di Maurizio Ermisino
“Let Me Entertain You”, lasciate che vi intrattenga, canta Robbie Williams sui titoli di testa di Better Man, il film che racconta la sua vita in modo mai visto prima, in uscita il 1 gennaio al cinema, che è stato presentato a Roma venerdì scorso, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, in una serata organizzata Lucky Red, in collaborazione con Fondazione Musica per Roma e Alice nella città. Robbie Williams è questo: un vero, grande intrattenitore, probabilmente “the greatest showman”, come recitava il titolo del film precedente del regista Michael Gracey. Robbie Williams non manca ogni volta di sorprenderci, nel film, come dal vivo. Better Man è un biopic senza esserlo. È un musical, un’opera rock, un film live action misto ad animazione, un viaggio nella sua vita dagli anni Ottanta a oggi, passando per i Novanta, il momento della sua esplosione. Robbie è interpretato da un attore, ma il suo volto, grazie alla computer grafica, è quello di una scimmia. “Perché è così che mi vedo: in questo modo il pubblico può vedere esattamente ciò che vedo io” ha raccontato alla stampa. È così che si è sempre visto Robbie fin da piccolo: un buffone, una pecora nera, l’ultimo della classe. E anche della band che lo ha lanciato, i Take That. Oggi, dei cinque ragazzi che formavano la band, è l’unico rimasto sulla cresta dell’onda. E l’unico che ha delle canzoni, molte canzoni, che sono rimaste. Guardando il film ci si rende conto anche di questo. E, alla fine della storia, guardando quella scimmia, quegli occhi lucidi (sono davvero i suoi occhi, scannerizzati e ricreati al computer per essere reali), ci credi che sia Robbie, ti ha convinto e ti ha commosso.
Al centro dell’attenzione
“Non ho fatto questo film per altruismo, non volevo curare o aiutare altre persone. L’ho fatto per motivi di carriera: per creare attenzione su di me. Cerco attenzione per professione: se non ce l’ho non esisto” ha raccontato a Roma. “Ma ho avuto una quantità di affetto enorme quando è uscito il documentario: tantissime persone si sono riviste in me e, in qualche modo, le ho aiutate. Incredibilmente il mio essere narcisista ha fatto del bene agli altri. Quindi se, oltre a diventare un grandissimo successo, qualcuno potrà trovare conforto nel mio film, sarà la ciliegina sulla torta”.
Il nome Robbie: è nato un personaggio
Il nome Robbie Williams lo ha scelto Nigel Martin Smith, il manager dei Take That. Prima lui è sempre stato solo Robert. “Odiavo il nome Robbie” sentiamo dire dalla voce narrante nel film. “Ma è l’unica cosa buona che Nigel ha fatto per me. Diventai un personaggio”. È questa una delle chiavi della storia di Williams, che poi è quella di tutte le star: un personaggio diventa preponderante e arriva prima della persona. Che quasi scompare. Insicuro, disorientato dal successo e dall’attenzione, sebbene li volesse da sempre, perché il padre gli diceva che, “o hai quella cosa o non sei nessuno”, Robbie andava sul palco recitando un ruolo. “Salivo sul palco e mi comportavo da gladiatore”.
Un film liberatorio
Anche per questo Better Man è un film catartico, liberatorio e motivazionale. Chi di noi non si è mai sentito quello inadeguato? Robbie Williams si è sempre sentito così. Anche tra i Take That sembrava quello meno talentuoso. Eppure è diventato il più grande. Better Man è un film immaginifico, visionario. E schizofrenico: da un lato ricostruisce la realtà, quell’Inghilterra degli anni Novanta, i look e le atmosfere dei concerti e dei programmi tv. Dall’altro va in una direzione completamente fantasiosa, dando al protagonista il look di una scimmia. In questo senso è il perfetto anti-biopic musicale. Quando tutti i film di questo tipo cercano l’aderenza e la somiglianza degli attori all’originale (vedi Bohemian Rhapsody), Better Man scompagina le carte sul tavolo e crea un protagonista completamente diverso, addirittura una scimmia. Ma originale e indimenticabile. Le canzoni non sono in ordine cronologico, ma entrano in un racconto per stati d’animo e suggestioni. Un po’ come avveniva in Rocketman, il film su Elton John, quello a cui questo Better Man è più vicino. Ma rispetto al quale va ancora oltre.
La pelle d’oca sul palco dell’Auditorium
“I’m A Fucking Entertainer”. Ci sono queste tra le ultime parole che la voce narrante pronuncia nel film. E Robbie Williams lo ha dimostrato venerdì sera, proprio alla fine della proiezione di Better Man. Inizia, a sorpresa, con swing e blues: Ain’t That a Kick in the Head, di Dean Martin, e Minnie the Moocher (The Ho De Ho Song), classico di Cab Calloway reso famoso anche dai Blues Brothers nel famoso film. Poi canta Better Man, la commovente ballad che dà il titolo al suo film. L’emozione, già alta, arriva alle stelle con Feel, una delle sue canzoni più belle, che nel film ha un ruolo chiave: raccontare quell’abbandono di quel padre che, da piccolo, diede vita quel “buco nell’anima” (“a hole in my soul”) di cui parla la canzone. Le grandi star sono esplose quasi sempre per questo: avevano un grande vuoto da riempire. Robbie Williams intrattiene il pubblico anche a parole. Prima ironizza sul pubblico russo, che non rispondeva ai cori durante i concerti negli stadi. Poi chiede ai presenti se è piaciuto il film. Dopo un boato di “sì” dice “Andate e ditelo a tutti: mia moglie ha bisogno di borse e scarpe” ironizzando sul fine “caritatevole” del film, in puro stile Robbie Williams. “Mi avete messo la pelle d’oca, skin of the duck” scherza con il pubblico. “Come umani tutti vogliamo essere visti e ascoltati” racconta al pubblico. “Sento l’amore che mi date”. Poi flirta con una ragazza del pubblico, prima di attaccare un altro classico, She’s The One, prima a cappella e poi con tutta la band. Fomenta il pubblico con Seven Nation Army, il famoso coro po-po-po che fu l’inno dei campionati mondiali del 2006. E poi lancia tra il pubblico il coro di Angels, il suo più grande successo, il suo pezzo immortale. È una canzone che nel film ha un ruolo chiave: racconta il rapporto con l’amata nonna e la sua scomparsa. Racconta anche l’amore per la moglie e i figli prima di lanciare la sua nuova canzone, Forbidden Road, che chiude il film Better Man, e ha già l’aura di un nuovo classico di Robbie Williams.
L’appuntamento è al cinema il 1 gennaio 2025. Non perdetelo.