Quasi un anno dopo che Mark Zuckerberg ha ribattezzato Facebook come Meta Platforms Inc., scommettendo sul metaverso, i documenti interni dell’azienda mostrano che questa transizione è alle prese con una tecnologia difettosa, utenti disinteressati e una mancanza di chiarezza su ciò che serve davvero per avere successo. Ricordate il ‘Nessuno’ di Ulisse nell’Odissea omerica? Oggi non si trova più nella grotta del Ciclope, ma abita il Web 3.0.
Sebbene Zuckerberg abbia già dichiarato che “la transizione verso un’esperienza online più coinvolgente richiederà anni“, il metaverso di punta dell’azienda per i consumatori, Horizon Worlds, non sta rispettando le aspettative di performance interne. Meta aveva inizialmente fissato l’obiettivo di 500.000 utenti attivi mensili entro la fine di quest’anno, ma nelle ultime settimane ha rivisto questa cifra a 280.000. I documenti mostrano invece che il numero attuale è inferiore a 200.000.
“La maggior parte dei visitatori di Horizon in genere non torna sull’applicazione dopo il primo mese”, scrive in un articolo il New York Times, “e la base di utenti è diminuita costantemente dalla primavera scorsa, secondo documenti interni di Meta”. E questo nonostante l’acquisto del visore, indispensabile per entrare in Horizon Wold, comporti un esborso di 399 dollari all’ultimo prezzo corrente – già ribassato, peraltro – che viene così messo in un angolo a prendere polvere.
D’accordo, è una logica obiezione, ma Meta non è l’unico ‘produttore’ di metaversi, ce ne sono molti altri, da Microsoft, che ha recentemente firmato un accordo con Meta (il che non è buon segnale per il mercato) ai videogame, come Roblox, a universi come Decentraland.
Anche qui diventa necessario dare un’occhiata ai dati disponibili. Sebbene non esistano ancora statistiche che mostrino l’esatto numero di utenti nel 2022, gli analisti ‘prevedono’ che una persona su quattro utilizzerà il metaverso per almeno un’ora al giorno entro il 2026. Ma per il momento la realtà è necessariamente molto più scarna: solo 50.000 utenti negli USA sono presenti abbastanza regolarmente nel Web 3.0 (noto anche come World Wide Web decentralizzato).
Le altre voci di questa lista, pubblicata da EarthWeb il 10 ottobre scorso, sono molto più consistenti, ma a stento questi numeri potrebbero essere considerati utenti del metaverso: si va dai 412.578 utenti di NFT ai 220 milioni di acquirenti di criptovalute, fino ai 250 milioni di praticanti qualche forma di eSport.
‘Un mondo vuoto è un mondo triste’, si legge ancora sul sul NYT citando un documento che riassume gli sforzi di meta per indirizzare gli utenti verso luoghi in cui incontrare altre persone. E, secondo le statistiche interne, solo il 9% dei mondi costruiti dai creator viene visitato da almeno 50 persone. La maggior parte non viene mai visitata.
Un portavoce di Meta, l’azienda capofila per ora nello sviluppo del metaverso, che sta investendo oltre 10 miliardi di dollari in questo ambito, ha dichiarato che l’impegno dell’azienda nel metaverso è sempre stato inteso come un progetto pluriennale e che sta apportando miglioramenti, tra cui molti volti a garantire la sicurezza degli utenti. Ha sottolineato come sia facile essere cinici e ironici sul metaverso, ma che l’azienda continua a essere convinta che rappresenti il futuro dell’IT.
Nella settimana scorsa, infatti, in occasione di Meta Connect 2022, Zuckerberg ha presentato un nuovo visore per la realtà virtuale chiamato Quest Pro, che mira a facilitare il lavoro di architetti, ingegneri e designer nel metaverso. Con un prezzo di 1.499 dollari, non si rivolge ai consumatori medi, ma secono il fondatore definirà un nuovo standard per la tecnologia del metaverso. Ha anche promesso che gli avatar in Horizon avranno presto le gambe.
L’annuncio dell’azienda di volersi concentrare sul metaverso aveva dato il via a una corsa da parte delle imprese, competitor e no, a gestire il nuovo formato del web. Le aziende hanno assunto ‘chief metaverse officer’. I real estate agent hanno venduto immobili nel metaverso. I marchi di lusso Balenciaga e Prada si sono uniti a Meta per promuovere abiti digitali e persino produttori di liquori come Absolut Vodka hanno aperto bar e distillerie nel metaverso.
Però Dare Obasanjo, lead product manager di Horizon e della piattaforma Metaverse, si è lamentato, secondo un rumor raccolto da The Verge, che gli stessi dipendenti di Facebook non usino il metaverso: “La semplice verità è che se non lo amiamo noi, come possiamo aspettarci che lo amino i nostri utenti?”, avrebbe sbottato.
Ma il punto non è tanto relativo a Meta, che è solo la punta dell’iceberg, ma al metaverso in generale: le lamentele dei primi utilizzatori e dei tester sono sempre più frequenti, gli utenti hanno difficoltà ad adattarsi alla tecnologia e gli altri utenti si comportano ‘male’. Ma l’assenza di abitanti non è certo limitata ad Horizon: secondo un report di DappRadar, azienda che si occupa di analisi nel mondo crypto, prodotti come Decentraland e The Sandbox, metaversi tra i più noti, hanno meno di mille utenti al mese: il primo, una piattaforma basata sulla blockchain Ethereum, avrebbe avuto meno di 38 utenti in un giorno; il secondo, poco più di cinquecento. Entrambi hanno quotazioni superiori al miliardo di dollari.
In paragone, la vecchia Second Life, fondata nel 2003 dai Linden Lab, con la sua valuta – i LindenDollar – e le decine di migliaia di sopravvissuti utenti nostalgici, è ancora un grande successo. Certamente gli analisti prevedono che almeno il 25% di tutti gli abitanti del mondo utilizzerà il metaverso entro quattro anni, e genererà miliardi di dollari di revenue. E la cosa è ripetuta come un mantra dalla grande maggioranza delle testate, specializzate o meno.
Ma per ora, di tutta questa popolazione potenziale, non se ne vede traccia.