Healthcare

Coronavirus, lo studio di Cigna Europe rivela gli effetti ‘positivi’ del lockdown. L’Europa assiste ad un miglioramento dell’equilibrio tra lavoro e vita privata, mentre in Asia aumenta la flessibilità sul lavoro

Una nuova ricerca condotta da Cigna Europe, società attiva nel settore delle assicurazioni sanitarie, rivela gli effetti del lockdown imposto in risposta al Covid-19 sul lavoro e sulla vita sociale e come questi differiscono da un paese all’altro, approfondendo anche il grado di soddisfazione generale lavorativa, i rapporti professionali e lo stress legato al lavoro.

Nonostante le sfide che la pandemia Covid-19 ha fatto insorgere negli ultimi mesi, il 90% dei lavoratori britannici afferma di mantenere buoni rapporti con i propri colleghi, rispetto all’86% di gennaio, mentre il 66% dei lavoratori spagnoli dichiara di mantenere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata, rispetto al 62% di gennaio.

In generale, le persone intervistate hanno dichiarato che lo smartworking ha migliorato la loro vita lavorativa, nonostante un numero rilevante di individui affermi di lavorare oltre l’orario prestabilito – il 59% nel Regno Unito, rispetto al 48% di gennaio, ad esempio – e un numero maggiore di persone dichiara di essere incerto o addirittura scettico sulla loro stabilità lavorativa – il 40% in Spagna, rispetto al 36% di gennaio. In Cina, il 75% degli intervistati registra una maggiore flessibilità nelle giornate lavorative attribuita alle misure di telelavoro, in Spagna lo stesso numero sale all’80% e in Thailandia al 90%. Inoltre, la ricerca evidenzia che durante la crisi i lavoratori in tutto il mondo sentono di essersi avvicinati maggiormente ai propri colleghi. Il 64% degli intervistati concorda sul fatto che il lavoro da casa e l’utilizzo di tecnologie per comunicare abbia snellito i rapporti con i colleghi, rispetto al 9% delle persone che affermano il contrario.

Nonostante ciò, lo studio conferma che lo stress rimane un problema di salute a livello mondiale, con livelli di stress complessivamente elevati, nonostante l’indagine rilevi un lieve calo proprio in questo periodo. L’82% degli intervistati dichiara di essere sotto stress, percentuale diminuita di 5 punti rispetto all’inizio dell’anno. Gli inglesi e gli spagnoli riferiscono di essere notevolmente meno stressati rispetto all’inizio dell’anno, quando si dichiaravano stressati il 78% dei primi e il 77% dei secondi passando rispettivamente al 68% e 64% nel contesto attuale. Lo studio conferma inoltre che le cause dello stress variano notevolmente per natura e prevalenza, spaziando dalle finanze personali e dagli sviluppi del proprio lavoro, alla salute e alle relazioni.

Da quando è iniziato il lockdown, la domanda di assistenza sanitaria virtuale è cresciuta rapidamente in tutto il mondo. Solo nel Regno Unito, più della metà degli intervistati (52%) afferma di prediligere appuntamenti sanitari virtuali piuttosto che quelli di persona, mentre il 43% preferisce avvalersi della sanità virtuale al posto del supporto sanitario generale, come gli appuntamenti dal medico di base. In Cina, Hong Kong e Thailandia la preferenza per soluzioni sanitarie virtuali al posto di appuntamenti di persona supera il 60%.