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Cosa sta succedendo ai grandi network? Come cambia la mappa del business della comunicazione? Che ruolo hanno e giocheranno le sigle indipendenti? L’opinione di Nicola Belli/Armando Testa

Cosa sta succedendo ai grandi network di comunicazione? Da WPP a Publicis, l’integrazione è partita accorpando in un unico building le differenti sigle. Ma ora sembra non più essere solo logistico il senso. La nuova decisione Ogilvy, infatti, di far confluire in un unico brand le sue diverse sigle apre nuovi scenari. E prima altrettanto fece Havas. Dunque, trattasi solo di integrazione dell’output al cliente, in ottica sinergica, ottimizzazione risorse e saving, o c’è da ipotizzare il disegno di una nuova mappa della competizione globale? Insomma, la concentrazione è auspicabile pro espansione del mercato? Come cambia in tutto ciò il ruolo delle sigle indipendenti?

Nicola Belli, Consigliere Armando Testa:

“Quello che sta succedendo non è interpretabile, è un fatto
anzi, una serie di fatti
e tutti molto coerenti tra di loro

provo ad essere davvero sintetico, usando parole mie: la parola che regna nel mercato è ONE
tutto sta a capire se ONE è il titolo di un libro che potremmo chiamare TOGETHER, quindi di una storia fatta di lavoro di squadra per il bene del cliente
oppure se ONE è il titolo di un libro che chiamiamo SMALLER, quindi di una storia fatta di meno talenti, meno scelta, meno di tutto…
nel primo caso varrebbe la regola del LESS is MORE
nel secondo, temo prevarrebbe il LESS is LESS
il primo libro sarebbe un best seller e andrebbe alla terza ristampa in pochi mesi su Amazon
il secondo, beh…rimarrebbe a fare polvere sugli scaffali di una vecchia libreria
il primo farebbe di un network un NOTwork
il secondo farebbe di un network il partner ideale”.

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