“Emilia Pérez è il peggiore insulto al Messico”. È uno dei commenti, una delle tantissime reazioni negative che sono apparse sulla pagina Facebook dell’Academy a pochi minuti dall’annuncio delle nomination ai prossimi Academy Awards. Delle polemiche riguardo al film di Jacques Audiard sapevamo qualcosa, ma tutto è stato evidente al momento delle candidature. Emilia Pérez ha ottenuto 13 nomination agli Oscar: Miglior Film, Miglior Film Straniero, Miglior Regia, Miglior Attrice protagonista (Karla Sofía Gascón), Miglior Attrice non protagonista (Zoe Saldaña), Migliore Sceneggiatura non originale, Migliore Fotografia, Miglior Montaggio, Miglior Colonna sonora, Miglior Canzone originale (sono due, come era accaduto per Barbie, “El Mal” e “Mi Camino”), Miglior Suono, Miglior Trucco e acconciatura. L’Academy, in tempo reale, sui social media dedica un post ad ogni candidatura. E, ad ogni post, puntualmente i commenti negativi e le critiche comparivano non appena veniva annunciata la nomination. I commenti sono, come previsto, tutti di persone di origine latina. Per capirci, il tenore dei commenti è questo. “Il fatto che questo film vinca è un insulto ad altri film che lo meritano”. “Onestamente possono vincerlo tutti tranne Emilia Pérez”. “Emilia Pérez è il peggior film di sempre”. “Un solido gruppo di film da buoni a fantastici. Ed Emilia Pérez”, in riferimento ai 10 candidati come miglior film. “Emilia Pérez non dovrebbe essere in questa lista”, “o in qualsiasi categoria a dire il vero”. “Emilia Pérez non dovrebbe essere nominata per niente”. “Emilia Pérez è un film senza senso, povero, terribile e offensivo”. Accuse molto dure, e senza replica. Sotto ai post non c’è quasi mai nessun commento a difesa del film.
Gli stereotipi sul Messico
Tra i vari commentatori c’è anche chi argomenta chiaramente, andando a toccare quella che, secondo i messicani, e i latini in genere, è la chiave del problema. “Il film Emilia Pérez perpetua gli stereotipi messicani, che sono completamente falsi”. La polemica in Messico intorno all’ultimo film di Jacques Audiard va avanti da giorni, tanto che il regista, pochi giorni fa, ha addirittura dovuto cancellare una sessione di Q&A alla Cineteca Nacional de Mexico. Ha fatto discutere anche il post su X con cui l’attore Mauricio Morales ha preso una netta posizione. “Quando i messicani ti dicono che un film rappresenta un Messico pieno di stereotipi, ignoranza, mancanza di rispetto e trae profitto da una delle più gravi crisi umanitarie del mondo sono propenso ad ascoltare i messicani”.
La trama del film
La polemica è divampata solo nelle ultime settimane. Mesi fa, era maggio, quando Emilia Pérez di Jacques Audiard è stato presentato a Cannes, la critica ci era sembrata quasi unanime nel lodarlo: ha vinto il Premio della giuria e quello per la miglior interpretazione femminile, che per l’occasione è diventato un premio collettivo ad Adriana Paz, Zoe Saldaña, Karla Sofia Gascòn e Selena Gomez. Il film è un musical mélo sul mondo dei cartelli della droga messicani. L’idea è che un potente boss, nonostante abbia una moglie e due figli, cambi sesso e diventi una donna. A seguire Manitas, questo è il nome del protagonista prima di diventare Emilia Pérez, è un’avvocatessa, Rita, interpretata da Zoe Saldaña. È lei che si occupa di tutto, fino al cambio di sesso. Ma Emilia vuole tornare in Messico e incontrare i suoi figli. La protagonista è interpretata da Karla Sofia Gascòn, attrice transgender.
Contestazioni su tutte le categorie
Oltre alle accuse ad Emilia Pérez di essere un musical pieno di stereotipi, ci sono anche contestazioni di altro tipo: GLAAD (un’associazione di attivisti per i diritti LGBTQ+) sostiene che si tratti di un grande passo indietro per la rappresentazione transgender. Tornando ai commenti sui social, c’è anche chi entra nel merito, spiegando di volta in volta il perché sia un film sbagliato. “Non parlano nemmeno bene lo spagnolo. È come se non avessero voluto nemmeno avere personale di lingua spagnola per guidare la stesura del film, perché è assurdo pensare che ci siano così tante imprecisioni senza che qualcuno avesse detto loro che era sbagliato”. “Una sceneggiatura tradotta male in Google Translate e l’Intelligenza Artificiale viene nominata. È uno scherzo”. “Hanno usato il traduttore di Google per tutti i dialoghi e i testi. Selena canta letteralmente “You’re Welcome” come “Bienvenida”, il che non ha alcun senso”. È contestata anche la nomination a Karla Sofia Gascòn come miglior attrice protagonista. “Karla dovrebbe essere nominata insieme all’Intelligenza Artificiale che hanno usato per aiutarla ad aggiustare la voce” commenta un altro utente. Ne hanno anche per la nomination al montaggio. “Una volta ho visto su TikTok una scena di Emilia Pérez. Qualcuno ha chiesto nel commento se si trattasse di un montaggio di TikTok. La risposta è stata che il film era effettivamente così”. E poi le canzoni. “Le canzoni di Emilia Perez sono la parte peggiore del film! Mi state prendendo in giro”.
Le persone offese
Alcune dopo aver visto il film, altre probabilmente trascinate da un’onda che sta montando. Quasi mai si tratta di effettive critiche motivate e fatte con cognizione di causa. Fatto sta che il caso è scoppiato. E si tratta di capire se i giurati dell’Academy si lasceranno influenzare e preferiranno non premiare il film per evitare ulteriori polemiche, o andranno dritti per la loro strada a premiare un film che secondo gli addetti ai lavori ha degli indubbi meriti artistici.
Audiard si scusa
Che dire? La storia del cinema è piena di film in cui popoli, Paesi, mondi lontani e poco conosciuti sono stati rappresentati secondo stereotipi (anche noi italiani ne sappiamo qualcosa, anche per quanto riguarda casi recenti). Ma è anche vero che un tempo le distanze non erano accorciate come oggi. D’altra parte Audiard è regista sensibile e ha girato uno dei più bei film francesi sulle migrazioni e le banlieue, Dheepan – Una nuova vita. Per cui non crediamo alla sua malafede.
“Se ci sono cose in Emilia Pérez che vi sembrano scandalose, mi scuso” ha dichiarato infatti il regista, evidentemente toccato dalle critiche. “Quello che vorrei dire è che non sto cercando di fornire risposte. Il cinema non dà risposte, pone solo domande. E forse le domande poste in Emilia sono sbagliate. Forse le ho semplicemente trovate interessanti. Non volevo e non voglio essere pretenzioso”. Al giorno d’oggi che qualcuno si scusi non è affatto scontato.
di Maurizio Ermisino