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‘Vita da Carlo’ finisce, ma Verdone resta: l’ultima stagione e il ritorno al cinema con ‘Scuola di seduzione’

L'attore e regista presenta alla Festa del Cinema di Roma la stagione finale di 'Vita da Carlo', in arrivo su Paramount+ dal 28 novembre. Un racconto sincero e ironico sul valore del cinema, dei giovani e dei nuovi inizi

“Con quello che hai lasciato agli italiani…” “Ma che ho lasciato agli italiani?” Verso la fine del primo episodio di Vita da Carlo Stagione Finale, la serie che è stata presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma e sarà disponibile in streaming su Paramount+ dal 28 novembre, Roberto Citran, nei panni del direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia, ha appena offerto a Carlo Verdone la cattedra di regia. Lui, ormai di stanza Nizza, lontano dalle polemiche e dalla popolarità, da mesi, ha rifiutato. Però accade qualcosa. Alla fine dell’episodio, mentre è in aeroporto per volare di nuovo in Francia, sente dei ragazzi parlare tra loro a suon di battute dei suoi film. Ed è qui che decide di accettare l’incarico.

Possiamo dirlo forte: agli italiani Carlo Verdone ha lasciato davvero tanto, ed è per questo che è così amato. Ora torna con la sua serie, che gli ha dato nuova linfa vitale, così come i ragazzi del CSC in questa storia sembrano dare nuovi stimoli al suo personaggio di finzione. Ogni stagione aveva un centro di gravità, un tema centrale: nella prima era la candidatura a sindaco di Roma, nella seconda il suo nuovo film d’autore, nella terza la direzione artistica di Sanremo. Ed ecco, a chiudere il cerchio, il Centro Sperimentale.

“È un omaggio a mio padre, che è stato dirigente per tanti anni, un omaggio ai miei anni in cui sono stato studente, e mi sono diplomato con Roberto Rossellini. E del CSC sono stato consigliere d’amministrazione”, ci ha raccontato Verdone nella conferenza stampa all’Auditorium. “Le scene girate lì sono importanti. La serie è dedicata ai giovani, agli studenti. Con i loro personaggi della serie ho dei contrasti: vedono il mondo come è adesso, parlano in un modo che è corretto per loro, e non lo è per me. alla fine si creano scontri, incontri, entusiasmi. Riusciremo a fare un saggio di regia e a portarlo in una sezione particolare del Festival di Cannes. Vedere i miei studenti felici e contenti, apprezzati, è un’immagine importante. Per me ha un significato: sono io che esco di scena e lascio gli applausi a loro”.

Ritornano i familiari e i vicini

“Il cinema è la cosa più sacra tra le cose profane” è il mantra che accompagna questa avventura. Ma qui è anche la chiusa di una lettera minatoria anonima che trova nel registro il primo giorno di lezione. Chi è che ce l’ha con lui? Come lo accetteranno i giovani studenti di regia? E che lezione trarrà Carlo da loro? Questo è solo il filo conduttore degli episodi che compongono la quarta stagione. Intorno a Carlo scorrono intanto le vite dei suoi familiari e vicini: la moglie Sandra (Monica Guerritore), la figlia Maddalena (Caterina De Angelis) e il compagno Chicco (Antonio Bannò), la domestica Annamaria (Maria Paiato). E un suo nuovo interesse sentimentale, un po’ folle (Claudia Potenza).

Special guest Rubini e la Fagnani

E poi, come in ogni stagione, ci sono gli special guest che interpretano loro stessi. Qui c’è Sergio Rubini, che è molto più di un ospite ma un personaggio chiave della vicenda. “Nella storia della serie non gli ho mai perdonato Al lupo al lupo, in cui mi ha tagliato un monologo” ci racconta sorridendo l’attore. “E ce l’ho con lui anche al Centro Sperimentale, perché arriva “il grande Carlo Verdone” e mi toglie spazio anche lì. Abbiamo litigato molto bene sul set…” Tra gli ospiti c’è Francesca Fagnani, al centro di una scena molto riuscita, in cui Carlo Verdone è ospite a Belve.

Alvaro Vitali e Federico Fellini

E c’è anche un lungo, tenerissimo omaggio ad Alvaro Vitali, un personaggio simbolo di una certa commedia di fine anni Settanta, ma non solo, qui alla sua ultima apparizione prima della sua scomparsa. “Più che Pierino per me Alvaro Vitali ha rappresentato un cinema antico, quello di Fellini. Il primo Alvaro Vitali era una figurina piccola: Fellini era innamorato di questo ometto con questa faccia strana, sembrava un burattino, un pupazzetto. Averlo per me era avere un aggancio con un grande cinema. Tutto il primo Fellini per me era essenziale: aveva un occhio ironico sulle facce, sulla gente, sulla psicologia. Avevo letto un’intervista in cui Alvaro Vitali era amareggiato per essere stato dimenticato. Doveva avere un ruolo già nella seconda stagione, ma era malato. Poi mi ha scritto per dirmi che stava meglio e con gli scrittori abbiamo creato un personaggio che fa parte di momenti onirici e un bel finale, molto malinconico, che anticipa quello che sarebbe avvenuto, la sua morte”.

Verdone e Rubini, amici da 30 anni

Accanto alla struttura orizzontale, ogni episodio ha anche una struttura verticale e si conclude con una piccola epifania, un piccolo colpo di scena. Nei primi quattro episodi che abbiamo visto in anteprima alla Festa del Cinema, i momenti da antologia sono già molti (e promettono di essercene molti anche nei prossimi episodi). Dal primo incontro, dal taglio sexy, con Claudia Potenza, con cui ha una chimica e grandi tempi comici, alla lezione di recitazione – in bianco e nero – insieme a Sergio Rubini. I due sono amici da tempo e sono molto affiatati.

“Avevo conosciuto Carlo 30 anni fa, con Al lupo al lupo” ricorda Rubini. “Carlo ha sempre avuto la caratteristica di far debuttare i giovani, ha sempre avuto accanto degli emergenti: quando feci Al lupo al lupo avevo fatto il mio primo film. Carlo, quando ti accoglie sul set, ti apre casa sua, il suo mondo, e impari tante cose sulla vita. Ti insegna il valore della semplicità. È un grande insegnante di cinema e ti mostra che recitare è una cosa divertente”. “Siamo così diversi che nei contrasti, nelle litigate sul set, riusciamo molto bene” aggiunge Verdone.

Vita da Carlo si ferma alla 4a stagione

In Vita da Carlo c’è anche un modo intelligente, (e interessante per noi di YouMark) di fare product placement, e inserire nel racconto marchi come Sammontana, Diesel, ITA Airways. E poi, in una serie su un regista, c’è ovviamente un gioco di citazioni cinefile. Si va da Vacanze romane, a Psycho, evocato dalla musica, fino al suo, amatissimo, Acqua e sapone, con una gran bella sorpresa. Vi piacerà. E così l’avventura di Vita da Carlo chiude in bellezza.

“Vita da Carlo termina con la quarta stagione” conferma l’autore. “Per la quinta non avrei più idee: pur avendo romanzato tante cose, ho raccontato tanto di me. Che altro volete sapere? Mi sembra di vivere in una casa di vetro dove tutti hanno conosciuto tutto di me”.

‘Scuola di seduzione’ il suo nuovo film

E così Carlo Verdone è tornato a fare un film. “Si chiama Scuola di seduzione, l’ho girato, e uscirà quando decideranno, probabilmente a marzo” annuncia il regista e attore. “La mia vera casa è il cinema. Questi anni sono stati molto faticosi, ma hanno fatto sì che quando ho fatto un film mi sembrava di andare a prendere un caffè con gli amici”. Scuola di seduzione è la storia di sei personaggi in cerca d’amore, che si affidano a una love coach per migliorare la loro vita sentimentale.

Nel cast c’è Karla Sofía Gascón Ruiz, la star di Emilia Pérez, e ci sono anche Lino Guanciale, Vittoria Puccini ed Euridice Axen. È stato annunciato che il film uscirà in esclusiva in streaming su Paramount+. Ma è da capire se ci sarà un’uscita in qualche sala, visto l’amore del pubblico per il cinema di Carlo Verdone.

Sindaco per un giorno

Ricordate la prima stagione di Vita da Carlo? Qualcuno gli proponeva di candidarsi a sindaco di Roma. Nel frattempo, il 17 novembre, Carlo Verdone sarà sindaco per un giorno a Roma, un’iniziativa che, anni fa, aveva coinvolto anche Alberto Sordi.

“Il 17 novembre andremo in giro, da qualche parte” svela l’attore. “Forse non in centro. Andrò in qualche periferia, perché il grosso lavoro non è il centro di Roma. Sono le periferie che vanno curate. Se chi vive lì vede che qualcuno si occupa di loro ameranno di più il loro quartiere. Dobbiamo migliorare il gusto estetico. Noi eravamo il Paese della grande architettura, ma dagli anni Sessanta abbiamo rovinato tutto”.

di Maurizio Ermisino

Alla presentazione stampa, da sx: Alessandra De Luca, Sergio Rubini, Carlo Verdone, Valerio Vestoso
Sergio Rubini e Carlo Verdone