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Il rebranding di Captain America. L’era di Mackie

Anthony Mackie è a Roma per presentare il film. Un’occasione per capire il ruolo dell’icona nel cinema di oggi e la direzione del Marvel Cinematic Universe, che opta per una strategia di meno produzioni all’anno, perché così si crea l’evento

“Tu non sei Steve Rogers”. Una delle frasi ad effetto del trailer di Captain America: Brave New World, il nuovo film Marvel in uscita il 12 febbraio, distribuito da The Walt Disney Company, è questa. La pronuncia un canuto Harrison Ford, nei panni di Thaddeus Ross, neoeletto presidente degli Stati Uniti d’America, al nuovo Captain America. Come sapete, l’eroe a stelle e strisce ha un nuovo volto: non è più quello di Chris Evans, storico “Cap” dal 2011 (il suo personaggio ha lasciato la scena dopo Avengers: Endgame), ma è Anthony Mackie, che ha ereditato lo scudo dell’iconico eroe, promosso dopo essere già stato uno degli Avengers. Lo conosciamo come Sam Wilson, alias Falcon, supereroe alato già nei precedenti film e in una serie tv tutta sua, The Falcon And The Winter Soldier. Anthony Mackie è arrivato oggi a Roma per presentare il film. È stata l’occasione per capire il ruolo dell’icona nel cinema di oggi e la direzione che sta prendendo il Marvel Cinematic Universe. E anche, velatamente – perché non si è sbottonato più di tanto – di parlare del nuovo presidente USA. Sì, perché Captain America si trova a servire un presidente e un governo che non ama e di cui non si fida.

La prima volta di un turnover nella continuità della storia

Quello di Captain America è un caso più unico che raro. Potremmo dire che è un rebranding. Se è già capitato diverse volte che i vari supereroi cambiassero volto (pensiamo a Batman o Spider-Man), ma nell’economia di un reboot, cioè una storia che ricominciava dall’inizio, qui è la prima volta che un supereroe è oggetto di un turnover nella continuità della storia: una volta che Steve Rogers ha abbandonato le scene, un altro eroe ha preso il suo posto. Ha senso, perché se, ad esempio, Iron Man è proprio l’emanazione di Tony Stark, Captain America è un simbolo, un eroe: ha bisogno di vivere per dare speranza, anche attraverso altre incarnazioni. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Anche perché questi film li vedono i bambini. “Credo che tutti i film abbiano una grande responsabilità” risponde Anthony Mackie. “L’abbiamo noi come attori quando interpretiamo quei personaggi perché sono quelli che i bambini cercheranno di emulare per tutta la vita. Da bambini vedevamo questi eroi che avevano  grande resistenza e grande buona volontà. Da bambino vedevo Wonder Woman, che ci ha insegnato che le donne possono essere toste. Quando raccontiamo queste cose ai bambini dobbiamo essere attenti. C’è sempre un cattivo, devono sapere che esistono, e che i buoni devono combatterli. È questa la responsabilità che hanno queste storie”.

Un rebranding del personaggio e dell’intero Marvel Cinematic Universe?

Captain America: Brave New World può essere visto come un rebranding del personaggio, ma anche dell’intero Marvel Cinematic Universe. La fase 4 – quella iniziata dopo Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, che ha visto l’addio di Robert Downey Jr., Chris Evans, Scarlett Johansson – è stata quella dell’entrata in scena di personaggi e volti meno noti (Shang Chi, gli Eternals) e non ha scaldato il cuore del pubblico come in precedenza. Allora questo nuovo film di Captain America potrebbe essere il nuovo inizio di un viaggio, la fase 5, in grado di raggiungere l’apice. “Non parlerei di rebranding” spiega Mackie. “Tutti sapevamo che Infinity War sarebbe stato difficile da eguagliare.  Endgame significa la fine del gioco. Come ricominci? Captain America: The First Avenger (il film del 2011, ndr) è una delle basi su cui è stata costruita la casa. Questo film ha quegli stessi mattoni che l’universo usa per impostare la prossima scalata verso il film che ha rappresentato l’apice dell’impresa che sono stati quei film. Nessuno poteva eguagliare Endgame. Non potevamo chiamare un film Starting Game. Era necessario riscrivere tutto quello che serviva per riportare la storia da Endgame verso la generazione successiva”.

 Ma è la strategia giusta?

Quella di continuare la storia dopo che aveva raggiunto il suo finale perfetto è stata, da parte della Marvel, una strategia coraggiosa. Che però, oggi possiamo dirlo, non ha pagato. Secondo molti addetti ai lavori, la Marvel avrebbe potuto fare come altre produzioni/saghe che hanno più volte scelto di far ripartire la storia dall’inizio con attori nuovi: è quello che stanno facendo ora DC Comics e Warner Bros con la nuova saga dei loro supereroi, che partirà questa estate con il nuovo Superman di James Gunn. A proposito di strategie, Marvel e Disney hanno deciso di cambiare: meno film in uscita ogni anno (lo scorso anno ce n’è stato solo uno, Deadpool & Wolverine) e anche meno serie su Disney+. È una strategia che può avere senso: se qualcosa accade più di rado ha più possibilità di essere un evento.

In scena c’è un presidente USA scomodo

Capita poi che alcuni film siano profetici. Così, Captain America: Brave New World, scritto e girato partendo due-tre anni fa, ha previsto un presidente USA scomodo, cattivo, che non piace a molta gente. “Credo che questo sia soprattutto un film di intrattenimento. In questi film c’è sempre lo spionaggio, la politica, è un thriller psicologico” commenta Mackie schivando la domanda. “Credo che conti più quello che fanno i personaggi del Marvel Cinematic Universe di quello che fanno le persone negli Stati Uniti con il nuovo presidente”. Ma se fosse Captain America, quale leadership consiglierebbe al nuovo presidente? “Gli direi di essere comprensivo” risponde Anthony Mackie. “Di avere una mentalità aperta e di avere compassione e pietà”. “L’intero universo Marvel ha sempre a vedere con la fiducia e la comprensione, con il nemico o tra gli alleati” aggiunge. “Parla della fiducia che viene tolta, o spezzata. L’idea è che Thaddeus Ross e Sam Wilson abbiano un passato comune molto lungo che risale all’universo Marvel. Ross era un militare lui stesso, per questo si capiscono e si fidano. Sono cresciuti sotto la guida del servizio militare, ma lavorano per conto loro, per questo non sono sempre d’accordo”.

Le persone di tutto il mondo dovrebbero ascoltarsi e parlarsi

Ci vorrebbe forse una squadra nuova di Avengers per l’America di questi anni. “Ci vorrebbe una nuova squadra bella e simpatica” riflette Mackie. “Dovremmo prendere una persona da ogni parte del mondo, perché queste persone si mettano insieme si ascoltino e si parlino. Se ci ascoltassimo a vicenda e avessimo compassione e comprensione uno degli altri, il mondo sarebbe migliore. Una delle cose migliori di Captain America: Civil War è questa. È stato in grado di scomporre un aspetto degli eroi, far sì che cambiassero. Captain America si rende conto di essere stato trasformato in un mostro in grado di uccidere il suo amico”.

Nella mia squadra di Avengers vorrei Monica Bellucci

Ma chi sarebbero oggi gli Avengers dei sogni di Anthony Mackie, la sua squadra di eroi?  “La mia squadre dei sogni degli Avengers sarebbe costituita dalle persone che ho ammirato crescendo” ci ha raccontato l’attore. “Come il mio insegnante di recitazione a scuola: ogni passo della mia vita, quando non ero con i genitori, era con gli insegnanti. Sono importanti e hanno un grande impatto su di noi. Nella mia squadra vorrei Steve McQueen, perché è Steve McQueen. Tutti i Ghostbusters originali. E poi la più affascinante, Monica Bellucci. Ho visto che ha causato un incidente automobilistico: potrebbe fermare anche i cattivi”.