Mercato

L’adv italiano vale 11,6 miliardi, il digitale supera quota 6 miliardi. Ma Noci avverte: “Serve un reset”

Secondo i dati dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, nel 2025 l’internet advertising supererà il 50% della raccolta complessiva. Crescono TV 2.0 e retail media, ma l’intelligenza artificiale mette in discussione modelli e certezze consolidate

Il mercato pubblicitario italiano si avvicina alla soglia dei 12 miliardi di euro e continua a crescere. Secondo i dati presentati a Intersections 2025 da Andrea Lamperti, Senior Advisor dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, la raccolta complessiva nel 2025 raggiungerà 11,6 miliardi di euro, in aumento del 5% rispetto al 2024.

Di questi, oltre 6 miliardi arrivano dal digitale, che cresce del 10% su base annua (+0,5 miliardi), rappresentando ormai il 52% dell’intero mercato pubblicitario italiano.

L'internet advertising

Un trend che conferma la progressiva centralità dell’online, ma anche la forte concentrazione del mercato: i grandi player internazionali (OTT) detengono l’84% della raccolta digitale, due punti in più rispetto all’anno precedente.

Internet advertising, il peso dei grandi player internazionali

CTV e Retail Media: i motori della crescita

Tra i comparti più dinamici spicca la Connected TV (CTV o TV 2.0), che nel 2025 supererà i 700 milioni di euro (+23%), raddoppiando la crescita media del digitale e rappresentando oltre il 10% della raccolta online. A trainare il segmento, le app su Smart TV, l’addressable TV e gli spazi offerti dai produttori di dispositivi.

La TV 2.0, l'andamento del mercato

Anche il Retail Media – ovvero gli spazi pubblicitari e i dati messi a disposizione dai retailer per gli inserzionisti – continua a espandersi: 640 milioni di euro (+27%) rispetto all’anno precedente. Una crescita che però resta fortemente influenzata dai colossi internazionali, che controllano circa l’80% del mercato complessivo.

Retail Media - il mercato italiano

Il video si conferma il formato dominante (56% della raccolta digitale), mentre l’audio cresce del 3%, con la componente digitale che raggiunge il 10% del settore.

Il mercato pubblicitario: suddivisione per formati

“Serve un reset nel modo di pianificare la comunicazione”

Ha chiuso l’intervento Giuliano Noci, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet Media, che ha lanciato un messaggio netto all’industria della comunicazione: “Abbiamo vissuto tre grandi ondate tecnologiche – i media tradizionali, Internet e ora l’intelligenza artificiale. Ma a ogni passaggio ci siamo adattati in modo incrementale, aggiungendo nuovi mezzi senza ripensare davvero il modello. È arrivato il momento di un reset”.

Per Noci, l’AI non è solo un’evoluzione tecnologica, ma una forza capace di mettere in discussione categorie consolidate – dal browsing ai motori di ricerca – imponendo un ripensamento del modello di pianificazione.

“Continuiamo a dividere digitale e non digitale, TV e Smart TV, come se avessero ancora senso queste distinzioni”, ha aggiunto. “Ma le nuove generazioni non vanno su Internet: sono in Internet. Vivono in un tessuto connettivo fatto di esperienze, contesti e convenienze”.

Da qui l’invito a superare una logica media-centrica e a costruire una pianificazione che parta dai contesti di vita e dagli obiettivi di comunicazione, per poi scegliere i mezzi come conseguenza perché “una pianificazione che parte dai mezzi rischia di non essere parlante, di non convergere con i comportamenti dei giovani, futuri detentori di potere d’acquisto”.

Infine, l’esortazione a utilizzare dati e AI per migliorare la ‘market effectiveness’, verificando la coerenza e l’efficacia delle strategie in tempo reale: “Quando il mondo cambia, occorre cambiare. L’AI ci offre la possibilità di misurare e ottimizzare costantemente, ma serve un cambio di paradigma, non un semplice aggiustamento”.

di Monica Gianotti