Shein è di nuovo nel mirino dell’industria della moda francese. Dodici federazioni di commercio e più di cento marchi francesi hanno deciso di citare in giudizio la piattaforma di fast fashion cinese per concorrenza sleale.
Il caso è stato portato al Tribunale Commerciale di Aix-en-Provence, con il primo dibattimento fissato per il 12 gennaio. Le federazioni chiedono risarcimenti per i danni causati dal modello di business di Shein, accusato di non rispettare le normative francesi ed europee, mettendo a rischio la sicurezza dei consumatori e danneggiando le imprese locali.
In una dichiarazione congiunta, le organizzazioni coinvolte sostengono che Shein operi senza rispettare le leggi applicabili in Francia, danneggiando così l’industria locale, distruggendo posti di lavoro e minando l’equilibrio economico dei territori. Secondo loro, il modello di Shein non è solo dannoso per le aziende, ma anche per i consumatori, che potrebbero essere ingannati da pratiche commerciali ingannevoli. Le federazioni chiedono quindi che la concorrenza venga regolamentata in modo giusto e rispettoso delle leggi.
Il caso arriva dopo una serie di polemiche che hanno coinvolto Shein in tutta Europa, inclusi accertamenti su pratiche commerciali ingannevoli, violazioni delle normative sulla sicurezza dei prodotti e la protezione dei dati personali, con multe già comminate per un totale di 190 milioni di euro. Inoltre, Shein è accusata anche per la vendita di articoli controversi, come le bambole sessuali dall’aspetto infantile.
Le dodici federazioni che hanno intrapreso l’azione legale includono organismi che rappresentano la grande distribuzione, l’industria tessile, la gioielleria, i giocattoli, il franchising e l’eCommerce. Oltre alle federazioni, più di cento aziende, tra cui Monoprix, Coopérative U e Promod, si sono unite alla causa, chiedendo un risarcimento per i danni economici causati dalla concorrenza sleale di Shein. L’avvocato delle federazioni ha dichiarato che il danno potrebbe ammontare a centinaia di milioni o addirittura miliardi di euro.
In risposta, Shein ha definito l’azione legale “infondata”, sostenendo che si tratti più di un tentativo di boicottaggio che di una vera e propria iniziativa legale. Il gruppo ha affermato che il caso si discosta dallo spirito della legge sulla concorrenza, che dovrebbe invece promuovere l’innovazione e garantire ai consumatori una scelta libera.
Il governo francese, attraverso il Ministro per le PMI e il Commercio, Serge Papin, ha espresso il suo sostegno alle federazioni e alle aziende, sottolineando che questa azione legale non solo combatte il dumping dei prezzi praticato da Shein, ma difende anche l’intera economia locale e i negozi che rischiano di essere distrutti da un mercato distorto.