Fare cultura sulle produzioni
Luca Bacci fonda THE PRODUCER INTERNATIONAL nel 1996, quando la comunicazione aziendale si limitava in gran parte all’advertising, con poca trasparenza sui costi e scarsa cultura di mercato. “Le aziende non avevano il know-how per gestire gli acquisti relativi alla produzione di contenuti, così il nostro ruolo è stato facilitare, spiegare, e iniziare a fare chiarezza. Abbiamo contribuito a regolamentare un mercato che era frammentato, stabilendo criteri, benchmark e processi condivisi con clienti e fornitori”.
L’advisory come approccio integrato
Oggi The Producer International si occupa di molto più che sola produzione: supporto tecnico e contrattuale su contenuti, advertising, eventi, gare creative e media audit (in partnership con OUTCOME), potendo arrivare a lavorare a fianco delle imprese in qualità di partner strategico per ogni loro attività di comunicazione. “Seguiamo i progetti dall’inizio alla fine, aiutando le aziende a scegliere partner, validare proposte creative, trattare talent, gestire produzioni, con approccio end-to-end”. Non si tratta più, infatti, solo di tagliare i costi, ma di ottimizzare l’intero processo produttivo, mantenendo alta la qualità. “Oggi le aziende non ci dicono più ‘ho un preventivo da 100, portamelo a 60’. Ci dicono: ‘ho 50 e voglio il massimo della qualità’. La sfida vera è questa”.
Un mestiere che richiede presenza e fiducia
Luca Bacci insiste su un punto, la differenza, oggi, la fa la presenza. Operativa sui set o nei processi decisionali, ma anche nella capacità di proporre soluzioni, semplificare procedure, anticipare risolvendo eventuali problemi. “Abbiamo clienti da vent’anni, e non è per caso. È perché siamo lì, ogni giorno, a suggerire strade, a costruire con loro”. La relazione consulente-azienda si articola poi in modi diversi, a seconda dell’interlocutore. A volte è il marketing, a volte la proprietà, altre il procurement.
La qualità non ammazza il mercato
Anche perché, ammettiamolo, senza non si ha efficacia. Dopo anni dominati dalla retorica dell’efficienza a basso costo, occorre porre attenzione solo a un’efficienza che porti risultati di valore. Un trend che si riflette anche nelle richieste ai fornitori. “Oggi non basta trovare il prezzo più basso. Serve una filiera sostenibile. Le case di produzione, ad esempio, non sopravvivono sotto certi margini (14%). Fare saving distruggendo il mercato non è un’opzione”.
Intelligenza artificiale: hype o cambiamento?
I clienti iniziano a chiedere insight sull’AI, ma secondo Bacci siamo ancora lontani da un impatto reale sulla produzione professionale. “A oggi l’AI viene usata soprattutto per presentare creatività, per fare mockup, con il commento dei clienti ‘però adesso facciamolo bene’. Insomma, quando si tratta di produrre davvero, gli umani fanno ancora la differenza. Le modifiche, i dettagli, le puntualizzazioni che chiede un’azienda non sono ancora gestibili dalle macchine. Quando entreranno i computer quantistici, forse la situazione cambierà”.
Il 2025 di The Producer International
Guardando ai primi sei mesi del 2025, Bacci si dice soddisfatto: “Abbiamo acquisito nuovi clienti importanti. Il nostro modello è flessibile, entrano da un ambito – eventi, contenuti, gare – e da lì costruiamo collaborazioni più ampie. Il che ci lascia ben sperare sul proseguo”. La vera sfida è continuare a essere rilevanti in un contesto in continua evoluzione. “Le aziende cambiano, il pubblico cambia, la tecnologia accelera. Ma se sai stare vicino ai clienti con intelligenza, pragmatismo e visione, c’è sempre spazio per costruire valore”.