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Spid, l’appello di Assintel al Governo: “Lavoriamo insieme perché rimanga gratuito”

La Presidente Generali: "Ci auguriamo che i 40 milioni di euro previsti per ristorare i provider privati che offrono il servizio di Spid, arrivino al più presto"
Paola Generali, Presidente Assintel
Paola Generali

A causa della mancata erogazione dei fondi promessi nel 2023 dal governo ai gestori Spid alcuni di loro hanno iniziato a far pagare il servizio agli utenti. A partire da maggio 2025, il servizio – in precedenza gratuito – è diventato infatti a pagamento per chi lo ha attivato con Aruba. Dal 31 luglio, la stessa scelta sarà adottata da Infocert. Una prospettiva che ha acceso il dibattito, spingendo Assintel – l’associazione delle imprese ICT – a lanciare un appello al governo: serve una soluzione urgente per garantire l’accesso gratuito a un servizio ormai essenziale per cittadini e imprese.

“In merito alle notizie di questi giorni secondo le quali non è prevista l’erogazione dei pagamenti ai provider privati che offrono il servizio di Spid, e la conseguenza che questi ultimi abbiano iniziato a far pagare tale servizio, lanciamo un appello al Governo: lavoriamo tutti, insieme, perché l’offerta ai cittadini di strumenti per la digitalizzazione sia ampia, variegata, accessibile e gratuita. E la digitalizzazione diventi sempre più democratica”. Lo afferma in una nota Paola Generali, Presidente di Assintel Confcommercio, l’associazione di categoria che riunisce le Pmi del digitale.

“Per la fase contingente – prosegue Generali – ci auguriamo che i 40 milioni di euro previsti per ristorare i provider privati che offrono il servizio di Spid, arrivino al più presto. Per tutelare in primis i milioni di italiani che hanno attivato l’identità digitale e permettere che il servizio si diffonda ancora. In secondo luogo ci auguriamo che si prosegua e si incrementi lo sforzo per fare dell’Italia un Paese sempre più digitale, verso gli obiettivi sfidanti del Pnrr del 2026. Obiettivi che non possono prescindere da nessuna delle opportunità offerte finora al cittadino per una reale transizione”.

“L’ultimo ‘Report on the state of the Digital Decade’ ci dice che il Governo italiano sta facendo bene sulla digitalizzazione – sottolinea Generali – ma c’è ancora tanto lavoro da fare e molte risorse da destinare. Lo stesso rapporto sottolinea l’importanza di strumenti come lo SPID per superare il digital divide e il gap che abbiamo con il resto d’Europa. Riteniamo dunque che si debba lavorare per incrementarne l’uso, in sinergia, scongiurando il rischio che i cittadini possano abbandonarne l’uso in quanto diventato a pagamento. L’obiettivo comune deve essere quello di arricchire l’offerta digitale al cittadino e non depauperarla. In questa direzione va la nostra proposta di presidi fissi nei quartieri delle nostre città per accompagnare i cittadini nell’utilizzo dell’identità digitale, spiegandone le modalità di fruizione ed essendo a disposizione per dubbi e problematiche. Il digitale è uno strumento per sua natura inclusivo e nessuno deve rimanere indietro”.