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Amazon si allarga: oltre a Fire TV, inizia a vendere annunci pubblicitari in programmatic su tutti gli altri OTT?

Ormai si è chiuso il CES e si è acquietata la raffica di novità che ha portato con sé, tuttavia alcune notizie sopravvivono allo show per diventare trend emergenti, come quella che vede Amazon perseguire accordi per iniziare a vendere pubblicità video in streaming al di fuori del proprio ecosistema Fire TV, su piattaforme come Apple TV, Xbox, PlayStation e Android TV. Questo è per lo meno quanto scrive, ad esempio, il Wall Street Journal.

In particolare, Amazon Publisher Services (la concessionaria che gestisce la pubblicità programmatic su tutte le properties del Gruppo) sta tentando di stringere nuove relazioni con i proprietari di app TV per integrare la tecnologia che consentirebbe al gigante dell’eCommerce di vendere parte del loro inventario di annunci su altri servizi di streaming: CNN e Discovery, così come streamer come Pluto TV e Tubi, stanno già lavorando con Amazon a questo scopo.

Mentre le maggiori società di media potrebbero non essere tentate di offrire ad Amazon più inventari pubblicitari, sottolinea però il WSJ, questa proposta potrebbe essere accolta favorevolmente dagli editori di video con meno risorse, per massimizzare le vendite di inventory, sottolinea l’articolo.

In effetti, oltre ad estendere le sue capacità di targeting degli annunci – guidate dalla quantità enormi di dati proveniente dagli acquisti e dai browser di prima parte – ad altre piattaforme, Amazon affermerebbe di poter vendere annunci a prezzi sostanzialmente più alti rispetto ad altre piattaforme di terza parte, con CPM fino a 40 dollari.

Il contesto di riferimento è chiaramente quello USA, dove la presenza di Amazon e del suo servizio Prime è largamente maggioritario, ma lo scenario potrebbe a breve trasferirsi anche in altri paesi. Negli Stati Uniti, al momento, Roku ha il controllo di circa il 60% dell’attività pubblicitaria programmatic: ciò è dovuto in gran parte alla sua capacità, attraverso una partnership con Innovid, di offrire agli inserzionisti rapporti approfonditi sulle prestazioni della campagna.

Amazon ha però già fatto passi aventi in questo settore, riuscendo a ridurre la quota di mercato di Roku, sulla Fire TV,  da quasi il 50% nel 2016 al 39%, e aumentando nel contempo la propria televisione dal 16% al 39%.

Gli inserzionisti, in genere, fanno già ampio ricorso al DSP di Amazon, che sta guadagnando quote di mercato su Google e Facebook. E sembra che Amazon non sarà soddisfatto fino a quando non diventerà anche la fonte di riferimento per gli acquisti di annunci OTT (a per la Tv via cavo, ancora molto utilizzata negli USA).

L’atteggiamento di Amazon non sorprende più di tanto, data la crescita che questo comparto pubblicitario promette per i prossimi anni: secondo eMarketer la spesa pubblicitaria per la sola Tv via cavo salirà da 6,9 miliardi di dollari nel 2019 a 8,9 miliardi quest’anno. E questo incremento non conteggia la performance degli OTT e dello streaming.