rispetto a qualche anno fa e chieda di essere ascoltato nella sua diversità e nei suoi bisogni. Ha bisogno di semplificazione, ispirazione e di co-creare con il brand la sua esperienza. Da qui deriva il concetto di ‘Signature Experience’, un modello che origina dal purpose: perché un brand esiste? Quali sono i suoi valori? Con particolare attenzione da porre alle nuove tecnologie come la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale.

Ha chiuso Antonio Bencini ricordando che i problemi di applicazione dell’AI sono anche di natura filosofica. Ecco perché è stato introdotto il concetto di Data Culture in un gruppo come Generali: le assicurazioni vivono di dati, e da questa posizione ‘privilegiata’ è iniziata la trasformazione a diventare data-driven company, introducendo tecnologie come l’Intelligenza Artificiale e il Machine Learning per affrontare le sfide della modernità e diffondendo, al contempo, la cultura del dato all’interno dell’azienda, per dar vita a un vero motore di cambiamento interno, contribuendo a far evolvere l’intera organizzazione.