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James Bond: Amazon MGM Studios prende il controllo creativo della proprietà intellettuale. Lo strapotere delle OTT

In arrivo serie, spin-off. Brand integration? Solo interessi economici quelli messi sul piatto da Amazon per convincere Barbara Broccoli? Nuova era per il franchise più longevo e di successo della storia del cinema
007 James Bond - Daniel Craig

È avvenuto tutto in maniera piuttosto rapida e sottotraccia, quasi come fosse un film di spionaggio. Con un comunicato apparso ieri sul sito della casa di produzione EON, è arrivata una notizia di quelle che possono cambiare uno scenario. Albert Wilson e Barbara Broccoli, gli storici produttori della saga cinematografica di James Bond, l’Agente 007, hanno firmato una nuova joint venture in base alla quale lasceranno il controllo creativo dei contenuti legati a Bond agli Amazon MGM Studios.

La joint venture

Secondo la joint venture Wilson e Broccoli rimangono tra coloro che posseggono i diritti della proprietà intellettuale di 007. Ma le scelte a livello creativo verranno prese da Amazon MGM. Fino a pochi mesi fa, Barbara Broccoli, figlia di Albert B. Broccoli, colui che aveva portato dall’inizio i romanzi di Ian Fleming sullo schermo, sembrava salda al comando delle scelte, e non aveva avuto parole lusinghiere – per usare un eufemismo – nei confronti di Amazon. Cosa è successo nel frattempo? Non possiamo saperlo, ma evidentemente Amazon ha messo sul piatto dei motivi molto convincenti a livello economico. La notizia è di quelle importanti. Avrà delle ricadute notevoli su quello che è il franchise più longevo e di successo della storia del cinema. E impone delle riflessioni anche sull’intero business dell’intrattenimento.

No Time To Die: la fine di un’era

Era chiaro, per vari motivi, che No Time To Die, del 2021, l’ultimo dei cinque film con Daniel Craig, sarebbe stato la fine di un’era. L’attore che, insieme a Connery, meglio di tutti aveva dato corpo a Bond, aveva deciso di lasciare, e si sapeva che si sarebbe partiti da un nuovo attore e da una nuova storia. Nel frattempo, l’acquisizione nel 2022 da parte di Amazon della MGM, la prestigiosa Metro-Goldwyn-Mayer, la casa di produzione del leone ruggente, ha cambiato anche il terreno di gioco intorno a 007. Da quel 2021 è come se la saga di Bond sia in una terra di nessuno. 007 non ha ancora un nuovo volto. E non c’è nessun progetto all’orizzonte. Ci sono state, invece, varie tensioni tra Barbara Broccoli e gli studi Amazon, dovuti a modi evidentemente diversi di considerare il cinema e l’intrattenimento.

James Bond: universo espanso come Star Wars e Marvel?

I contrasti hanno al centro l’idea di Amazon di creare, intorno a James Bond, un universo espanso come quello de Il Signore degli Anelli (una proprietà intellettuale che proprio Amazon ha acquisito per trarne una serie che ha diviso molto il pubblico a livello di gradimento), quello di Star Wars o come il Marvel Cinematic Universe. Si è parlato di spin-off dedicati ad altri personaggi (la nuova 007 di Lashana Lynch pare sia stata inserita nell’ultimo film proprio con questa idea) è una possibilità che ha lasciato piuttosto fredda Barbara Broccoli, mentre per una compagnia come Amazon, il cui scopo è massimizzare i profitti, sarebbe stata una possibilità di cui tenere conto.

Daniel Craig e Sam Mendes: scelte vincenti

L’idea di Barbara Broccoli è molto diversa. Un film di 007 è un prodotto da curare nei dettagli, costruire con cura e lanciare ogni due anni, o più, non certo una produzione seriale e massificata. Qualcosa che debba rimanere sempre sotto il suo controllo. Le sue idee negli ultimi tempi si sono dimostrate vincenti: la scelta di Daniel Craig, criticata da molti all’inizio, ha dato vita a uno dei cicli di maggior successo nella storia della franchise, sia per incassi che per l’amore del pubblico. Anche una volta iniziato il post Craig, Broccoli sembrava voler scegliere il nuovo protagonista con la massima cura. Anche la dimensione autoriale dei film (Skyfall e Spectre sono diretti dal premio Oscar Sam Mendes) si è rivelata un successo, con opere in grado di essere film intensi e allo stesso tempo nel solco della tradizione bondiana.

Un Bond di Nolan o Tarantino è possibile?

Si è parlato molto anche di questo. Dei possibili Autori con la A maiuscola in grado di riprendere la franchise e farne un’opera personale. Si è parlato di Christopher Nolan, Quentin Tarantino ed Edward Berger, appassionati del mondo di 007, che si erano detti interessati a prendere in mano la preziosa saga. In teoria, sotto l’egida di Amazon MGM sarebbe possibile affidare Bond nelle mani di questi autori, filmmaker che lavorano su progetti su cui hanno il completo controllo, cosa che non sarebbe potuta accadere con al comando Barbara Broccoli, una che ama avere il controllo sui film che produce. In teoria questa potrebbe anche essere una cosa positiva. Ma non crediamo andrà così.

Il nuovo 007: serie, spin-off, film?

Ci immaginiamo piuttosto quello che è accaduto con il mondo di Star Wars. Un mondo in cui, un tempo, c’erano stati sei film, usciti a una certa distanza l’uno dell’altro e con tutto il tempo di sedimentarsi nell’immaginario collettivo. Oggi da quel mondo, oltre a svariati film nuovi, escono almeno una o due serie all’anno. Normale che così nulla si sedimenti, nulla abbia la forza e il tempo di essere anche solo ricordato, per non dire amato. C’è chi immagina il mondo di 007 rivivere in una sequela di serie, prodotte a ritmi da catena di montaggio, magari con ogni libro di Ian Fleming destinato a diventare una stagione da 6 o 8 episodi. Quello di 007 e dell’MI6 diventerebbe un universo espanso, con altri agenti segreti protagonisti delle loro serie. Probabilmente ci sarà ancora un film ogni tanto. Ma non sarà quell’evento atteso per anni e per questo memorabile. Con Star Wars è andata proprio così: le tante serie hanno di fatto annacquato il sapore dei mitici film. Con Il Signore degli Anelli è stata la stessa cosa: la serie Prime Video (due stagioni e la terza che è stata appena annunciata) ha deluso in molti e non ha neanche lontanamente la forza di quei primi tre magniloquenti, fluviali film di Peter Jackson.

Lo strapotere delle OTT

Questo è quello che riguarda i film di James Bond. I fan dell’Agente 007 sono già in fibrillazione per la direzione che può prendere la saga. Ma questa notizia non fa che confermare come sia cambiato oggi il mondo dell’intrattenimento. Lo sapevamo già, ma ora è ancora più chiaro. Le grandi corporation, OTT come Amazon e Netflix, e media company come Disney con una presenza forte tra le piattaforme di streaming, hanno in mano tutte le carte. O, almeno, hanno in mano gli assi. Poco tempo fa vi raccontavamo come Netflix ormai scelga di produrre per sé grandi film che un tempo sarebbero usciti al cinema, come il Frankenstein di Guillermo Del Toro, e come, in Italia, le prime visioni dopo il cinema, che un tempo erano appannaggio dell’home video e poi delle pay tv satellitari come Sky, ora arrivino in streaming su Netflix. Ogni volta che vediamo un film uscire, anche nelle sale, dobbiamo fare attenzione a chi c’è tra i coproduttori: spesso spunta appunto un Netflix o un Amazon Studios, il che vuol dire che, dopo un passaggio in sala, quel film sarà appannaggio loro.

Brand integration potenzialmente infinite

Tornando a James Bond, la saga è anche stata uno dei primi esempi di product placement e di brand integration, quando questi termini ancora non esistevano: pensiamo solo a marchi come Martini, Aston Martin, Lotus e Mercedes, ma l’elenco sarebbe lunghissimo. Pensate a un potenziale collettore di brand come la saga di Bond in mano ad Amazon. Le potenzialità sono illimitate, così come i guadagni.

di Maurizio Ermisino