AI Tech Data

L’adozione della criptovaluta supera la preparazione delle banche in Europa

Il rapporto di Bitpanda Technology Solutions rileva che, nonostante il crescente interesse da parte di retail e istituzioni, solo il 19% degli istituti finanziari con sede nell'UE offre attualmente servizi di criptovaluta
Bitpanda HQ

Un nuovo report di Bitpanda Technology Solutions, realizzato insieme a zeb Consulting, mostra che le istituzioni finanziarie europee stanno sottovalutando in modo significativo la domanda di accesso alle criptovalute da parte di aziende e investitori privati. Il rapporto si basa sui dati raccolti da oltre 10.000 intervistati in 13 Paesi europei. Si tratta di uno dei primi studi che analizza in modo olistico l’adozione delle criptovalute tra gli investitori retail e business in tutta Europa e che abbina questa visione a quella qualitativa approfondita delle istituzioni finanziarie (FI) sulla loro adozione e sui loro piani futuri.

L’ottimismo degli investitori privati

Dall’analisi dei dati del sondaggio emerge un ampio consenso da parte degli investitori privati (27%) e aziendali (56%) sul fatto che le criptovalute diventeranno sempre più importanti nei prossimi tre anni. Inoltre, più del 16% degli investitori privati e più del 40% di quelli aziendali hanno già investito in criptovalute, e un ulteriore 12% e 18% rispettivamente sta pianificando di entrare presto nel mercato.

Nonostante la crescente domanda, gli intermediari finanziari intervistati nell’ambito del rapporto affermano che solo il 19% della loro base clienti mostra un’elevata domanda di prodotti crittografici, il che suggerisce che essi sottostimano di oltre il 30% l’effettiva adozione della crittografia da parte degli investitori privati.

La crescente domanda viene lentamente riconosciuta dagli istituti finanziari in tutta Europa: il 18% degli istituti finanziari intervistati sta pianificando di espandere la propria offerta di servizi di criptovaluta. Tuttavia, l’obiettivo più importante per questi istituti è quello di espandere la loro offerta di servizi nei trasferimenti di criptovalute. Sebbene questo sia un passo positivo per il settore delle criptovalute, è più incentrato sull’aumento degli AUM che sulla soddisfazione della crescente domanda di servizi al dettaglio.

Le preoccupazioni degli istituti finanziari

Questa limitata possibilità di adozione è dovuta a preoccupazioni legate ai rischi di reputazione (31%), alla mancanza di conoscenze all’interno dell’azienda (21%) e alla mancanza di risorse (14%). Questa esitazione contrasta nettamente con il comportamento degli investitori commerciali e retail, che stanno adottando le criptovalute a un ritmo significativamente più veloce di quanto le banche si aspettino.

Il quadro MiCAR dell’UE

Con l’introduzione del quadro MiCAR dell’UE, gli intermediari finanziari dispongono ora di un percorso normativo chiaro per l’integrazione degli asset digitali. Questo rappresenta un punto di svolta cruciale per la finanza tradizionale, eliminando molte delle barriere che in precedenza ne rallentavano l’adozione.

Lo studio suggerisce che le banche che non si adeguano rischiano di perdere una delle classi di attività in più rapida crescita in Europa.