KLEINRUSSO nasceva 17 anni fa per rispondere a un sistema pubblicitario troppo rigido e dominato da grandi agenzie. Un modello bloccato, uguale a sé stesso. La soluzione fu la creazione di una community con un’organizzazione liquida, aperta, veloce.
Il mercato oggi
Lo scenario è radicalmente cambiato: 25.000 imprese italiane operano nella comunicazione, 15.000 nella pubblicità, 1.600 con fatturati tra 500.000 e 10 milioni. Un settore esploso, spesso improvvisato, dove ‘basta attaccare una targa alla porta per diventare agenzia’. Mentre brand storici scompaiono e il sistema si frammenta, la sfida non è più il modello organizzativo bensì la crescita. Servono dimensioni più robuste e, soprattutto, competenze armonizzate.
L’incontro con SG Company e la visione condivisa
SG non è una collezione di fatturati, ma un gruppo industriale con una strategia precisa di presidio delle competenze. Ogni società resta autonoma nella governance, ogni ‘sister’ mantentiene la propria identità e direzione.
La centralità della ‘parte alta’
Strategia, narrazione, creatività. La ‘parte alta’ del lavoro quale punto di origine di ogni progetto. Lo storytelling resta la base del mestiere.
Il valore del gruppo: risorse e metodo
Essere parte di SG consente di investire nelle competenze necessarie per far esplodere strategia e creatività, cosa impossibile da soli. Le riunioni ogni 15 giorni con tutte le sister agency alimentano un ecosistema di imprenditori con visioni affini e professionalità verticali. La parte alta resta nelle mani di KleinRusso, che ha curato la nuova brand image del gruppo SG e, a breve, lancerà anche la propria.
AI e mercato: caos o vita?
L’industry vive un caos evidente, alimentato dall’AI, ma non solo. Per Russo, però, non è una minaccia bensì un segno di vitalità dopo anni di stagnazione. L’impatto sull’occupazione sarà inevitabile e doloroso, come sempre quando nasce una nuova tecnologia, ma l’AI sarà strumento che, nelle mani giuste, potrà creare linguaggi e possibilità oggi impensabili.
Il futuro dei giovani e la magia del mestiere
Il vero problema è la retribuzione, oggi è difficile pagare adeguatamente i talenti. Ciò che può rendere ancora desiderabile questo lavoro è proprio la parte alta, quella più eccitante e intellettualmente appagante. Insomma, nonostante sia un mestiere poco remunerato, conserva una magia unica. Una professione che costringe a restare vivi, a pensare, a condividere.