La produzione è Indigo Film per Fondamentale, la filiera delle costruzioni. Noi che veniamo da lontano è una sintesi perfetta di cosa vuol dire comunicare i valori d’impresa: dentro c’è il passato, il futuro, la bellezza, l’innovazione e la sicurezza sul lavoro. E’ un film di recitazione e di montaggio. Luca Zingaretti è il volto e la voce narrante (il corto è stato adattato anche come annuncio radio, dove funziona molto bene): si muove davanti alle imponenti arcate del Parco degli Acquedotti a Roma, guardando in macchina e parlando con la sua voce calda. Mentre scorrono le immagini dei nostri grandi monumenti, da Roma a Venezia, il racconto vira anche su cantieri e lavoratori, che operano in sicurezza. È un film importante per come è realizzato, ma anche per il nome che è stato dato alla filiera. Il brand naming e il brand building in questo caso sono molto efficaci: la parola Fondamentale evoca le fondamenta, e quindi immediatamente il settore. Ma anche la solidità di questo e del risultato del suo lavoro. E, infine, c’è l’importanza, appunto fondamentale, di questo settore per tutti noi. Grazie ad esso sono nati gli edifici dove viviamo, lavoriamo, apprendiamo.
Fondamentale, né promozione, né marketing, ma comunicazione, pro tutti
“È un film che dura pochi minuti ma è un lavoro tutt’altro che banale” ci ha raccontato Luca Zingaretti, da oggi nei cinema con il suo primo film da regista, La casa degli sguardi. “Non ci trovavamo nella necessità di convincere qualcuno, ma in quella di parlare del lavoro importante che fa per questo Paese una filiera. L’idea che mi era venuta era di raccontare qualcosa che ci interessasse. E siamo partiti dai nostri monumenti: sono stati gli antenati di chi fa oggi costruzione a costruirli e sono quelli che ci hanno resi famosi nel mondo. Una filiera come questa ha creato nel corso di un lungo tempo il suo nome la sua affidabilità. Ancora oggi siamo considerati i migliori nel nostro campo”. “La sfida è stata mettere insieme tutti – artigiani, piccole e imprese e sindacati – sotto un unico logo, Fondamentale” spiega Federica Brancaccio, presidente ANCE. “È stato perdere un pezzo della propria identità. Ma da tempo ci lamentavamo di non riuscire a raccontarci. In realtà avevamo quindi bisogno noi per primi di recuperare l’identità. Volevamo comunicare l’orgoglio di un lavoro. Non un’operazione promozionale nè di marketing”. “È un vero e proprio prodotto di comunicazione, che ho seguito con passione e invidia per come hanno pensato per il bene comune e non ognuno con la propria sigla” ha aggiunto Francesca Cima, co-founder di Indigo Film e produttrice. “È un comparto esteso, che compone lavoratori, formatori, scuole edili, e ha coniato un marchio che nessuno conosceva. Un marchio che spero possa continuare. Nella parola Fondamentale è contenuta la parola fondamenta. Che sono le basi di qualsiasi cosa. I componenti della filiera si sono uniti: è una cosa che molti settori dovrebbero fare per comunicare le imprese e la loro importanza per il Paese. Quanto al film ci hanno solo detto: deve parlare al cuore delle persone. È questo l’obiettivo che ha portato Luca”.
Tutto quello che avreste voluto sapere su un palloncino…
Ha un titolo “alleniano” uno dei film più particolari che abbiamo visto nella prima serata del Premio Film Impresa. È Tutto quello che avreste voluto sapere su un palloncino, che non avete mai osato scoppiare di Nicolò Donnantuoni. La Produzione è Susy Film per Gemar, uno dei più grandi produttori di palloncini. È un film che è nato proprio per partecipare a questo premio. Donnantuoni e la sua squadra si sono chiesti come raccontare la produzione di questo oggetto. E hanno puntato sul palloncino, un oggetto che dentro ha solo aria, ma che per un bambino, in teoria, potrebbe contenere un mondo. E allora hanno dato vita a un film immaginifico provando a farci vedere cosa potrebbe agitarsi dentro un palloncino, che è qualcosa che, prima o poi, è destinato a morire. Ecco allora vivere, dentro la membrana elastica, l’equipaggio che potrebbe essere quello di un’astronave o di un sottomarino, impegnati a tenere integra la membrana e a far vivere il palloncino il più a lungo possibile. Realismo magico e film d’azione si mescolano allora, in un continuo dialogo tra “dentro” e “fuori”. Sulle note, non casuali, di Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli, presidente di giuria di quest’anno.
La Visione di NETGROUP
Visione di Giulio Donato, prodotto da Jumping Flea per NETGROUP, è invece un viaggio nel passato, nostalgico e pieno di speranze. È la storia di un’avventura particolare, che potrebbe essere quella di uno Steve Jobs. Quella di sei ragazzi che, partendo da una cantina, hanno dato vita una tecnologia di rete in tutto il paese. Nel 1994 questi ragazzi avevano una visione: portare internet alla portata di tutti. Oggi l’azienda conta più di mille addetti. Il film racconta la sua nascita e arriva fino a oggi, con l’unione, il senso di appartenenza, la cybersecurity, il quantum computing. E la cosa bella è che quei sei ragazzi con una visione si sentono dire che internet è un’invenzione senza futuro. Ma si diceva così anche del cinema.
Unicredit: +3% di quota di mercato grazie alla tecnologia
La serata d’apertura del Premio Film Impresa è iniziata con il talk Futuro, Innovazione e AI, dedicato al grande tema dei nostri giorni, l’Intelligenza Artificiale. “È una sfida enorme” ha commentato Roberto Fiorini, Regional Manager Centro Italia UniCredit. “Si tratta di incentivarla, coltivarla, di far parte di un tessuto imprenditoriale di cui siamo capofila. Abbiamo implementato un motore di delibera automatica del finanziamento alle persone fisiche, che ci permette di dare una risposta nel giro di 20 minuti. Questo ci ha permesso di aumentare enormemente le quote di mercato, di 3 punti percentuali”. Unicredit è nota anche per il suo impegno nel cinema. “Ci abbiamo creduto da un po’ di anni” spiega Fiorini. “Abbiamo realizzato un expertise center dedicato alla finanza dedicata all’audiovisivo, un centro di documentazione con 5 persone che fanno solo questo”.
Almaviva: l’AI è una sfida culturale
“L’AI riflette quello che siamo, quello che vogliamo diventare” spiega Michele Svidercoschi, direttore Comunicazione Marketing e Relazioni Istituzionali Gruppo Almaviva. “Io penso che la domanda non sia ‘cosa può dare L’AI per le aziende. Ma ‘cosa vogliamo farne noi di uno strumento che aumenta le nostre possibilità. È una sfida tecnologica, ma è soprattutto una sfida culturale”. Tra le 13 eccellenze europee in fatto di AI c’è AlmaWave, azienda di Almaviva che ha creato un suo modello di AI. “L’innovazione non è neutrale” commenta Svidercoschi. “Penso che neanche l’AI sia neutrale, né debba esserlo. È uno strumento che aumenta le possibilità, una realtà aumentata condivisa. Ci consente di portarci dietro quello che abbiamo di più prezioso. L’immaginazione è più importante della conoscenza. Il nostro lavoro è tenere insieme conoscenza, immaginazione e responsabilità”.
Il Messaggero: La tecnologia nell’editoria è fondamentale
“La tecnologia anche nel mondo editoria è fondamentale” interviene Alvise Zanardi, direttore generale de Il Messaggero. “Chi produce contenuti non può fare a meno di una tecnologia evoluta. L’AI vuol dire software avanzati che permettono di fare cose che prima non si potevano fare. Il Messaggero è la nave che guida il resto del gruppo. Si tratta di sinergie che sono possibili solo attraverso la tecnologia”. La tecnologia ci permette di lavorare meglio. È quindi ora di sfatare una narrazione che voleva che le AI ci avrebbero portato via il lavoro. E di lavoro ci può parlare Umana. “L’innovazione la fanno le persone” spiega Francesco Egini, responsabile Relazioni Esterne e Rapporti Associativi Umana. “I giovani sono cambiati: valutano molto i valori dell’azienda. Le competenze negli anni saranno sempre più decisive per le aziende, che per attrarre talenti devono raccontarsi. Le grandi aziende lo fanno. Le piccole e medie devono imparare. E questo sarà decisivo”.
Edison: energia con tecnologie innovative
L’innovazione è importantissima per chi crea energia. Lavinia Bellioni, Responsabile Affari Istituzionali Territoriali Edison, ci ha spiegato come l’azienda “ha sempre agito in maniera innovativa, con l’obiettivo di essere parte del cambiamento. Creare innovazione vuol dire produrre l’energia con tecnologie innovative che le permettessero di impattare di meno sul territorio”. Luigi Gallo, responsabile Incentivi e Innovazione Invitalia, che nel 2023 ha sostenuto 64mila progetti di impresa e dato vita a 4mila nuova imprese ci ha raccontato una tendenza che ci piace. “Dal nostro punto di vista vediamo un’impresa femminile che sta crescendo” ci ha raccontato Gallo. “Le imprese femminili, storicamente legate a settori tradizionali, si stanno spostando verso settori di tipo più tecnologico. C’è molta audacia nelle donne nel cimentarsi in ruoli più forti”.
di Maurizio Ermisino