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Il beauty di lusso è ai massimi storici. Lo dice l’ultimo Prosumer Report di Havas. Brand, ripensatevi

L’ultimo Prosumer Report di Havas, intitolato The Beauty Issue, condotto su 14.500 individui over 18 in 30 Paesi, tra cui l’Italia, mette in luce che il desiderio verso i prodotti beauty di fascia alta è ai massimi storici, anche in un contesto economico difficile. E non riguarda solo i consumatori del lusso, perché la crescita coinvolge tutti i segmenti di categoria. La resilienza dell’industria è evidente, ma cambiano le motivazioni dei consumatori.

Bellezza come benessere personale

Tradizionalmente legata a lusso e aspirazione, la bellezza oggi è percepita come un bisogno essenziale, non un semplice atto di vanità. Per il 75% degli italiani intervistati, prendersi cura di sé con brand di bellezza aiuta a sentirsi bene mentalmente. Curare la propria immagine significa sentirsi bene con il corpo e con la mente, più che sedurre.

La nuova frontiera del benessere estetico

Il beauty si intreccia sempre di più con uno stile di vita sano: mangiare e dormire bene, fare sport, meditare. Il 52% dei prosumer italiani, rispetto al 56% globale, preferisce investire in esperienze di benessere piuttosto che in beauty routine elaborate. Per i brand significa ripensare l’offerta, integrando contenuti scientifici, collaborazioni con esperti di sonno e nutrizione e proposte immersive che uniscano estetica e salute.

Bellezza come capitale sociale

La bellezza è percepita come leva di successo. In Italia, il legame con la realizzazione professionale è più contenuto rispetto alla media globale (42% vs 62%), ma la tendenza è in crescita. Per il 45% dei prosumer italiani, ricorrere alla chirurgia estetica per colmare insicurezze personali è socialmente accettabile. Inoltre, il 69% degli italiani considera la bellezza più accessibile a chi ha un alto tenore di vita, suggerendo ai brand l’opportunità di democratizzarla senza perdere l’appeal aspirazionale.

Le nuove contraddizioni

Il concetto di bellezza si confronta oggi con alcune tensioni:

  • Inclusività vs perfezione: l’82% degli italiani ritiene che ‘ognuno possa essere bello a modo suo’, ma il 68% fatica ad accettarsi in una società ossessionata dalla perfezione.

  • Invecchiamento naturale vs eterna giovinezza: il 92% degli italiani vede l’invecchiamento naturale come un atto di coraggio, ma la voglia di rimanere giovani permane. Questo fenomeno coinvolge anche i più giovani: il 42% dei prosumer italiani teme l’uso crescente di prodotti beauty e skincare tra bambini sotto i 16 anni.

  • Genderless vs gender performance: la bellezza maschile in Italia resta marginale: il make-up maschile è accettato solo dal 19% e associato alla naturalezza, mentre la bellezza femminile è ancora legata a tratti tradizionalmente femminili (55%).

La voce della Gen Z

Per la Gen Z italiana, autenticità e coerenza sono valori fondamentali: il 47% ritiene che messaggi come ‘Sei bello così come sei’ non siano sinceri, indicando ai brand la necessità di costruire comunicazioni genuine e trasparenti.