Youmark

Per We Are Social è l’era delle grandi marche italiane. Già 2 quelle in portafoglio (per ora non se ne dicono i nomi). Ma non è guerra alle realtà dell’advertising. E’ voglia di fare finalmente sistema. Insistendo sulla qualità come must. A partire dall’invito alle aziende a non sprecare (ed è quanto succede spendendo poco per ottenere nulla) e dall’investimento in persone

Con un organico che ha raggiunto le 62 teste (fatturato 2013, 4 milioni di euro) e non si è ancora arrivati. Credendo che a fare la differenza sia la stabilità dei rapporti di lavoro, quelli che consentono investimento reciproco, dell’agenzia e del collaboratore. Pure i clienti se ne accorgono non appena i rapporti vanno oltre il confine della gara. Dove, invece, il prezzo diventa pura rincorsa al ribasso, senza verifica di cosa sta dietro ai numeri, salvo poi constatare a proprie spese la differenza.

Perché oggi non bastano più i proclami, i fan su Fb, i like, i follower in Twitter, conta raggiungere i risultati di business. Vendite, posizionamento, relazione con il target. E i clienti che l’hanno capito non vogliono solo essere sui social, vogliono essere social. Case history come adidas  e Reebook lo dimostrano, fare campagne non è più sufficiente.

Al microfono di youmark Gabriele Cucinella, Ottavio Nava e Stefano Maggi, managing partner We Are Social .