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Festival di Cannes 2015. Calici alzati per l’Italia che c’è: Haibun sceglie BackMeApp di Always. E se leggete come la pensa sulle questioni calde del suo comparto, non poteva essere altrimenti

Cesare Fracca, Presidente ed Executive Producer Haibun

Creatività oggi fa rima con sharing, integrazione, big idea, goodness, utilità sociale, condivisione…Alla luce anche della scelta della case history che ci presenti, su quali elementi dovrebbe aver riflettuto la giuria di questa edizione del festival di Cannes per decretarne i Leoni?

“La case history che abbiamo presentato a Cannes è quella di Always ‘BackMeApp’ di Always (P&G) ideata da Leo Burnett (unico nostro Argento, categoria Mobile, ndr). In questo caso l’agenzia ha realizzato una App davvero straordinaria per originalità e utilità. Si tratta di una applicazione che consente di essere monitorati in un percorso ritenuto potenzialmente pericoloso, data l’ora tarda o la zona, da un amico/a. L’amico potrà sapere sempre in tempo reale dove si trova l’altra persona, se sta seguendo il percorso stabilito e attivarsi in caso di fermate troppo prolungate o cambi improvvisi e ingiustificati di percorso. Una applicazione utile, originale e che migliora la vita quotidiana delle persone. Ecco, questi sono alcuni dei criteri da tenere in considerazione per premiare la creatività a Cannes. Originalità e utilità sociale”.

Nel mercato italiano la produzione è troppo spesso considerata una commodity. Si valuta quindi sulla base del prezzo, senza considerare che è invece la capacità di coinvolgere partendo dal brief a fare la differenza. A suo giudizio, qualcosa sta cambiando? Dal suo osservatorio, come sta evolvendo il mercato?

“Il mercato al momento è stabile a mio giudizio. I budget si sono assestati sui livelli delle più efficienti soluzioni produttive, i margini sono ridotti ai limiti della sopravvivenza delle strutture e solo le case di produzione in grado di rispondere a questi requisiti altamente competitivi sono sul mercato oggi e ci saranno ancora domani. A mio giudizio il problema che ci troviamo ad affrontare è quello dei metodi di lavoro standardizzati, non coinvolgenti, non efficienti e disperdenti energie. Di fronte a un mercato completamente diverso si applicano gli stessi schemi di 15 anni fa. Andrebbero rivoluzionati i sistemi di approccio al lavoro tanto quanto si sono rivoluzionate le nostre aziende. Nel nostro caso, il brief, la conference call e il trattamento del regista sono un modo desueto per affrontare le nuove sfide che ogni progetto porta con sé. Ci vorrebbero i tempi per coinvolgere più a fondo la produzione e la regia in un confronto dettagliato con la parte creativa così da ottenere il massimo production value dai progetti. Invece i tempi a disposizione, che si sono ristretti quanto i budget, non consentono nulla di ciò. E’ vero, sempre di più si cerca di ‘usarci’ come commodity, quando invece siamo in grado di dare un production value creativo assolutamente al livello dei nostri competitor stranieri e anche di più se fossimo messi alla prova. Siamo infatti più eclettici delle cdp straniere. Individuiamo e lavoriamo con registi sempre nuovi, gestiamo molti più aspetti della pre-produzione, della post produzione e degli aventi diritto molto più dei nostri colleghi stranieri. Lavoriamo con tempi più stretti e con budget più piccoli, e riusciamo a mantenere ottimi standard qualitativi. Facciamo più cose, le facciamo più in fretta e superiamo più difficoltà. Siamo più bravi insomma!”

Oggi la comunicazione si muove senza dubbio nella direzione della integrazione. Le case di produzione, che da sempre sono abituate a co-agire con le agenzie, hanno mai pensato di ‘guidare’ il fenomeno? Ovvero di diventare strutture a servizio completo che si occupino anche di creatività, rp, eventi, social?

“In Europa si sta già verificando il fenomeno delle in house, production company delle agenzie, e anche qui in Italia ci sono diversi esempi di fusione tra competenze creative e produttive. Sicuramente si assiste a un generale evolversi delle competenze sia tra le agenzie che tra le case di produzione. Sarà un processo lungo che dovrà trovare i propri equilibri lentamente, ma credo che il futuro vedrà strutture omnicomprensive creativo-produttivo che semplificheranno e ottimizzeranno i processi realizzativi valorizzando la creatività e generando un migliore production value”.

CASE HISTORY

BACKMEAPP

Always, brand che invita le donne a vivere sfruttando a pieno le proprie potenzialità senza timori, questa volta ha realizzato un’applicazione che le connette ad un ‘Angelo Custode’. Veglierà su di loro per l’intero tragitto fino a casa. L’applicazione è di facile utilizzo: è sufficiente impostare il percorso e chiedere ad un amico o familiare di vegliare. Se si devia il percorso impostato o se ci si ferma per più di due minuti in un punto, l’angelo custode riceverà un messaggio di allarme perché qualcosa non sta andando come previsto. Se invece si arriva a casa sani e salvi, l’angelo custode riceverà un messaggio e si potrà chiudere l’applicazione. BackMeApp è stata lanciata a inizio anno in Israele, con risultati immediati, e a breve sarà disponibile in Polonia, Francia, Uk e altri Paesi nel mondo.

 Credit

Agenzia: Leo Burnett Italia

Executive Creative Directors: Francesco Bozza, Alessandro Antonini

Creative Director: Anna Meneguzzo

Copywriter: Sara Rosset

Art Director: Andrea Muccioli

Tv Producer: Laura Fappiano

Casa di Produzione : FabbricaVirali

Executive Producer : Cesare Fracca

Producer: Carlo Clerici

Director: Veronica Mengoli