Entertainment

Superman: guardate in alto, il nuovo film di James Gunn arriva al cinema e Warner lo ‘lancia’ nei cieli di Roma

Guarda in alto. È questo il claim che è stato scelto per il lancio nelle sale cinematografiche di Superman, il nuovo film diretto da James Gunn al cinema da mercoledì 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures. È uno dei film più attesi dell’anno per svariati motivi: è il ritorno, dopo alcuni anni di assenza, di uno dei supereroi più amati dal pubblico, probabilmente il primo che ci viene in mente quando parliamo di eroi dei fumetti. È un nuovo inizio per il personaggio, firmato da quel James Gunn che, con i suoi Guardiani della galassia, dell’universo Marvel, aveva realizzato una delle opere più particolari nel campo dei cinecomic. Ed è un nuovo inizio anche per tutto l’universo narrativo della DC Comics, il DC Expanded Universe che, come vedremo, in questi anni è andato a corrente alternata, e che ora avrà un deciso taglio narrativo e una sua coesione proprio sotto l’egida di James Gunn.

Spettacolo in cielo

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità. È il motto della Marvel, ma vale anche per la DC e la Warner. Nel senso che da grandi eroi derivano grandi bugdet. Per la realizzazione e per la comunicazione. Per cui quel claim ‘Guarda in alto’ è stato declinato in un’azione di comunicazione molto suggestiva e perfettamente coerente al film che ha promosso. Nella serata di giovedì 3 luglio, il cielo sopra Castel Sant’Angelo a Roma è stato illuminato da uno spettacolare drone show.  Nel corso della serata si sono svolte le riprese di una straordinaria coreografia di 500 droni che hanno disegnato nel cielo le forme simbolo di Superman – il supereroe più amato di sempre – e altre iconiche immagini ispirate al film e ai suoi protagonisti. Lo spettacolo ha attirato una folla di curiosi, incantando romani e turisti con un tributo che ha unito tecnologia e patrimonio culturale, valorizzando uno dei luoghi più rappresentativi della Capitale e celebrando l’eroe leggendario della DC Comics. La reazione è stata proprio quella che – nei fumetti e nei film – hanno i personaggi quando vedono apparire Superman: gli occhi rivolti al cielo, i nasi all’insù, il senso di meraviglia e di stupore. È la perfetta declinazione del claim ‘Guarda in alto’, è il senso dello spettacolo che evoca un film del genere portato sul territorio e rimbalzato poi in modo virale sui social media.

Tra social e fake news

Se la comunicazione di lancio è riuscita, il film non è da meno, pur con qualche difetto. La prima cosa che ci colpisce di questo Superman, al di là del nuovo cast e del nuovo tono di voce, è essere riusciti a calare un personaggio nato negli anni Quaranta, ed esploso al cinema negli anni Ottanta, perfettamente nel qui e ora, nel nostro problematico 2025. “Superman non ha tempo per i selfie” esclama a un certo punto il nostro eroe. Ma questo Superman vive e lotta nella società dei media e dei social media di oggi, e senza possibilità di uscirne. Non solo, nel film, Superman ha delle telecamere continuamente puntate addosso, in maniera strategica, da chi ha intenzione di annientarlo, ossia il suo arcinemico Lex Luthor. Ma, a un certo punto, si trova anche ad aver a che fare con una ‘shitstorm’, una campagna mediatica a base di fake news orchestrata ai suoi danni dal suo avversario. Perché forse non puoi distruggere l’Uomo d’acciaio. Ma puoi danneggiare la sua reputazione. La gente è sospettosa perché è un alieno. E allora sulla diffidenza, come sappiamo, si può soffiare, come si fa col fuoco, per farla divampare.

La lotta tra informazione e disinformazione

Superman vive nel mondo di oggi, dove è sempre più difficile distinguere tra vero e falso, dove l’informazione deve lottare con la disinformazione, e spesso non lo fa ad armi pari. James Gunn prova a farci credere ancora alla libertà di stampa, mettendo in scena lo storico Daily Planet, il giornale dove lavora Clark Kent, alter ego di Superman, che vediamo ancora nel formato cartaceo dei fumetti e dei vecchi film, ma anche sul web e sui social, e che prova ancora a trovare la verità andando alle fonti. Ma il mondo di oggi è raccontato bene in ogni scena. Non c’è un personaggio che non guardi la realtà attraverso una tv accesa, lo schermo di uno smartphone o di un computer, il video di una cabina di regia. O, anche, semplicemente, da una finestra sul disastro. Siamo un popolo di osservatori, di voyeur, di spettatori. È anche questo che di dice il film.

In scena ci sono Elon Musk e Netanyahu?

Siamo nel 2025 anche perché le fake news non nascono da sole. Superman racconta un mondo dove i potenti della tecnologia hanno in mano i mezzi di comunicazione e possono influenzare le masse, cambiare le coscienze, indirizzare le scelte politiche. Guardando il folle Lex Luthor di Nicholas Hoult viene in mente Elon Musk. E guardando quel folle premier dell’immaginario stato di Boravia, alleato degli Stati Uniti, armato dai suoi signori della guerra, impegnato ad opprimere uno stato indifeso, vengono in mente Netanyahu e Israele. È impossibile non pensarci.

Riportare Superman al mondo pop di Richard Donner

L’attualità (o la profezia, visto che film di questo tipo vengono scritti e preparati in un processo che dura anni) è uno dei punti di forza del film. Il secondo è l’ironia, che non funziona come ne I guardiani della galassia, precedente trilogia di James Gunn, ma quasi. In un complicato gioco per mescolarsi con i toni e i messaggi più drammatici, l’ironia tipica di Gunn è qui per riscrivere l’immaginario recente di certi supereroi, e di riportarli a quel mondo pop, colorato, divertente di quegli anni Ottanta che hanno visto nascere il mito di Superman al cinema. Pur in una cornice nuova, c’è molto di Richard Donner in questo film. James Gunn riprende il suo Superman e cancella gli altri che ci sono stati nel frattempo. E, nel farlo, sembra volerci dire che l’ironia è l’unico modo oggi per rileggere i supereroi. Prendiamoli sul serio, ma fino a un certo punto, perché i problemi della vita sono altri. I punti di debolezza ci sono: una certa tendenza ad affastellare troppe storyline, trame e sottotrame, troppi personaggi e troppi cattivi, e la mancanza di un vero senso di epica che viva nelle immagini prima che nelle parole.

Cosa vuol dire oggi costruire un universo narrativo

Il caso del Superman di James Gunn è interessante anche perché la sua storia prova a spiegarci che cosa vuol dire oggi costruire universi narrativi. In un mondo dell’intrattenimento dove le serie la fanno da padrona, perché legano a sé e fidelizzano, anche il cinema da anni ha deciso di diventare ‘seriale’. E così Warner e Disney, con i mondi DC e Marvel, hanno cominciato a lavorare sugli universi condivisi. Nel DC Extended Universe (DCEU) e nel Marvel Cinematic Universe (MCU) ogni personaggio ha la sua storia, ma vive in un mondo dove ci sono anche gli altri. E le varie storie si incrociano. In modo che, per capire un film, devi aver visto gli altri: la serialità e la fidelizzazione sono queste. Il fatto è che, negli ultimi anni, le cose sono andate in modo diverso. Perché è importante che le varie storie abbiano lo stesso tono di voce e lo stesso stile narrativo. E così, mentre nel Marvel Cinematic Universe tutto sembrava funzionare a meraviglia – a livello di critica, di reputazione, di incassi – con una narrazione coerente e coesa e una progressione narrativa che ha portato ai 4 film collettivi degli Avengers, nel DC Extended Universe le cose sono andate in modo diverso, con una serie di ripensamenti e marce indietro.

Il problema della DC è stata la Marvel

Il problema, per la Warner e la DC, è stata proprio la Marvel. L’universo costruito dalla DC, inizialmente, doveva avere una sua personalità, uno suo tratto distintivo. Partendo proprio dal personaggio di Superman, e dal film Man Of Steel, del 2013, l’idea era di fare con l’eroe quello che aveva fatto Christopher Nolan con Batman e Il cavaliere oscuro: creare un eroe tormentato, a tinte dark, contraddittorio e sfaccettato. Il progetto era stato affidato a Zack Snyder, autore capace nel districarsi (più visivamente che psicologicamente, in realtà) tra luci ed ombre. Ma che non ha la finezza e la genialità di Nolan. Il seguente Batman vs. Superman: Dawn Of Justice ha continuato su quei toni, e anche il film collettivo, il famoso Justice League, doveva essere un apologo dark e pessimista. Ma, complici i problemi personali di Snyder, il film era stato poi concluso da un altro regista, Joss Whedon. E indovinate da dove arrivava? Dai film Marvel degli Avengers. Così, l’universo DC ha vissuto questa brusca marcia indietro, e un continuo inseguimento verso lo stile della Marvel. I film dei vari eroi hanno cambiato tono, fino al definitivo stop. E a questa ripartenza. (La versione della Justice League di Snyder è stata poi rilasciata in seguito, in streaming).

James Gunn, una ripartenza per tutto l’universo DC

Si riparte comunque da un uomo che arriva dalla Marvel. Si riparte comunque da toni più spensierati e pop. Forse la via è questa, se non sei Christopher Nolan o Tim Burton. O se non racconti Batman, che è un eroe che a certi toni dark si presta bene. Ma James Gunn, nell’universo Marvel, aveva comunque creato un universo tutto suo, perché quella dei Guardiani della Galassia era una saga nella saga, con un’ironia diversa da quella degli altri film Marvel, più fanciullesca, giocosa, dissacrante. Gunn proverà a portare tutto questo qui. E dopo Superman riscriverà anche Batman, Wonder Woman e gli altri eroi. Nel frattempo, però, la Warner segue anche linee narrative diverse, con alcuni personaggi che vivono fuori dal suo universo. Abbiamo visto i due film di Todd Phillips sul Joker di Joaquin Phoenix. E nell’universo vivrà comunque un altro Batman, quello in chiave noir e detective story scritto da Matt Reeves con un convincente Robert Pattinson, di cui è già in cantiere il secondo film. Non ci resta che goderci questo Superman e aspettare di vedere cosa ci riserva il futuro.

di Maurizio Ermisino