Interviste

Tribe Communication compie 20 anni. A fare da sfondo il rebranding e la Prima della Scala

L’agenzia è aggiudicata infatti la comunicazione della Fondazione Teatro alla Scala, dimostrando capacità di muoversi in ecosistemi complessi, in cui convivono linguaggi e sensibilità diverse con responsabilità elevate, analizzando, ordinando e dando struttura, per restituire una voce riconoscibile

Ed è solo così che la comunicazione, anche in situazioni articolate, può diventare forza, direzione, consapevolezza, volendo sempre creare cultura. Sia che si tratti di marche commerciali che di realtà culturali vere e proprie. “In vent’anni Tribe è cambiata, ma non ha mai abbandonato il nucleo che l’ha fatta nascere: la convinzione che il contributo delle persone, la loro visione, sensibilità e responsabilità, sia il vero motore”. Commentano Alessandro Fellegara e Francesco Gemelli, soci fondatori e rispettivamente Ceo e Chief Branding Officer TRIBE COMMUNICATION.

Cultura come impatto, non come ornamento

La comunicazione non è mai solo esposizione o presenza, è sempre cultura. Un atto che genera significato e incide nel modo in cui le persone interpretano il mondo. Lavorare con istituzioni culturali e con brand commerciali ha reso ancora più evidente quanto questo approccio sia universale: ogni messaggio può diventare cultura, se guidato da una visione sistemica e da una comprensione profonda di ciò che si vuole raccontare.

L’analisi come fondamento e come etica

Il posizionamento non è esercizio formale ma postura quotidiana. La centralità dell’analisi permette all’agenzia di conoscere davvero ciò di cui parla, condizione imprescindibile per comunicare con coerenza. Ove tale conoscenza non fosse possibile, meglio tacere, in nome di un’etica professionale indispensabile per conquistare nel tempo la fiducia dei clienti.

Un compleanno importante, ma senza auto celebrazione

Il ventesimo anniversario coincide con il rebranding, che segna un ritorno alle origini. La voce si fa più colloquiale nella scelta di abbandonare le maiuscole, anche quale gesto di autenticità. Per celebrare tutto ciò, a fine gennaio una tavola rotonda a porte chiuse, con professionisti selezionati e di formazione poliedrica, per discutere temi rilevanti, così da condividerne poi i contenuti con chi opera nel mondo della comunicazione.

Un presente solido, un futuro già in costruzione

Il 2025 si chiude con serenità e consapevolezza, forti dell’ampliamento del portafoglio clienti e di progetti capaci di generare impatto. Lo sguardo sul 2026 è roseo. Grazie alla messa a terra di contratti a medio-lungo termine si consente anche ai brand una visione un po’ più chiara su come costruire futuro, slegandosi da un qui e ora che è fondamentale, ma nello stesso tempo spesso ha poca forza.