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Sicilia Express: Ficarra e Picone su Netflix con la loro serie natalizia

“L’autostrada Palermo-Catania no! Paracadutateci su Malta!” I nostri Salvo Ficarra e Valentino Picone sono su un aereo Milano – Catania, in una continua Odissea tra ritardi e rinvii, per un’eruzione dell’Etna, l’aereo atterrerà a Palermo e i passeggeri raggiungeranno Catania in bus
Sicilia Express, conferenza stampa

È Sicilia Express, la nuova miniserie di Ficarra & Picone, in arrivo dal 5 dicembre su Netflix, è stata presentata oggi, giovedì 27 novembre, a Roma al cinema Barberini. Nel cast, Katia Follesa, Barbara Tabita e un nutrito gruppo di colleghi comici, come Max Tortora, Sergio Vastano, Enrico Bertolino e Jerry Calà. È una commedia brillante, una favola ammantata di realismo magico e ambientata durante il Natale tra Milano e Catania. Il duo gioca con ironia sugli stereotipi e le differenze tra nord e sud, sui problemi atavici della Sicilia e sull’ignavia di una certa politica. Prodotta da Tramp Limited, è scritta, oltre che da Ficarra & Picone, da Fabrizio Cestaro, Nicola Guaglianone e Fabrizio Testini.

Quello stargate in un cassonetto

Salvo e Valentino sono due infermieri siciliani che vivono divisi tra il lavoro a Milano e le famiglie rimaste in Sicilia. Pochi giorni prima di Natale, scoprono per caso un portale magico: un bug spaziotemporale che trasforma un cassonetto della spazzatura in uno stargate capace di teletrasportarli dalla Sicilia a Milano, dove riappaiono in un altro cassonetto. Un evento inatteso destinato a sconvolgere le loro vite, non necessariamente in meglio.

Le serie sono un mondo a parte: cambia la scrittura

Sicilia Express è una commedia degli equivoci, una storia di bugie che diventano sempre più grandi e ingestibili, in cui una piccola palla di neve può trasformarsi in una valanga. Al centro ci sono Ficarra e Picone nei ruoli in cui danno il meglio: due uomini comuni travolti da qualcosa più grande di loro. Il teletrasporto, in fondo, è un potere, e ogni potere porta con sé responsabilità: cosa faranno con questa nuova possibilità? Il formato seriale si adatta perfettamente al loro stile. Gli episodi da 30 minuti hanno ritmo e valorizzano i tempi comici del duo. “La collaborazione con Netflix è importante”, dice Valentino Picone. “Le serie sono un mondo a parte: cambia la scrittura. È un lavoro di gruppo, entri in storie che devi frazionare e che richiedono attenzione costante. Con Incastrati prendevamo in giro le serie stesse”.

Ficarra: i siciliani rivotano le stesse persone per ironia

Sicilia Express parla di distanze fisiche e morali, di un divario che dovrebbe essere colmato ma che chi ha il potere di farlo spesso ignora. Emblematico l’infido Presidente del Consiglio interpretato da Max Tortora: dopo un discorso impeccabile, a telecamere spente confessa al suo assistente, “ci abbiamo messo così tanto per dividere l’Italia, ti pare che adesso vogliamo unirla?”. Una battuta paradossale e comica, ma significativa. Il premier è volutamente maschile, senza cercare aderenze dirette con la realtà. “Non ci interessa il presente. Non è indicativo”, spiega Salvo Ficarra. “Quando vedi che gli stessi comportamenti si ripetono, non importa chi governa in quel momento. Gli scandali sono sempre gli stessi, coinvolgono le stesse persone. E scopri l’enorme ironia del popolo siciliano che, nonostante tutto, li rivota. Io penso che li rivoti per ironia”. “Forse non c’è la volontà di risolvere i problemi”, aggiunge Picone. “Forse le tasse della Sicilia non sono abbastanza”.

Picone: la gente è cambiata, la politica no

Con leggerezza e ironia, Ficarra e Picone raccontano problemi reali, molto concreti, che in Sicilia esistono davvero. “La gente è cambiata, c’è un’evoluzione che riguarda tutta l’Italia”, dice Picone. “Quello che non è più accettabile è che ci siano problemi sociali che non dipendono dalla popolazione, ma da chi dovrebbe risolverli. Parlare ancora del problema dell’acqua nel 2025 è tremendo. In alcune zone della Sicilia, come per i trasporti e il caro prezzi, non siamo più la Sicilia di 20 anni fa. Ma la politica non è cambiata. Gli ultimi scandali in Sicilia fanno rabbrividire”.“Abbiamo iniziato a lavorare fuori dalla Sicilia per poterci fare la doccia”, scherza Ficarra. Racconta poi come la storia della serie sia nata da esperienze che avevano già dentro. “Abbiamo sempre scelto di vivere in Sicilia. Già dal trailer molti si sono riconosciuti. Quando partivamo per Striscia la Notizia si era creata una comunità che andava avanti e indietro: metà dell’aereo sembrava un volo privato. Quando ho letto ‘per le compagnie aeree è già Natale’ è vero: un Catania–Milano costa 800 euro, mentre Milano–New York 390. Tanto vale passare da New York…”. “Oppure il treno, ma ci impieghi un’infinità”, aggiunge Picone. “Dicono che tra Trapani e Ragusa ci siano due ore di fuso orario”, scherza ancora Ficarra.

Il ponte sullo Stretto

E cosa potrebbe risolvere miracolosamente tutto? Ovviamente, il ponte sullo Stretto. Nella serie compare anche il celebre progetto, insieme a un Ministro dell’Interno interpretato da Jerry Calà. “Risolverà tutti i problemi”, ironizza Picone. “Arriverà l’acqua, asfalteranno le strade. Tajani ha detto che il ponte ‘fa evacuare’. Noi lo dicevamo 20 anni fa, e non eravamo ministri. La politica dovrebbe smettere di prendere spunto dai comici: lo sketch sul ponte era uno sketch!”. “Il ponte non c’è ancora”, ricorda Ficarra. “Se arrivate a Reggio Calabria, frenate. Ma poi, vuoi mettere? Oggi per andare da Palermo a Roma in treno servono 15 ore. Con il ponte ce ne metterai 13… Già Ulisse, arrivando lì, disse: ‘ma un ponte non ci starebbe male’”.

di Maurizio Ermisino