Eventi

Creativity4Better: Lumera, no a processi di creatività tossici. Consapevolezza

In attesa dell’esordio di Creativity4Better il prossimo 2 ottobre, presso La Pelota di Milano, ne parliamo con uno degli speaker: Daniel Lumera. “Ogni pensiero umano incide sulla creazione del tessuto della realtà in cui viviamo"
Daniel Lumera

Perché, quanto e come la biologia naturalista c’entra con la creatività?

“Tutti i processi di creatività hanno un corrispettivo biologico, innanzitutto relativo ai neuromodulatori, quindi dopamina, noradrenalina, serotonina e ossitocina, che se bilanciati possono sviluppare quelle abilità cognitive legate a lucidità, motivazione, memoria non solo legate alla creatività, ma anche alla salute e al benessere, e, in definitiva, a una migliore qualità della vita. La biologia è basata su processi naturali di creazione e, di conseguenza, incide sulla creatività. Più che di creatività dovremmo parlare di ‘creatorità’. Siamo creatori, in noi prendono origine idee, pensieri, emozioni, stati di coscienza, che poi si trasformano in azioni, scelte, decisioni, progetti. Ogni pensiero umano incide, infatti, sulla creazione del tessuto della realtà in cui viviamo, generando un impatto non solo in termini economici, ma anche e soprattutto ambientali, architettonici, strutturali, identitari… Il pensiero incide di fatto su tutti gli ecosistemi, per questo possiamo parlare di una biologia anche emotiva, mentale, esistenziale, strettamente legata alla capacità che abbiamo di creare la realtà al nostro interno e nel mondo esterno”.

Sempre più spesso il tuo nome e i tuoi interventi sono accostati all’universo del business (ho ad esempio seguito il tuo a Linkontro NIQ) ma c’è davvero speranza di mettere d’accordo efficienza – profitto – budget con consapevolezza, interiorità, gioia, pienezza, umanità?

“Il modello che portiamo avanti dimostra proprio la connessione, o meglio l’interconnessione e l’interdipendenza, tra questi cinque grandi punti: valori, benessere, motivazione, produttività e creatività. È possibile mostrare numericamente come i valori incidano sul benessere, che a sua volta incide sulla motivazione, che a cascata incide sulla creatività e sulla produttività delle imprese. Inoltre, le persone che lavorano in termini di consapevolezza maturano non solo una visione più ampia dell’impresa come organismo vivente, ma anche su come trasformare l’impresa in un luogo di evoluzione, salute, armonia con sè stessi e con gli altri. Generano, cioè, prosperità diffusa. Gallup in uno dei suoi report ha pubblicato i dati dell’impatto di fiducia, gentilezza e compassione all’interno del contesto lavorativo, dimostrando che, quando queste caratteristiche sono presenti sul posto di lavoro, le performances dei team migliorano anche del 200%, poiché tra i collaboratori sono meno presenti paura e stress e la conflittualità è altamente ridotta. Dove, invece, i luoghi di lavoro sono tossici allora aumentano il burnout, lo stress, la conflittualità, l’assenteismo e il tasso di licenziamento, causando – è stato stimato solo negli Stati Uniti – una perdita tra i 450 e i 550 miliardi di dollari l’anno. Ecco perché alla cultura del saper fare, avere e apparire bisogna necessariamente associare anche la cultura del ‘saper essere’. Proprio in questo periodo, in cui per la prima volta nella nostra società si affaccia una tecnologia così potente come l’intelligenza artificiale, che non solo sta superando l’essere umano in termini di intelligenza logica, ma potenzialmente può anche dominarlo in molti campi, è quanto mai importante riconoscere le nostre unicità e dirigerci verso quell’intelligenza esistenziale, spirituale, se vogliamo definirla anche in questo modo, che riguarda il saper essere ed è propria di noi esseri umani, legittimando il nostro posto nel mondo proprio in termini di unicità”.

Qual è il messaggio principale che vorresti si portasse a casa il pubblico di Creativity4better?

“Innanzitutto l’importanza della consapevolezza di sé, della propria vocazione e della propria unicità, perché questo si trasforma in creatività e in qualità della vita, oltre che in reale benessere e in salute. Inoltre, un secondo messaggio è legato ai concetti di interconnessione e interdipendenza, ossia la comprensione che tutti i piani – benessere, salute, valori, motivazione, creatività, produttività – sono interconnessi e le imprese devono trasformarsi in generatrici di benessere, salute e una superiore qualità di vita. Molto spesso i processi di creatività sono tossici, laddove si mettono a disposizione i propri talenti semplicemente per soddisfare dinamiche di ricompensa, accettazione, riconoscimento. Ma possiamo fare molto di più e la nuova frontiera è la consapevolezza. Questo è il messaggio più importante. Se l’essere umano vuole vivere e sopravvivere in questo nuovo paradigma post digitale, deve essere pienamente cosciente di se stesso, della propria legge naturale, della propria vocazione”.

Chi è Daniel Lumera

Biologo naturalista e ricercatore in sociologia dei processi culturali e comunicativi, è scrittore, conferenziere e punto di riferimento internazionale nel campo del benessere e della qualità della vita. È considerato uno dei massimi esperti, in Italia e all’estero, nella pratica della meditazione. Cura la rubric a ’7 Respiri’ per 7, il settimanale del Corriere della Sera. È ideatore del metodo My Life Design, fondatore dell’International Kindness Movement — che promuove i valori della gentilezza, della pace e della cooperazione su scala globale — e di La Lumera O.d.V., che applica il metodo attraverso progetti ad alto impatto sociale.

di Monica Lazzarotto