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Cinefili di tutto il mondo unitevi, alcune cassandre parlano di morte del cinema

Netflix compra Warner o la compra Paramount? Insomma, cosa potrebbe succedere? E che fine farebbe HBO Max? La cronaca non dà ancora certezze, ma apre a visioni di scenari possibili. Soprattutto, lascia presagire interpretazioni differenti di quello che si vuole sia il mercato del video entertainment

C’è stata giusto qualche ora per commentare il clamoroso acquisto da parte del colosso dell’intrattenimento Warner Bros Discovery da parte di Netflix, che le carte sul tavolo da gioco sembrano essere state, altrettanto clamorosamente, ribaltate. E che il gioco sia in mano a Paramount. In realtà, l’unica cosa che è certa è che, a oggi, non ci sono certezze,. La partita è ancora aperta e andrà avanti a lungo. Ma andiamo per gradi e cerchiamo di capire dove eravamo rimasti.

La bomba

La notizia bomba, attesa, ma non per questo meno deflagrante, è arrivata lo scorso venerdì 5 dicembre, in tarda mattinata: Netflix ha acquistato Warner Bros. Discovery, superando le concorrenti Paramount, Skydance e Comcast, con un’offerta di circa 28 dollari per azione. Nell’accordo non rientrerebbero le sue reti via cavo, come CNN, TBS e TNT, che non sono nei piani di Netflix. Il contrordine è arrivato un paio di giorni dopo: Paramount ha sfidato Netflix con un’offerta da 108 miliardi di dollari, rivolgendosi direttamente agli azionisti e all’intera Hollywood, al prezzo di 30 dollari per azione e proponendo l’acquisizione dell’intera Warner Bros., quindi anche le tv via cavo, non soltanto dei suoi studi e delle attività di entertainment. Ieri, 8 dicembre, alle 22.15, Netflix ha inviato un messaggio a tutti i suoi abbonati, con l’oggetto “Netflix dà il benvenuto a Warner Bros.”. Ecco il testo: “Di recente abbiamo annunciato che Netflix acquisirà Warner Bros., compresi gli studi cinematografici e televisivi, HBO Max e HBO. Questa operazione unisce il nostro servizio di intrattenimento leader alle storie iconiche di Warner Bros., affiancando alcuni dei franchise più amati al mondo come Harry Potter, Friends, The Big Bang Theory, Casablanca, Il trono di spade e il DC Universe a Stranger Things, Mercoledì, Squid Game, Bridgerton e KPop Demon Hunters. Cosa cambierà? Per il momento non cambierà nulla. Entrambi i servizi di streaming continueranno a operare separatamente. Ci sono ancora diversi passaggi necessari da completare prima della conclusione dell’accordo, tra cui l’approvazione delle autorità di regolamentazione e degli azionisti”. Per Netflix, quindi, l’accordo è fatto, e in via di perfezionamento. Ma la battaglia è ancora lunga.

Il cinema è morto?

Era questo che si chiedevano, anzi, che affermavano, senza nemmeno il dubbio del punto interrogativo, addetti ai lavori e semplici appassionati nei tanti post di commento che sono fioccati da venerdì mattina. Detto che a questo punto non c’è nulla di certo, e tutto va coniugato al condizionale, che cosa accadrebbe se Warner Bros. finisse in mano a Netflix? È chiaro che i timori sono, prima di tutto, per il futuro del cinema. La Warner Bros. e Netflix hanno due modelli di business agli antipodi, sono il classico e la modernità, il tradizionale e il disruptive. Se in questi anni Warner ha sempre creduto nel cinema al cinema, nella produzione dei grandi film per la distribuzione in sala, Netflix ha sempre pensato ai film, anche a quelli d’autore, decisamente cinematografici, soprattutto come contenuti a uso e consumo della piattaforma di streaming. In questi anni, infatti, i film prodotti da Netflix hanno avuto una distribuzione in sala che è stata decisamente residuale: poche sale, “finestre” molto brevi, comunicazione sottotono, per un impatto in sordina. Tutto in vista dell’uscita su piattaforma, il vero core business di Netflix, finalizzata ad attrarre abbonati. Per chi ha seguito il mercato in questi anni non è stato difficile ipotizzare i futuri scenari del mondo del cinema: una nuova proprietà poco interessata alla distribuzione dei film in sala avrebbe preso la proprietà di uno degli storici studi di produzione dei film. Ma non si tratta solo di questo: Netflix è nota anche per un controllo molto deciso dei propri contenuti. Per cui ci si chiede se gli studi della Warner avrebbero ancora la libertà creativa che hanno oggi. Secondo molti, allora, la morte del cinema era servita, in diretta streaming.

Ma davvero Netflix avrebbe interesse a uccidere il cinema?

Da altre voci, però, non si dà così per scontato che Netflix debba applicare il suo attuale modello di business anche alle produzioni e alle proprietà intellettuali della Warner Bros. Secondo queste opinioni il colosso di Ted Sarandos potrebbe invece essere interessato a diversificare il suo business. Scegliere cioè di portare avanti i prodotti della Warner per una distribuzione in sala, rilanciando l’idea del cinema al cinema, e destinare allo streaming i propri progetti e le proprie i.p., che ormai vivono di una vita consolidata sulla piattaforma. Diverso è poi il discorso delle sinergie: i film della Warner, anche se pensati per il cinema, probabilmente troverebbero poi una collocazione naturale, una volta esaurita la finestra “theatrical”, su Netflix, in modo da ottimizzare l’investimento. In questo senso, però, è bene dire due cose. La prima è che tutto si giocherebbe sulla finestra tra sala e piattaforma, perché finestre molto brevi danneggerebbero il percorso dei film nei cinema. Inoltre, sapere che un film ha già una destinazione decisa una volta conclusa la sua esperienza in sala, può fare da deterrente per il pubblico verso la scelta di vedere un film al cinema, sapendo che, aspettando poco, può vederlo a casa.

E HBO Max?

Pochi giorni prima dell’annuncio del passaggio di Warner a Netflix, era diventato ufficiale l’annuncio dello sbarco in Italia, dal 13 gennaio, di HBO Max, la piattaforma di streaming del noto canale, nato come tv via cavo, e produttore HBO. E sinonimo di contenuti di qualità come Game Of Thrones, Euphoria, Chernobyl, True Detective, molte delle migliori serie tv prodotte in questi anni. Un’altra domanda da farsi, oltre a quella sul futuro del cinema, è quella sul futuro della tv. Il tenore dei commenti, una volta saputa la notizia venerdì scorso, era allora: “HBO Max, appena nato e già morto”. È davvero così? È lecito chiederselo. Una volta entrata in possesso delle library di un colosso come HBO, Netflix sarebbe ancora interessata a mantenerle entrambe, magari ottimizzando l’offerta commerciale e organizzandola in pacchetti? Oppure tenderebbe a far confluire i contenuti e le i.p. di HBO tutte sulla propria piattaforma per rafforzarla ulteriormente? E anche qui, in entrambi i casi, ci si chiede: che ne sarà della proverbiale libertà creativa e della conclamata qualità dei contenuti HBO, nota in tutto il mondo, una volta diventata parte di Netflix? HBO infatti ormai è considerato un vero marchio di fabbrica, un brand che significa qualità assoluta quando si parla di serialità. Netflix, e i suoi contenuti, hanno tutt’altro stile e tutt’altro posizionamento. Verrà uniformato tutto o verranno mantenute le varie specificità dei due brand? A prima vista le possibilità potrebbero essere tre: HBO potrebbe diventare una delle sezioni della piattaforma Netflix, come Hulu oggi è una delle sezioni nel menù della piattaforma Disney+. HBO potrebbe essere uno dei canali aggiungibili, con un abbonamento extra, a chi già è abbonato a Netflix, come avviene per i canali di Prime Video e Sky. Oppure che il marchio HBO sparisca, e che tutto confluisca sotto l’egida di Netflix. Anche qui, poter presentare alcune serie come An HBO Original, però, sarebbe motivo di prestigio per chiunque sia il nuovo proprietario di Warner e quindi del canale.

Cosa cambierebbe con l’arrivo di Paramount: sarà censura?

Chi temeva la morte del cinema ha salutato con entusiasmo l’entrata in scena di Paramount. La ratio che spinge quella di Paramount ad essere l’offerta più allettante, oltre al fattore economico e al fatto che intenda acquisire il pacchetto completo degli asset Warner, è proprio la diversa attitudine nei confronti del cinema. “Una Hollywood più forte” è il motto di Paramount, quasi un claim di natura pubblicitaria (A Stronger Hollywood) e vuole puntare a rafforzare entrambi gli studios che, insieme, potrebbero scambiarsi i.p., know-how, ottimizzare investimenti, mettere a punto sinergie, creare crossover tra le loro i.p. e i loro personaggi. Paramount ha come core business il cinema in sala, ci crede, e sarebbe naturale mantenere questa impostazione anche per i film della Warner Bros.

Ma qual è allora il rischio di un passaggio a Paramount?

Tutto rose e fiori? Non è così semplice. Detto che, a quanto sembra, Netflix sarebbe tuttora in vantaggio nella corsa alla Warner Bros., le preoccupazioni sarebbero legate alla vicinanza di Paramount a Donald Trump. Quel Donald Trump che non aveva visto di buon occhio il passaggio di Warner sotto l’egida di Netflix e che pare stia facendo la sua parte nell’agevolare Paramount nella scalata. Quale sarebbe allora il rischio? Qualcuno parla di “censura” e di un nuovo maccartismo, una caccia alle streghe. Il termine è chiaramente estremo. Ma un mondo del cinema – Paramount e Warner insieme costituirebbero quasi un monopolio – legato al potere, alla classe dominante in America, probabilmente significherebbe meno pluralismo, contenuti più “addomesticati” e meno libertà di espressione. Neanche questa, probabilmente, sarebbe una soluzione ideale. Eppure c’è chi ha detto che le censure ci sono sempre state e sono passate, mentre il cinema, se muore, non rinasce più. Sono sempre solo opinioni. Ed è anche vero che sono più o meno 100 anni che diamo il cinema per morto. In ogni caso il futuro è ancora così nebuloso che provare a indovinarlo è difficile. Come dicevano Mogol e Battisti, lo scopriremo solo vivendo.

di Maurizio Ermisino