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Le Balene non passano il Rubicone. E hanno trovato un’azienda che ha deciso di non passarlo insieme a loro. Smeg. Ecco perché tra analogico e digitale per loro c’è di mezzo un Rubicone, che non va oltrepassato

Lo abbiamo chiesto direttamente a Smeg: perché avete deciso di non passare il Rubicone? Qui le risposte. Non sono nominative, ma riferite a tutta l’azienda, che per policy appare sempre come squadra.

 Come è nata la vostra partecipazione al progetto Rubicone? Cosa vi ha convinto a partecipare? 

“Siamo stati contattati da LE BALENE che ci hanno coinvolto in questa entusiasmante avventura tra mondo analogico e realtà digitale”.

Che tipo di risultati vi aspettate da questa esperienza?

“Un’analisi creativa di aspetti tipici che caratterizzano la comunicazione dell’era contemporanea e appena passata. Uno scambio di visioni che ci faranno probabilmente avvertire la nostalgia dell’anlogico e ci faranno sentire inesorabilmente legati al digitale”.

Quanto è importante per voi l’analisi dei dati nel progettare la vostra comunicazione?
“Nell’era della comunicazione digitale, l’analisi del dato è imprescindibile per costruire una solida ed efficiente strategia di comunicazione e la viviamo come una grande opportunità che facilità il lavoro di pianificazione dei contenuti da diffondere”.

Qual è l’importanza del digitale nella comunicazione Smeg?

“Il digitale corre ormai in parallelo all off line, possiamo dire che negli ultimi due anni ha avuto un importanza crescente fino a diventare il principale canale di investimento”.

Il vostro consumatore è più analogico o più digitale?

“Il nostro consumatore è una figura scolarizzata, amante dei viaggi, dell’arte, interessata al design, alla tecnologia  per cui sicuramente approccia la comunicazione digitale in modo naturale e spontaneo ma come cultore del bello e della qualità dei materiali, non prescinde da un contatto diretto col prodotto, mantenendo sempre il rapporto con la realtà analogica”.

 Pensi che la cucina sia ancora un luogo analogico o è invece prevalentemente digitale?

“E’ un luogo analogico che si serve del digitale, la cucina per sofisticata che sia, resta il nostro focolare domestico e vogliamo pensarla come a un momento conviviale dove affermiamo prima di tutto la nostra identità cucinando, chiacchierando, mangiando, sedendoci allo stesso tavolo”.

Ti ricordi quando è avvenuta la svolta digitale in Smeg e cosa ha comportato per l’azienda?  

“L’integrazione del digitale è avvenuta passo dopo passo ma sicuramente l’apertura dei canali social ci ha aiutato a riorganizzarci all’interno dell’azienda per rispondere al consumatore finale in modo più reattivo, permettendoci di avere inoltre feedback diretti da parte degli utilizzatori dei nostri prodotti”.