Ovviamente una provocazione. Il video, infatti, mostra sei attori generati dall’IA che si rivolgono agli spettatori con affermazioni forti e paradossali:
- La libertà di espressione non significa nulla per me;
- I diritti dei lavoratori sono irrilevanti per me;
- Non ho polmoni. Perché dovrei preoccuparmi del cambiamento climatico?;
- Non protesto. Non voto. Non esisto;
Frasi che rivelano un messaggio essenziale: in democrazia l’intelligenza artificiale non può – e non deve – governare. È l’essere umano, con la sua coscienza, le sue esperienze e i suoi valori, a dover decidere il futuro collettivo attraverso rappresentanti liberamente eletti (possiamo come Youmark aggiungere un pezzettino fuori tema? E gli attori veri a recitare, insomma urge anche un Sos pro professionalità dell’audiovisivo).
“Siamo entusiasti delle opportunità che l’IA offre, e proprio per questo siamo consapevoli della responsabilità che abbiamo nel guidarne lo sviluppo. L’IA deve restare uno strumento al servizio dell’umanità, non una nuova autorità. Non è né buona né cattiva: tutto dipende dall’uso che ne facciamo”, ha dichiarato Gozi, ideatore del progetto. “Noi abbiamo scelto di usarla per stimolare il pensiero critico, la consapevolezza democratica e il senso di responsabilità collettiva”.