Youmark

Gusmeo/True Company: la creatività? Il dato è un numero perfetto o perfettibile? Dobbiamo saperlo leggere senza rimanerne troppo influenzati. Perché i dati sono il passato, la nostra mente è il futuro. Cito Hill: ‘la scala del successo non è mai affollata nei gradini più alti’. In troppi siamo in grado di avere, analizzare e costruire i dati, ma sui gradini più alti si trovano i pensatori, la creatività

Massimiliano Gusmeo, Ceo True Company, in merito alla ‘questione creatività’ da youmark sollevata:

“Invece di concentrarsi sul tema creatività, in opposizione alla tecnologia e quindi ai dati (come se una escludesse l’altra) preferisco tornare alla base, perchè ogni tanto azzerare la mente e ripartire da capo è come resettare e pulire il computer dai cookies (a proposito di tecnologia…), così riparti più veloce e con le idee più chiare. Se vuoi che una certa cosa cambi, allora cambia il modo in cui la guardi.

Il dato è un numero perfetto oppure è perfettibile? E’ influenzato o meno da chi lo analizza? La cosa che ho compreso meglio nella vita è che nulla è sicuro, tantomeno i dati, quindi perchè affrancarcisi come se fossero l’unica certezza che abbiamo? Certo il linguaggio è più definito, meno contestabile, chi ha più armi per l’analisi sa che ha più probabilità di successo apparente, ma dobbiamo sempre ricordare che a volte bisogna fare un passo indietro e vedere le cose sotto un’angolazione diversa, così facendo possiamo trovare le soluzioni che cerchiamo e questo i numeri non lo sanno fare.

A questo punto vorrei proporre un’altra riflessione, visto che i numeri sono stati analizzati nel passato e/o nel presente, ma il processo creativo è orientato al futuro, come possono convivere le due cose? Semplice dovremmo essere capaci di poter leggere i numeri ma non rimanere completamente influenzati da essi poichè sono il passato e la nostra mente è il futuro. Facile a dirsi ma difficilissimo a farsi.

Voglio chiudere con questa frase di Napoleon Hill ‘La scala del successo non è mai affollata nei gradini più alti’. Oggi tanti, troppi sono in grado di avere, analizzare e costruire i dati ma sui gradini più alti ci sono solo i pensatori, i creativi…”.