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Diva Futura: il porno visto dalla segretaria di Schicchi

Sta tutta qui l’innovazione del film, nel punto di vista. E oggi che siamo moralisti intimamente immorali, scopriamo un mondo amorale ma mai immorale

“Non permetta mai alle parole degli altri di definire chi è lei”. Lo dice un convinto e convincente Pietro Castellitto nei panni di Riccardo Schicchi nel film Diva Futura di Giulia Louise Steigerwalt, che è stato presentato oggi, venerdì 31 gennaio, a Roma dopo essere stato in concorso al Festival di Venezia, ed è in uscita al cinema il 6 febbraio, in 300 copie distribuito da Piper Film. Prodotto da Groenlandia e Piper Film con Rai Cinema in collaborazione con Netflix, racconta l’epopea di Riccardo Schicchi e della sua agenzia Diva Futura, che rivoluzionò la cultura di massa trasformando l’utopia hippie dell’amore libero in un nuovo fenomeno: il porno. Sotto la sua guida, Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger e molte altre diventarono dive di fama mondiale e venne coniata l’espressione “pornostar”. Vi sembrerà una storia già raccontata, ma questo è uno sguardo diverso. Perché è raccontato dal punto di vista di Debora Attanasio, giovane e timida segretaria che con quel mondo pare non avere niente a che fare (è suo il libro da cui è tratto il film). E perché è filtrata da un altro sguardo femminile, quello di Giulia Louise Steigerwalt, che ha provato a raccontare l’intimità di queste ragazze, e di Schicchi, meno conosciuta del lato pubblico. Ne esce il ritratto di un uomo che è molto lontano da come si può immaginare sia chi fa pornografia. È gentile, cortese, pieno di cure, innamorato davvero delle donne. “Schicchi voleva sublimare, innalzare la donna e non mortificarla” spiega la regista. “Aveva una visione poetica che poi è diventata altro. Ma era questa. È un film ambientato nella pornografia ma il focus è sulle storie personali, sui sentimenti, i drammi. Ma anche su questo approccio giocoso, non convenzionale. Il costume italiano è uscito dal perbenismo degli anni Cinquanta e, dopo l’amore libero degli anni Settanta, ed è entrato in questo mondo”.

Dive del porno, ma anche nel costume e in tv: ma venivano derise

“La società ci condannava, ma era attratta da noi”, racconta la voce narrante di Schicchi nel film. Ed è stato davvero così. In quegli anni le dive del porno entrano nelle case degli italiani grazie al boom delle televisioni private e dei videoregistratori in VHS. Diventano un fenomeno di costume, vengono invitate in tv nei programmi generalisti. Grazie a uno straordinario lavoro di montaggio ed effetti speciali, le vediamo perfettamente inserite nelle immagini di repertorio, fuse con le immagini originali, nei programmi di Pippo Baudo, Maurizio Costanzo, Enzo Biagi. “Erano dive nel porno, ma lo erano anche nel costume, nei programmi tv” ci racconta Barbara Ronchi, straordinaria, che interpreta Debora. “Ma in quei programmi venivano anche derise. Veniva dato un limite: ‘Più di questo non potete essere’”. “Essere sottovalutata è la cosa che ferisce di più” dice una di loro. E in questo senso ci sono delle sequenze straordinarie. Fate attenzione allo sguardo di Moana Pozzi (interpretata da Denise Capezza) quando Roberto D’Agostino, in tv, le ricorda di essere ricorsa alla chirurgia e, in pratica, le dice di essere brutta e che chiunque può essere come lei. È delusa e ferita. Lo è anche più tardi, quando, dopo il fallimento della candidatura a sindaco di Roma, un giornalista ironizza con lei dicendo “non ce l’ha fatta per un pelo”. “Debora Attanasio scrive che Moana dispensava confessioni con il contagocce e poi ci soffiava sopra come per asciugare lo smalto: non si svelava mai. Spiega Denise Capezza: “Ho cercato di interpretare la malinconia, il dolore di non essere presa sul serio. Erano dive, desiderate, volute, ma anche ghettizzate. Lei voleva fare politica, fare l’attrice, scrivere un libro. È qualcosa di inedito raccontare l’ingenuità di questo personaggio, che ha davvero pensato di essere presa sul serio”.

Io sono qui perché esisti tu

Un altro momento toccante è quello in cui Eva Henger, che in tv si pente di essersi data al porno ed essere rimasta per sempre etichettata, si rivolge al pubblico e dice “Chi sei tu per giudicarmi, tu che hai nel computer o sotto il cuscino un desiderio segreto? Io sono qui perché esisti tu”. “Quello che ho cercato di tirare fuori è la sua ammirazione il suo stupore verso questo mondo” racconta Tesa Litvan, che la interpreta. “All’inizio è stupita, tutto era meraviglioso. Oggi ha dei rimpianti, ma abbiamo voluto raccontare questo suo dare fiducia a tutti”. L’attrice ha passato molto tempo con Eva Henger che si è aperta con lei, rispondendo a tutte le sue domande.

Il mondo di Diva Futura sembra una favola

Diva Futura racconta questa storia avvolgendola in una cornice ovattata, leggera, illuminata da una luce chiara, come certe immagini a cavallo tra gli anni Settanta e gli Ottanta, come se avesse l’aria di una favola, di una saga, di un racconto di un’epoca incantata che non esiste più. “Il mondo di Diva Futura sembra una favola, ma dentro ha degli esseri umani e vederli con le loro sofferenze, i matrimoni, i figli, è stata una cosa molto interessante” spiega Lidija Kordić, che presta il volto e il corpo a Ilona Staller. Diva Futura parte con un montaggio velocissimo e ritmato, che scorre brioso da un personaggio all’altro, da un evento all’altro. Poi rallenta e fa uscire le umane miserie dei protagonisti. È come se raccontasse una festa, i suoi preparativi, la sua esplosione, e la tristezza dopo che è finita. “Volevo creare una facilità di influsso emotivo all’interno del film” ha spiegato la regista che ha rimontato il film rispetto alla versione presentata al Festival. “Volevo creare un ulteriore flusso in modo che lo spettatore sia accompagnato e non abbia difficoltà a seguire gli sbalzi temporali, pur rimanendo fedele all’animo del film, che è un po’ scombinato come lo erano loro. L’inizio è pop, molto coinvolgente, e nella seconda parte si approfondisce di più”.

Riccardo Schicchi creava avventura

In Diva Futura la voce off di Moana Pozzi dice di aver subito abusi in tutti i mondi che ha attraversato – il cinema “serio”, la radio, la tv – tranne paradossalmente in quello del porno, quello di Schicchi. Ed è in questo senso che il film diventa attuale: in un mondo in cui – nella pornografia ma in ogni aspetto della società – c’è più violenza, e quella contro le donne non è mai terminata, la figura di un uomo che, pur nella connotazione di un lavoro molto particolare, provi ad essere gentile, ad avere delle cure, è molto interessante. “Schicchi è una persona che ha pensato costantemente, che dentro aveva una grande quantità di vita” rifletta Pietro Castellitto, perfetto nel ruolo. “Il mondo che ha creato era abitato da tutte le domande che si faceva Riccardo. La rivoluzione era abitata da tutte le persone che la pensavano come lui. Poi è diventato qualcos’altro dominato da persone che non si facevano certe domande”. “Tutti quelli che ho sentito hanno legato a Riccardo gli anni più belli della propria vita” continua. “Riccardo creava avventura. Era un uomo dinamico. Oggi tutto questo non c’è più”. “Schicchi aveva una visione poetica” conferma la regista. “Avevamo più di 300 fondali fatti dipingere a mano dai pittori per i suoi film”.

La pornografia ci riguarda tutti

Diva Futura è un film che ha una sua urgenza. “Sentivo dei temi attuali” spiega Giulia Steigerwalt. “Sentivo che la giocosità, la voglia di rompere le regole, di stupire e rivoluzionare che è un pezzo di storia italiana non era stata raccontato, era inedito. Sentivo che c’era urgenza di mostrare com’era la pornografia allora e quello che è diventata, l’esatto opposto di quel sogno. La pornografia, con cui i ragazzi oggi si cimentano a 12 anni, ci riguarda tutti”. A proposito di attualità, parlando dell’esperienza della pornostar in parlamento, la regista spiega che “alcune proposte di Cicciolina avevano un loro senso: erano animaliste, a favore delle donne e contro la violenza sulle donne, a favore dell’educazione sentimentale”.

C’era un ideale di femminismo in Riccardo Schicchi

La sensazione è che l’Italia di allora fosse più aperta. “Quelli di Diva Futura erano amorali ma mai immorali” ragiona la regista. “Oggi siamo moralisti ma nell’intimo siamo immorali”. Barbara Ronchi ricorda come il personaggio che interpreta, Debora, abbia visto un sogno. “Quello dell’amore libero e di un erotismo libero dove la donna era centrale nel piacere. Erano delle dive, erano ricche, erano famose: nei film loro gli uomini non li ricordi. C’era un ideale di femminismo in Riccardo Schicchi”. “In Diva Futura c’è stato un momento di costume nazionalpopolare” aggiunge Giulia Steigerwalt.

di Maurizio Ermisino