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Vince l’autenticità. Aziende comunicate quello che siete

Best In Media Communication: quelle vincenti oggi si prendono cura della società. Ma non in senso salvifico, hanno una relazione quotidiana, di prossimità, presenza sul territorio e sono vicine alle persone
Best in Media Communication

È il tema forte uscito ieri alla Best in Media Communication Convention, che si è svolta a Roma, al Senato della Repubblica, alla Sala Capitolare, al Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva. BIC – Best in Media Communication è il progetto di Eikon Strategic Consulting e Fortune Italia, giunto alla sua VI edizione, che certifica le aziende che si distinguono per una comunicazione eccellente, premiando reputazione positiva, coerenza narrativa e contributo alla qualità del sistema mediatico italiano.

La comunicazione d’azienda porta valore a tutto il sistema Italia

Una teoria suffragata da un metodo scientifico, basato sui dati. Eikon ha scelto di mettere a confronto la qualità della comunicazione d’azienda con la qualità del sistema mediatico: sono state analizzate le prime pagine delle principali testate nazionali e locali perché offrono una sintesi delle rappresentazioni del discorso pubblico. I temi sono stati divisi in 4 aree: leadership e scenari globali, società, economia e lavoro, futuro. Per ogni area sono state studiate le parole usate più di frequente. E poi sono state confrontate con le parole più frequenti negli articoli che parlavano delle 19 aziende certificate da BIC.

Autonomia vigilata, vulnerabilità, turbolenza, sospensione

È molto interessante vedere le parole chiave apparse sulle prime pagine dei giornali a livello generale nei primi 4 mesi del 2025, perché raccontano in sintesi e molto chiaramente i tempi che stiamo vivendo, di cui la comunicazione non può che essere uno specchio. Nell’area leadership e scenari globali abbiamo: Trump, Papa, Meloni e governo. Ma lo tsunami narrativo con la regia di Trump domina tutte le aree. Le parole che simboleggiano il clima che stiamo vivendo sono allerta, tensione, mediazione, con autonomia vigilata a sintetizzarle tutte. Nell’area della società si parla soprattutto di sicurezza: in una rappresentazione del sociale in cui le tensioni esterne diventano ansie interne, è come se vivessimo in un contesto costante di violenza. Le parole simbolo sono fragilità, paura, crisi. La parola chiave è vulnerabilità. Quanto all’economia e a lavoro, la parola dazi monopolizza il discorso economico, come se non si potesse sfuggire dallo tsunami di Trump. Ma se si parla di lavoro, rischio, sindacati, la parola chiave è turbolenza. Nell’area del futuro le parole ricorrenti sono giovani, ragazzi e università, ovviamente intelligenza artificiale, che supera green e sostenibilità. I concetti simbolo sono incertezza, innovazione e frammentazione, con parola chiave sospensione.

Ma cosa ci raccontano le aziende?

Nell’area leadership e scenari globali, la parola chiave è presidio. Le aziende non entrano nel discorso geopolitico, ma sembrano avere un ruolo di stabilizzazione indiretta: significa essere presenti dove serve, facendo sentire la propria autorevolezza. Le aziende sono punti di riferimento nella crisi, soprattutto nei settori energetico e bancario. Nell’area della società, come vi abbiamo detto in apertura, emerge il significato della cura, che vuol dire prossimità, impegno e connessione. Nell’area del lavoro, quando si parla di aziende, si parla di solidità: non è una resistenza ma una solidità proattiva, un’affidabilità costruita sui risultati, una presenza che rassicura. Infine, nell’area dedicata al futuro, la parola chiave della comunicazione d’azienda è progetto: lì dove si respira un senso di sospensione, le aziende rispondono con una trasformazione che guidano. Le aziende sono stabilizzatori sistemici, ancore che danno sicurezze al sistema Paese. Non cancellano i problemi, ma li trasformano in percorsi. È chiaro che parliamo di una comunicazione che viene guidata da loro con un’efficace attività di ufficio stampa, quindi sono storie che loro decidono loro di raccontarci, con parole scelte ad arte.

Vincono le aziende che scelgono l’autenticità

Best in Media Communication è prima di tutto una certificazione della qualità della comunicazione delle aziende e organizzazioni”, ci ha spiegato Cristina Cenci di Eikon. “Si basa su un metodo scientifico. Abbiamo analizzato una serie di articoli e, tra tutte le aziende partecipanti, abbiamo certificato il 70%, in base a un audit basato sulla reputazione, sull’impatto della narrazione e dello storytelling e il giudizio dei giornalisti. Tra tutte le aziende certificate una giuria attribuisce gli Special Prize, a cui ci si può candidare solo se si è certificati”. Sono premi particolari perché si basano non sulla creatività, ma su valori ed etica. “Ci sono dimensioni valoriali che riescono a catalizzare di più l’attenzione dei media e a dare a queste aziende visibilità. La presidente di giuria, Simonetta Pattuglia, ha dichiarato che, esaminando questo premio nei suoi sei anni di vita, emerge come le aziende che vincono sono quelle che scelgono una tonalità autentica di comunicazione, agganciandosi a temi chiavi del sistema Paese. Da qui il concetto di cura”.

Le aziende certificate

Ma quali sono le aziende certificate? Le aziende alla prima volta sono BAT Italia, Gruppo Hera e Zurich. Sei sono invece giunte alla sesta attestazione consecutiva, avendo ricevuto la targa BIC sin dalla prima edizione del 2018. Si tratta di AXA Italia, Generali Italia, MSD, Open Fiber, Poste Italiane e Takeda. Nuovamente certificate INWIT e Iren per il quinto anno consecutivo; Edison, Ferrovie dello Stato Italiane, Philip Morris Italia e SIMEST per il quarto anno; ALIA ed ELI Lilly per il secondo; infine, A2A ed ENI.

Gli Special Prize

Per la categoria Innovazione, ad aggiudicarsi la targa è stata MSD, con la campagna ‘Non sono tutti uguali. Tumori al seno e percorsi di vita’.  Lo Special Prize dedicato alla Creatività è andato invece a ELI Lilly per la campagna ‘The Impossible Gym’, dedicata alla sensibilizzazione sull’obesità. La categoria Impatto sociale ha visto protagonista A2A con l’iniziativa ‘LAboRAEE’, che coniuga i vantaggi dei modelli di economia circolare con quelli delle attività di inclusione socio-lavorativa” Per la categoria Multicanalità ad aggiudicarsi il riconoscimento è stato il Gruppo Hera con il progetto di comunicazione dedicato a FIB3R, un impianto per il riciclo dei compositi in fibra di carbonio. ad Iren è stata consegnata la targa per la categoria Chiarezza del messaggio. Con il ‘Circular Future Tour’, rivolto principalmente alla Gen Z, il Gruppo ha affrontato il tema del futuro del pianeta attraverso scenari possibili e comportamenti auspicabili.

di Maurizio Ermisino