Dopo quasi dieci anni di attività, Freeda chiude definitivamente. La società madre, Digital Media, ha depositato la richiesta di liquidazione volontaria, segnando la fine di un’epoca per il media milanese. Questo evento è ancora più evidente dal fatto che la pagina ufficiale non è più attiva.
Freeda era nata come una media company di Milano, con soci noti come Ginevra Elkann, Remo Ruffini e Luigi Berlusconi. Nel corso degli anni ha vissuto un percorso fatto di successi e difficoltà, iniziando nel settore della pubblicità digitale, oggi dominato dai colossi internazionali della tecnologia. Per cercare di reagire alla crescente competitività, l’azienda aveva creato una business unit dedicata al marketing digitale, che tra il 2021 e il 2024 ha prodotto ricavi superiori a 20 milioni di euro.
Tuttavia, nel 2024, la perdita di alcuni contratti strategici ha portato a un calo del 30% del fatturato, minando la stabilità finanziaria del gruppo. Nei mesi successivi, Freeda ha tentato di vendere sia la divisione media sia la piattaforma tecnologica, ma senza successo. Con l’impossibilità di trovare una soluzione, nelle prime fasi del 2025 è stata avviata una trattativa negoziata per gestire la crisi, che però si è rivelata insufficiente. Alla fine, la decisione di chiudere l’attività è stata inevitabile.