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Women in Commmunication Direction Martina Cuman, Commercial & Communication Director DISKO: credo fermamente nel riconoscimento del merito. Al di là del sesso, il problema è non avere piani di carriera definiti. Il valore emerge dove c’è trasparenza. Un grazie speciale a Davy Tessier, Founder DISKO. Ha creduto in me, da giovanissima

Perché le donne ai vertici sono in minoranza, in Italia e nel mondo?

“Probabilmente si tratta di acquisire più sicurezza, di crederci di più per raggiungere le nostre ambizioni.  Al di là del general gap, ed è indubbio che ci sia in ogni settore (forse leggermente meno nella nostra industry), è solo grazie all’intelligenza e alla conoscenza che è possibile essere riconosciuti ed emergere realmente per le proprie capacità e competenze. Credo fermamente nel riconoscimento del merito”.

Però questa è una industry ricca di donne, cosa manca per permettere loro di fare carriera, cosa vorresti cambiasse?  

“E’ vero, è una industry dove le donne iniziano ad avere una presenza marcata: all’inizio di DISKO avevamo un team principalmente femminile (giuro non è stato volontario) e la richiesta pian piano palesata è stata ‘quando avremo un uomo in agenzia?’Poi sono arrivati!

Credo fermamente che sia necessario definire un piano di crescita e quindi di carriera chiaro sin dall’inizio di un percorso lavorativo (a volte non presente al di là del genere), che possa accogliere le esigenze e le ambizioni di ognuno. Insieme a chiarezza e trasparenza ciò che è necessario è un cambio di marcia a livello culturale. È difficile ma ci stiamo riuscendo dimostrando quotidianamente la nostra determinazione e il nostro coraggio”.

Nella tua storia personale, qual è la difficoltà maggiore che hai trovato e a chi o a cosa dai invece il merito per avercela fatta?

“Ho iniziato la mia avventura in DISKO appena laureata, grande sfida e grande opportunità quella di startuppare il mercato italiano per una realtà affermata e in continua crescita sul mercato francese. La fiducia che mi ha riconosciuto Davy Tessier, founder di DISKO, è stata totale e non smetterò mai di ringraziarlo per l’opportunità che mi ha dato. Non si tratta solo di opportunità ma anche del ruolo che ho ricoperto in età così giovane e con tante prime volte da affrontare, evidentemente senza aver mai fatto impresa e qui l’occasione di essere imprenditrice con l’investimento di una realtà strutturata alle spalle. Ce ne sono state tante di difficoltà, forse meglio chiamarle sfide: il cercare di acquisire credibilità nonostante l’età, il gestire un team che pian piano è cresciuto e composto da persone anagraficamente più grandi di me, il conquistare clienti con grande entusiasmo in un mercato così competitivo. Queste sono alcune delle tante. Sorriso, entusiasmo e determinazione sono state, e continuano ad essere per me, le costanti vincenti”.

Il progetto di cui sei più orgogliosa e quello che ti piacerebbe aver firmato?

“Il progetto che ricordo con più affetto è certamente il primo fatto insieme al team di Dodo. Si trattava della riprogettazione del sito di brand e dell’e-commerce. È stato un progetto importante che ha rafforzato l’unione del team italiano e francese (con il quale lavoravo molto). La relazione con il cliente è cresciuta così tanto da darci l’opportunità di occuparci della strategia digitale con l’obiettivo di far crescere Dodo a livello internazionale. Il progetto che avrei voluto conquistare e ideare è quello di Diesel ‘Go with the fake’, che ritengo un’iniziativa coraggiosa e innovativa per il modo in cui è stata trattata la tematica della contraffazione”.

Prossime sfide?

“La sfida principale per me, e per DISKO in generale, è quella di consolidare la nostra dimensione come team, rafforzando ulteriormente la presenza a livello locale considerata la giovane età sul mercato italiano. A livello personale invece sento l’esigenza di avere nuovi stimoli che un MBA potrebbe offrirmi, tornando più entusiasta, determinata e sicura di prima. Un’ultima cosa (per il momento) a cui tengo particolarmente è il legame che ho instaurato con la mia università, la IULM. Spero vivamente nell’aumento dei momenti di condivisione, di contaminazione e di contatto con giovani talenti”.

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