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Quando il design prende posizione: #NotWithMyType, la tipografia che rende l’odio illeggibile

Tre studentesse di Brother Barcelona creano una piattaforma che usa il codice per impedire l’uso dell’hate speech nei font

Può una modifica nel codice cambiare il modo in cui il design prende posizione? È da questa domanda che nasce #NotWithMyType, una nuova piattaforma tipografica che usa il linguaggio del design e della programmazione per contrastare l’hate speech.

Il progetto è stato sviluppato da Maria, Manuela e Chie, tre studentesse del Master in Creatividad Integral di Brother Barcelona, e invita designer, creativi e brand a riflettere sul ruolo della tipografia come strumento culturale, non neutro. La piattaforma, open e accessibile a tutti, permette di caricare un font e scaricarne una versione modificata: una parola simbolo dell’odio razziale (N-word) viene automaticamente sostituita da un asterisco. Un intervento minimo dal punto di vista tecnico, ma carico di significato.

Il potere silenzioso del design

Negli ultimi anni, l’uso di certe parole è stato normalizzato e svuotato del loro peso storico, diventando uno strumento di offesa sistematica. #NotWithMyType parte da una posizione chiara: la tipografia non può restare neutrale. Anche una singola riga di codice può diventare un confine, un segnale che indica dove si sceglie di fermarsi. Bloccare una parola non cancella il razzismo, ma può aprire una conversazione più ampia sul potere silenzioso del design, sulle responsabilità di chi crea e su ciò che, come industria, decidiamo di accettare o mettere in discussione.

Il progetto

Il progetto nasce in risposta al brief Monotype per il D&AD New Blood Festival e ha rapidamente ottenuto riconoscimenti internazionali, vincendo una Yellow Pencil ai D&AD New Blood, un Gold in Typography agli ADCE Student Awards e una nomination al Grand Prix. Un percorso che conferma come il tema tocchi una sensibilità sempre più diffusa nel mondo creativo.