Lei è definito ‘lo scienziato della felicità’, ma quindi la bella notizia è che la felicità esiste?
“Sì, la felicità esiste, ma non come stato permanente o superficiale. Esiste come esperienza misurabile, individuale e collettiva, che possiamo coltivare attraverso scelte consapevoli, ambienti favorevoli e una forte connessione con i nostri bisogni, valori e scopo. La scienza oggi ci fornisce metriche affidabili per misurare elementi come il benessere soggettivo, il senso di appartenenza e la realizzazione personale. Quando parlo di felicità, non mi riferisco a un’emozione passeggera, ma a un sistema interno attivabile e rigenerativo. Ecco perché porto la felicità nei luoghi di lavoro: perché quando le persone stanno bene, pensano meglio, creano meglio e lavorano meglio”.
In che modo un approccio scientifico alla felicità può aiutare la creatività in un’azienda?
“La felicità, intesa scientificamente, crea le condizioni neurobiologiche ideali per la creatività. Stati mentali positivi stimolano il pensiero divergente, la resilienza cognitiva e la capacità di vedere soluzioni dove prima c’erano solo ostacoli. Attraverso approcci come la Self-Science e strumenti come il C.R.E.A.T.E. Compass™, aiutiamo le aziende a costruire ambienti in cui le persone si sentano psicologicamente sicure, valorizzate e connesse a uno scopo più grande. Quando queste condizioni sono presenti, l’innovazione non è più forzata, è naturale. In una società polarizzata e iper-digitale, riportare senso e benessere al centro dei processi aziendali non è solo etico, è strategico”.
La creatività è una questione di leadership e in che modo la sua metodologia di ‘Self-Science’ (leadership di sé stessi) agisce?
“Sì, ogni atto creativo autentico nasce da un atto di coraggio personale: la capacità di esporsi, di pensare in modo non convenzionale, di mettere in discussione lo status quo — anche quando farlo significa assumersi rischi emotivi o professionali. Molte organizzazioni confondono la creatività con il brainstorming, ma il vero atto creativo nasce quando un leader ha fatto chiarezza su chi è, su cosa crede e su cosa è disposto a difendere, anche quando le pressioni esterne chiedono conformità. E qui entra in gioco la mia metodologia di Self-Science, che definisco come il percorso strutturato per conoscere, dirigere e trasformare sé stessi prima di provare a guidare gli altri. Il leader che integra la Self-Science: è meno reattivo e più ispirato; prende decisioni che riflettono chi è, e non cosa conviene; attiva nei team una cultura in cui la creatività è una conseguenza naturale della chiarezza e del benessere condiviso”.
Quale è il lavoro dove è riuscito a impattare maggiormente creando davvero un cambio di paradigma?
“Uno degli interventi più recenti è avvenuto all’interno di un’azienda multinazionale che stava attraversando una fase delicata: fusioni interne, forte turnover e una crescente disconnessione tra le persone e i valori originari dell’organizzazione. In quel contesto, abbiamo avviato un percorso integrato basato sulla Self-Science. Abbiamo lavorato con i manager per aiutarli a riconoscere e gestire i propri bisogni, valori, emozioni e convinzioni, creando le condizioni per una leadership più autentica e relazionale. Parallelamente, abbiamo formato una rete interna di Chief Happiness Officers per sostenere questo cambiamento anche a livello culturale e quotidiano. Il vero cambiamento, però, non si è misurato solo in KPI. Si è sentito nelle conversazioni nei corridoi, nella qualità delle riunioni, nei feedback spontanei delle persone. Come disse l’amministratore delegato alla fine del progetto: “Abbiamo smesso di parlare solo di numeri e abbiamo ricominciato a parlare di persone.” In altre parole, non stavamo semplicemente migliorando il clima aziendale, ma stavamo riumanizzando il lavoro”.
di monica lazzarotto
Chi è Sandro Formica
Sandro Formica, italo-americano, è Professore e Chair of Leadership alla Florida International University. Collabora come consulente con diversi settori, tra cui lo sport (Miami Heat) e l’ospitalità, e dirige il programma di certificazione Chief Happiness Officer negli Stati Uniti. In qualità di Co-Direttore della Ricerca presso l’Università La Sapienza di Roma, ha pubblicato oltre 100 articoli. È stato professore anche alla ESSEC e alla Temple University. Il suo manuale Personal Empowerment è incentrato sul benessere. Forbes lo definisce ‘Lo scienziato della felicità’.