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Publisher Day 2019: Copyright. Copy. Right? Uno sguardo tra due anni a come sarà la rete delle informazioni

Si è tenuto ieri a Milano il Publisher Day, 8a edizione dell’evento organizzato da 4w Marketplace, dedicato a un tema quanto mai attuale: l’approvazione della riforma della normativa sul copyright, approvata dal Parlamento Europeo (al termine dinun lungo lavoro di lobbing della parti in causa) lo scorso 26 Marzo. La successiva approvazione da parte della Commissione, il 15 Aprile, è stata considerata poco più di una formalità.

“Il tema di oggi”, ha introdotto la giornata Roberto Barberis, Ceo 4w MarketPlace, “è di grande rilevanza per i prossimi anni, perché va a interessare un media e le sue risorse in maniera diretta”.

Ma oggi, a poco più di due mesi dall’approvazione, la situazione si rivela sempre più complessa.

“Innanzitutto”, come ha rilevato l’Avv. Saverio Cavalcanti, Senior Counsel dello Studio Legale Tributario Dentons Europe, che ha aperto l’incontro, “cio che è stata approvata dalla UE è una direttiva, che dovà essere approvata con legge nazionale entro 24 mesi di tempo, e non un regolamento, come quello del GDPR, per esempio, che deve essere recepito as is”.

Già questa distinzione è sufficiente per far comprendere che da qui a due anni il contesto politico che formulerà la legge nazionale di applicazione potrebbe essere molto diverso. Senza contare che le due formazioni attualmente al governo non hanno nascosto al loro insoddisfazione sulle proposte dell’UE, votando entrambe contro l’approvazione della direttiva.

“Sotto il profilo tecnico”, ha proseguito l’Avv Cavalcanti, “a parte i rischi di difformità tra le tante legislazioni europee, c’è da lamentare un utilizzo di definizioni generiche, che trovano spazio particolarmente negli artt. 15 e  17, i più contestati nel corso del lungo processo di approvazione europea della direttiva”.

L’Art. 15 è quello relativo alla cosiddetta link tax, che prevede che ogni ‘prestatore di servizi alla società dell’informazione’ sia tenuto a versare un corrispettivo al titolare dei diritti d’autore della pubblicazione ‘copiata’ o linkata.

“Per definire chi siano i prestatori di servizi”, sottolinea l’Avvocato, “ci si può rifare al Regolamento eCommerce, che li definisce ‘titolari di attività economica online’,  ma bisogna tener conto anche dei cavet previsti: oltre alla ricerca scientifica e all’utilizzo privato, saranno esenti anche gli hyperlink legati alle singole parole e gli snippet molto brevi. E non è difficile vedere in queste parole gli argomenti per un lunga battaglia legale”. Senza contare il rapporto tra editori e autori, e la relative retribuzioni.

L’Art. 17, invece, è relativo alla piattaforme video che ospitano contenuti caricati da terzi, da Youtube agli operatori minori, per i quali è ribaltato l’approccio precedente, secondo cui era sufficiente cancellare i contenuti segnalati dal proprietario dei diritti. Ora bisognerà dimostrare di avere un licenza (che potrà anche essere anche un accordo collettivo con Siae, Soundreff e simili) o di ‘aver fatto tutto il possibile per bloccare il caricamento del contenuto’.

“Altrimenti il rischio di illecito nelle comunicazioni al pubblico è reale”, conclude l’Avv. Cavalcanti. “Le regole sono meno stringenti per le piattaforme che fatturano meno di 10 milioni l’anno, ma come tutti i limiti imposti ex lege, anche questo potrebbe avere effetti distorsivi. Senza contare altri concetti non chiaramente delineati, quali il fair value da pagare o l’esenzione degli operatori data mining dagli obblighi”.

“La norma rappresenta un’affermazione di principio importante”, ha precisato Vincenzo di Vincenzo, Chief Editor, Milan Editorial Unit, Ansa. “Produrre informazione di qualità ha costi significativi, ed è giusto che questo fatto – banale ma fondamentale – venga riconosciuto a tutti a livelli. L’attuale situazione anarchica mina alle fondamenta la struttura del mercato”.

“Noi abbiamo un forte produzione di contenuti propri”, ha commentato nella tavola rotonda che ha fatto seguito all’intervento iniziale Domenico Pascuzzi, National Marketing Director, BU Large Account, Italiaonline, “che si aggiungono a quelli di terze parti (anche con accordi di pubblicazione B2B) e a un rilevante presenza di UCG. Giusto il principio ispiratore della UE, ma attenzione: corrispettivo economico non è obbligatoriamente monetario, ci sono altre forme di retribuzione che si possono esplorare. Non dimentichiamo che in Spagna Google News ha preferito lasciare libero il campo piuttosto che sborsare soldi”.

“C’è anche una questione di riconoscimento dell’originalità della news”, ha sottolineato Giampiero Di Carlo, Fondatore e CEO, Rockol. “Spesso accade che nostre notizie vengano pubblicate dai motori dopo altre che sono sostanzialmente autentiche copiature delle stesse. Dalla normativa non mi aspetto grandi cambiamenti pratici, ma di arrivare almeno a una differenziazione delle linee di ricavi degli editori”.

Biagio Stasi, Direttore Commerciale Digital, Il Sole 24 Ore, ha preferito invece puntare su altro tema, quello della veridicità delle notizie in epoca di fake news. “Il Trusted Project raggruppa editori in tutto il mondo, con l’obiettivo di distinguere tra notizia, opinione, analisi o informazione commerciale. Un obiettivo ambizioso, ma ancora più importante quando si parla di news in maniera indifferenziata per delineare chiaramente i termini della questione. Una notizia certificata è più facile da gestire sotto il profilo dei diritti, oltre ad essere più agevolemente controllata circa l’autenticità”.

Unica presenza sul fronte della imprese investitrici, Paola Sinagra, Precision Adv Manager /Digital&Media Manager, L’Oréal, ha affrontato il tema da un altro versante, quello delle aziende. “Alla fine l’obiettivo degli spender è uno solo: il vecchio ROI. Si investe dove i ritorni sono maggiori. E questo può spiegare il rapido affermarsi dell’influencer marketing, tra le tante forme possibili da citare. E il loro graduale declino in termini di credibilità”.

Domenico Pascuzzi, National Marketing Director, BU Large Account, Italiaonline; Biagio Stasi, Direttore Commerciale Digital, Il Sole 24 Ore; Vincenzo di Vincenzo, Chief Editor, Milan Editorial Unit, Ansa; Giampiero Di Carlo, Fondatore e CEO, Rockol; Paola Sinagra, Precision Adv Manager | Digital&Media Manager, L’Oréal. In primo piano il moderatore Massimo Pattano, Direttore Marketing, 4W MarketPlace