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Gruppo Sanpellegrino: la csr di nuova generazione guarda alla produzione di valore condiviso. Con numeri che invitano a prendersi maggiore cura del brand ‘made in Italy’, pro economia e occupazione. E, nonostante da noi non sia facile fare sistema, è la squadra che vince. Pure in comunicazione, dove si conferma il pool di agenzie

Nello specifico, Ogilvy & Mather  (Acqua Panna e S. Pellegrino), Armando Testa (Sanbittér), Publicis  (Nestlé Vera, Belté Vera), Lowe Pirella (Aranciata, Recoaro, Chinò e Levissima, a breve il nuovo spot) e Maxus per il media.

Ma non è stato questo il tema dell’incontro tenutosi ieri a Milano (al microfono di youmark l’ad e presidente del Gruppo Sanpellegrino, Stefano Agostini), protagonista la presentazione dei dati dello studio condotto da Althesys per misurare quanto valore questo Gruppo sa generare in Italia, grazie a una produzione completamente radicata nel nostro paese, nonostante si esporti per il 30% del fatturato e la percentuale sia in continua crescita (come non succede invece ai consumi italiani. Stime 2014, Pil in crescita dello 0,5%).

Detto in altre parole, si è trattato di misurare i risultati di una responsabilità sociale che, oltre all’ambiente, allarga all’interesse di ogni stakeholder, concentrandosi sul senso più alto dell’essere impresa, argomentando quanto il proprio profitto debba realizzarsi contestualizzando un ruolo economico e sociale determinante per l’intero paese (ascolta al microfono di youmark Daniela Murelli, direttore csr Gruppo Sanpellegrino), dalla prosperità dei fornitori, all’occupazione, alla formazione dei giovani. (segue sotto)

Bene, considerando tutti gli attori della filiera, nel 2012 si è creato un valore pari a 1,1 miliardi di euro, circa lo 0,10% della produzione industriale nazionale e 2,4 volte il fatturato stesso di Sanpellegrino in Italia (465 milioni di euro).

Nel dettaglio, il dato si compone del valore aggiunto generato dai fornitori del Gruppo (agricoltura, industria e servizi), pari a 208 milioni di euro, da Sanpellegrino stesso, 448 milioni, dal sistema logistico, 77 milioni, dai canali distributivi, 371 milioni, mentre 258 milioni vale il contributo dell’export al valore condiviso creato nell’intera filiera in Italia.

La filiera coinvolge circa 4.550 aziende che nel 2012 hanno occupato 7.000 di persone, lo 0,17% degli impiegati nell’industria italiana. Sapendo che 1.600 sono dipendenti diretti di Sanpellegrino, significa che per ciascuno di loro sono stati creati 3 posti di lavoro.

Il tutto avendo l’intera filiera portato nelle casse dello stato italiano una contribuzione fiscale pari a 390 milioni di euro (il dato è stato calcolato attraverso le imposte pagate dalle imprese, dai lavoratori e dai consumatori italiani).