Interviste

Le Rp secondo Edelman. E se cambiassimo anche il nome?

Il mercato, infatti, forse le percepisce in maniera diversa da quello che sono i servizi realmente offerti. Nel caso di Edelman, poi, si lavora al 50% corporate e 50% consumer, sempre come specialisti di comunicazione verso audience differenti

A poche settimane dalla sua nomina, abbiamo incontrato Mainardo de Nardis, Global President e Coo EDELMAN ITALIA.

Un ritorno di peso

Mainardo de Nardis, manager di lungo corso nel mondo della comunicazione e dell’advertising, è tornato in Edelman con un nuovo ruolo di vertice. Dopo cinque anni nel board del gruppo e una carriera che lo ha visto Vice Chairman in OMG e impegnato in realtà tecnologiche e imprenditoriali, de Nardis ci racconta come la proposta di affiancare Richard Edelman alla guida globale sia nata quasi per caso: “Conoscevo già l’azienda, le persone e la strategia e mi intrigava l’idea di applicare ciò che ho imparato nell’ad tech dentro una grande agenzia”.

Il valore dell’indipendenza

Edelman oggi è un gruppo internazionale da un miliardo di dollari di fatturato, presente in 24 Paesi ma ancora indipendente. Un’anomalia in un settore dominato dalle grandi holding e dalle concentrazioni. “Non dobbiamo rispondere a risultati trimestrali: possiamo pensare al lungo periodo, investire su persone e tecnologia”. Certo, l’indipendenza ha i suoi limiti (meno risorse per acquisizioni, crescita organica più lenta), ma, secondo il manager avere il controllo delle scelte è ciò che dà solidità.

Le relazioni pubbliche nell’era dell’intelligenza artificiale

Il mondo delle RP, a lungo considerato “sorella povera” della comunicazione, vive oggi una nuova stagione. In un’epoca in cui la reputazione è asset decisivo e gli algoritmi selezionano ciò che vediamo, la comunicazione ‘earned’, quella che nasce da fiducia e rilevanza, ha infatti peso enorme.

Italia, nodo strategico

L’Italia è un Paese di classe A per Edelman, gestisce clienti globali ma genera anche multinazionali che lavorano col Gruppo nel mondo. E poi c’è il legame personale visto che de Nardis nel 1991 vendette la sua agenzia, Gruppo D, proprio a Edelman.

La leadership nell’era iperconnessa

In un mondo frammentato e tecnologico, De Nardis individua quattro pilastri della leadership: ascoltare le persone, restare rilevanti per i clienti, costruire relazioni di fiducia e saper anticipare il mercato. “Le tecnologie cambiano, ma il valore del talento resta centrale. I clienti vogliono consulenti integrati nei loro team, non fornitori esterni. E vogliono misurare i risultati in termini di valore, non di ore lavorate”.

Remunerazione e valore

Tema caldo dell’industry, anche alla luce dell’AI, è la sostenibilità economica delle agenzie. “Noi siamo sempre stati premium price. I nostri clienti cercano qualità e integrazione. Ma il futuro sarà nei modelli a valore, ossia definire insieme al cliente cosa significa successo e legare una parte del compenso ai risultati concreti”.

Tre parole chiave: chiarezza, rilevanza, misurabilità

Essere chiari, rilevanti e misurabili. La chiarezza serve a rendere comprensibile un’offerta complessa. La rilevanza guida nell’adattare i messaggi. La misurazione è ciò che dà credibilità al lavoro.

Le direttrici strategiche

Guardando al futuro, tre gli assi su cui Edelman punta: il Trust Barometer, storico osservatorio sul livello di fiducia nel mondo, lo sviluppo del settore influencer e creator, che rappresenta la nuova frontiera della comunicazione ‘earned’, e l’earned flywheel, un modello che mira a generare un circolo virtuoso di fiducia, interesse e contenuto autentico, supportato dalla tecnologia.