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No Ghiacciai = No Casa, gli esperti di scienze ambientali di Meter collaborano con il gruppo di comunicazione internazionale Serviceplan e lo studio di design Moby Digg per la protesta digitale Meltdown Flags, con lo scopo di evidenziare i cambiamenti climatici e il rinvio della 26ma Conferenza delle Parti alla Convenzione delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (COP26)

Dopo quasi un anno di proteste, iniziate nel dicembre 2019 quando le bandiere Meltdown Flags, cucite a mano ,sono state portate per le strade di Madrid durante la conferenza sui cambiamenti climatici COP25, e proseguite con una missione educativa ancora in corso e un’esibizione delle bandiere nel museo alpino del leggendario alpinista italiano Reinhold Messner, ‘Meltdown Flags’ metterà in scena una protesta digitale durante la COP26 che avrebbe dovuto esserci tra il 9 e il 19 novembre 2020 ed è invece stata cancellata.

La COP26 doveva aprire i lavori a Glasgow questa settimana ed è stata invece rinviata a novembre 2021 a causa della pandemia Covid-19. Questa nuova data potrebbe arrivare in ritardo per i ghiacciai del pianeta, riferisce una nota, poiché gli scienziati hanno riferito che la calotta glaciale della Groenlandia ha superato il ‘punto di non ritorno’. Pertanto la missione di ‘Meltdown Flags’ è di riportare sul tavolo l’urgente argomento dello scioglimento dei ghiacciai in questi preoccupanti tempi di pandemia e disordini politici, sotto forma di una protesta digitale tra il 9 e il 19 novembre, le date originali della rinviata COP26.

L’iniziativa sul clima Meltdown Flags combina dati e design per mostrare le gravi conseguenze dell’estinzione dei ghiacciai. Le bandiere sono viste come simboli della più alta rappresentanza nazionale e valore emotivo, soprattutto tra i politici. Con Meltdown Flags gli effetti del riscaldamento globale e il conseguente ritiro dei ghiacciai sono visualizzati nelle bandiere riducendo, secondo i dati storici e le proiezioni, la proporzione del bianco nelle bandiere nazionali dei paesi con ghiacciai.

I dati utilizzati nel progetto Meltdown Flags sono stati ottenuti da database e modelli di proiezione da Meter, Unesco, Nasa e le università di Zurigo e Innsbruck, tra gli altri. Le date chiave sono gli anni 1995, 2020 e 2050che si riferiscono all’anno della prima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Berlino, allo stato attuale e all’ obiettivo fissato dall’accordo di Parigi per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C.

Meltdown Flags è stato lanciato nel dicembre 2019 durante la COP25 del 2019 a Madrid e le bandiere Meltdown Flags cucite a mano sono attualmente esposte nel museo alpino dell’alpinista italiano Reinhold Messner a Bolzano, fino al 2021.

Meltdown Flags è un’iniziativa degli esperti di scienze ambientali di Meter, insieme a Serviceplan e allo studio di design Moby Digg. Meltdown Flags è stato reso possibile grazie a una collaborazione continua tra Serviceplan Group, Moby Digg, Standardabweichung e Hyperinteractive.

Le Meltdown Flags mostrano lo stato passato, attuale e futuro dello scioglimento.

La visualizzazione dei dati avviene sia nello spazio fisico che virtuale: sul sito della campagna tutte le bandiere e dati possono essere esplorati in modo interattivo. I visitatori possono supportare la causa in vari modi, dalla compensazione di Co2 alla creazione di immagini utilizzando la tipografia personalizzata. Il filtro in realtà aumentata agisce come connessione crossmediale trasformando le bandiere fisiche in visualizzazioni di dati mobili interattive, una tecnica utilizzata per educare sui cambiamenti climatici a scuola, ad esempio in India.

L’obiettivo dell’iniziativa è educare sull’importanza dei ghiacciai, fornire soluzioni per ridurre le emissioni e fare pressione sui politici per far fronte alla crisi climatica.

Reinhold Messner

GRUPPO SERVICEPLAN ITALIA