Il rischio non è solo di perdere il lavoro, ma il desiderio di farlo. Ne parliamo con Flavio Ibba, RED ROSE PRODUCTIONS.
Un anno denso, internazionale, umano
Gli ultimi mesi sono stati un concentrato di lavoro vero, quello che si misura in ore, persone, decisioni. Produzioni lunghe, complesse, spesso internazionali. Tempo, mestiere e una visione condivisa, corale.
Duecento persone su un set
C’è un’immagine che vale più di molte analisi: duecento persone su un set. Tecnici, musicisti, truccatori, direttori della fotografia, registi. Corpi che si muovono, competenze che si incastrano, errori che diventano soluzioni. È successo anche a Madrid, sul set della campagna Alfa Romeo con Pedro Alonso, che abbiamo fatto cantare in italiano. E ci siamo divertiti. Quanto è importante divertirsi con il proprio lavoro e quanto ce lo stiamo dimenticando?
L’illusione della velocità
L’Ai non è il male. Sarebbe ingenuo dirlo. È uno strumento, potente, affascinante, destinato a restare. Il problema nasce quando la velocità diventa valore assoluto. Quando ci si abitua a immagini, suoni, narrazioni uguali, sufficienti ma mai differenti, eccezionali. Nel video, nella musica, nel cinema, il linguaggio rischia di appiattirsi. Tutto riconoscibile, niente memorabile. Tutto credibile, niente che resti. È un gusto che si educa al ribasso.
Artigianato contro sintesi
C’è una differenza profonda tra fare e chiedere di fare. Sedersi al pianoforte, discutere una nota, scegliere un colore, cercare una soluzione insieme a un regista o a un’agenzia è parte integrante del piacere creativo. Delegare tutto a un sistema generativo significa rinunciare a quel piacere.
I giovani e il valore della passione
Nei conservatori, nelle scuole di musica, la realtà è chiara: chi studia lo fa per passione. Arriva da tutta Italia, lavora di notte per potersi permettere una stanza, studia materie che non ama per arrivare a fare ciò che ama davvero. Sacrificio, disciplina, desiderio. A questi ragazzi la tecnologia va spiegata, mostrata, affrontata. Ma senza togliere loro il momento più bello, quello in cui, dopo anni di studio, riescono finalmente a dire ‘questa l’ho fatta io’. L’Ai può aiutare, ma non deve sostituire quel passaggio. Non può insegnare a gestire un cliente che cambia idea, un montaggio che slitta, una musica che va ripensata all’ultimo minuto. Lì vince solo chi ha passione.
Il ritorno del live
Mentre tutto sembra spostarsi sul digitale, succede qualcosa di interessante: tornano i piccoli locali, le jam session, i concerti dal vivo. Due euro d’ingresso, strumenti condivisi, persone che si guardano negli occhi. Anche i grandi eventi funzionano perché aggregano, non perché stupiscono. Dopo ogni rivoluzione tecnologica, la storia insegna che c’è un ritorno al corpo, al suono reale, all’errore umano. È successo con le drum machine, succederà anche ora. L’intelligenza artificiale dominerà un periodo, ma il bisogno di stare insieme, e di creare insieme, non sparirà.
Il 2025 di Red Rose Productions
Un anno che si chiude senza enfasi ma con solidità. Lavoro continuo, fiducia da parte di agenzie e clienti internazionali, nuove collaborazioni, giovani musicisti che entrano in squadra. Non crescita a tutti i costi, ma consolidamento. Consulenze, riarrangiamenti, produzioni su misura. Il tutto con un’idea chiara, mescolare età, competenze, linguaggi. Perché la creatività non è mai monocorde.