“La digitalizzazione non è solo una questione tecnologica, ma una strategia a medio termine. Dobbiamo sostenere questo sistema affinché non si impoverisca il 98% del tessuto imprenditoriale italiano rappresentato dalle microimprese”, con queste parole ha aperto la presentazione dell’Assintel Report 2025 la presidente Paola Generali, anticipando però la presentazione della proposta su dieci ‘punti’, basata sull’ascolto “di tutti gli stakeholder: università, centri di ricerca, rappresentanti del governo, delle regioni, delle scuole. L’obiettivo è stato comprendere insieme, anche grazie ai dati del Report, le esigenze da presentare al Governo, che non siano semplici slogan ma proposte concrete e realizzabili”.
Il passaggio all’economia dell’oracolo e della pre-cognizione
Prima di affrontare questo tema centrale, comunque, è stato il turno di Cosimo Accoto, Filosofo Tech e Ricercatore affiliato al MIT di Boston, che ha illustrato la propria articolata visione di quello che sarà il futuro alla luce dell’AI.
“Non siamo più nella fase dell’ICT, ma in quella delle simulazioni computazionali. Ritengo che questo passaggio sia una rivoluzione epistemologica paragonabile a quella di Galileo Galilei, non una mera innovazione tecnologica. Questa rivoluzione è abilitata dalla sensorizzazione dei macchinari, dei corpi e degli ambienti, che rende questi oggetti ontologicamente diversi, capaci di entrare in rete e produrre informazioni. La simulazione ci permette di conoscere il mondo e il business meglio di quanto fossimo in grado di fare finora”.
“Stiamo lasciando la società dell’archivio e la sua economia basata sul feedback: compro e poi te lo porto a casa. L’Intelligenza Artificiale, con la sua capacità di precognizione sintetica, ci spinge verso l’economia dell’oracolo”, ha proseguito. “Questo è un cambio di civiltà: lavoreremo in feedforward, dove si portano le cose perché si sa già che verranno acquistate o che ne avrai bisogno. Questo vale per la logistica, la sanità (salute preventiva) e la cybersicurezza. Ma ritengo che il salto più radicale sia che le macchine diventeranno atomi economici, creando una nuova economia: queste tecnologie sono nuove forme di coordinamento della società e delle transazioni economiche, che porteranno alla nascita di nuovi mercati e nuove istituzioni, che coinvolgeranno attori non solo umani”.
Tutti i numeri del Report Assintel 2025

Riportando lo sguardo più vicino a noi, l’andamento del mercato del digitale, apparentemente positivo, nasconde in realtà dinamiche che fanno riflettere se analizzate in profondità e da punti di osservazione differenti.
Infatti, secondo i dati dell’Assintel Report 2025, le imprese italiane che investono maggiormente in ICT sono quelle con oltre 500 addetti: si stima che la spesa ICT delle grandi imprese si attesterà a fine 2025 a 23,7 miliardi di euro pesando per il 53,5% del totale e registrando un incremento del 5,6% rispetto al 2024. Mentre il segmento delle micro e piccole imprese anche nel 2025 registra ritmi di crescita inferiori, rispettivamente dell’1,7% e del 3,3%.
Non a caso un Report analogo di I-Com calcola che, agli attuali ritmi, l’Italia raggiungerà il target europeo di PMI digitalizzate solo nel 2152: una distanza che fotografa con chiarezza, sebbene da una prospettiva diversa, la sfida ancora aperta.
Tornando ai numeri di Assintel Report 2025, fra i segmenti di spesa Ict delle imprese, i servizi IT sono quelli in maggiore crescita nel 2025, con un incremento dell’8,1% rispetto all’anno precedente, per un valore complessivo di 19 miliardi di euro. Anche in questo caso, la tendenza è prevista in ulteriore crescita per il 2026, arrivando in chiusura d’anno a 20,4 miliardi. Per il 2025 il mercato del cloud computing è previsto in crescita del 16,2%, la categoria relativa alla cybersecurity del 7,2%, il segmento big data & analytics dell’8,7% e il mercato dell’intelligenza artificiale del 35,3%.
Il confronto anno su anno mostra aumenti significativi nella penetrazione di tutte le tecnologie emergenti. Se l’Internet of Things cresce solo del 4%, si evidenzia un maggiore dinamismo rispetto alla realtà aumentata (+5%) e alla robotica, che raddoppia, crescendo di oltre l’8%. Prevedibilmente è però l’Intelligenza artificiale la tecnologia che cresce maggiormente, con un livello di penetrazione che in un anno è letteralmente esploso dal 7% al 29%.

Difficoltà evidenti lungo il percorso digitale
Il principale ostacolo alla digitalizzazione delle aziende italiane rimangono le risorse economiche, segnalate dal 27% del campione di imprese (lo scorso anno erano il 54%). In seconda battuta, a distanza dall’aspetto economico, si confermano la mancanza di competenze (15%) e una cultura aziendale non orientata al cambiamento (15%). Solo il 17% delle stesse imprese intervistate ritiene che il contesto territoriale, con le sue infrastrutture ed il suo tessuto di realtà più o meno orientate all’innovazione, rappresenti un ostacolo.
Per quanto riguarda il tema delle competenze, il confronto biennale evidenzia un netto miglioramento: la quota di imprese che ritengono di presidiare adeguatamente sia le competenze digitali interne che la cultura innovativa cresce di oltre 10 punti rispetto al 2023 (32,6% contro il 21,5% di due anni fa) e al contempo si riduce del 13% la quota di imprese che si sentono sguarnite su entrambi i fronti.
I dieci punti propositivi dell’agenda digitale di Assintel
La prima proposta è quella di favorire la cooperazione tra università e imprese attraverso co-design formativo, project work, stage e casi reali di collaborazione. I percorsi di dottorato e gli ITS – sostiene Assintel – devono essere rafforzati con una maggiore presenza di docenza aziendale e procedure semplificate. Secondo punto è quello di promuovere la creazione di una rete nazionale di Life Design Center dedicati alle discipline STEM, per orientare studenti e lavoratori lungo tutto l’arco della vita formativa e professionale, con particolare attenzione alla riqualificazione digitale.
Assintel chiede poi di costituire comitati permanenti scuole-imprese, con la partecipazione di rappresentanti del mondo produttivo, delle istituzioni formative e delle associazioni di categoria, per monitorare l’evoluzione dei fabbisogni professionali. Di avviare un Osservatorio Permanente sulla Formazione Digitale, con funzioni di analisi, coordinamento e indirizzo delle politiche nazionali in materia di competenze tecnologiche e digitali. E di alimentare un sistema virtuoso tra Confidi, Banche e Fondo di Garanzia per: finanziare o anticipare al 100% i finanziamenti a fondo perduto per R&D destinati alle aziende che offrono prodotti e servizi digitali; finanziare progetti di digitalizzazione delle MPMI a medio termine (3 anni) e anticipare al 100% i finanziamenti a fondo perduto per la digitalizzazione.
L’attenzione verso i finanziamenti
Sesto punto dell’agenda digitale di Assintel è continuare a finanziare i DIH delle associazioni di categoria che operano sul territorio nazionale e che da anni si autofinanziano per promuovere e realizzare la digitalizzazione delle MPMI che rappresentano. Assintel chiede poi di definire regole scritte e chiare per il partenariato pubblico-privato, affinché le opportunità offerte non siano carpite esclusivamente da grandi players, e di modificare il programma Transizione 5.0, suddividendo i fondi in due linee distinte: Transizione digitale 5.0 e Transizione ecologica 5.0.
E, infine, di semplificare i bandi di finanziamento nella struttura e includere tra le voci finanziabili al 100% consulenza, formazione, compliance a norme di legge e certificazioni. Inoltre devono essere adeguati alle nuove modalità di offerta SaaS noleggio (a locazione operativa), poichè quest’attività non è ancora inclusa tra quelle ‘finanziabili’ dall’operatore pubblico.
di Massimo Bolchi