Google ha inaugurato una nuova modalità di ricerca: grazie all’AI Overview, l’utente ottiene la risposta direttamente nella pagina dei risultati, senza necessariamente cliccare ulteriori link. Per un’azienda, questo significa riduzione della visibilità organica tradizionale, calo del traffico e minore capacità di intercettare la domanda nel momento cruciale.
Con l’AI Overview attiva, infatti, solo l’8 % degli utenti clicca un link organico e appena il 21 % clicca qualunque risultato. Ridurre questi numeri significa ripensare il modello di visibilità, contenuto e conversione. La buona notizia? È anche un’opportunità. Le imprese che abbracciano un modello integrato – fondendo SEO, media, dati e automazione – possono convertire l’AI Overview da minaccia a leva competitiva. La chiave è progettare contenuti, campagne e processi che rispondono a domande complesse, agiscono in tempo reale, e allocano budget in modo predittivo.
Perché l’AI Overview cambia l’economia della ricerca
La ricerca del 2025 – condotta su 900 adulti statunitensi e citata da più testate globali – conferma un’onda di cambiamento: il valore si sposta dalla lista dei risultati alla risposta generata. In pratica, i modelli generativi di Google selezionano e sintetizzano contenuti in base a criteri di struttura, pertinenza e affidabilità, rendendo obsoleti molti approcci SEO tradizionali.
Per i brand significa:
- Il traffico organico è meno prevedibile.
- Le query informative diventano meno performanti in termini di clic.
- Il posizionamento da solo non basta: serve essere fonte selezionata dall’AI.
- Il funnel viene frammentato: occorre presidiare nuovi momenti di contatto e conversione.
La SERP in evoluzione: quel che succede e quel che cambia per l’azienda
La funzione AI Overview introduce una logica di ‘risposta immediata’ in cima alla SERP, mettendo in discussione il modello della crescita organica tradizionale. Il risultato?
- La ricerca diventa più conversazionale e personalizzata.
- Le query ravvicinate e transazionali diventano più strategiche.
- L’autonomia dell’utente cresce: clic minori, ma attenzione più alta alla qualità.
Per le aziende, la risposta è chiara: non basta presidiare la visibilità – bisogna offrire risorse che i modelli AI scelgono, e costruire infrastrutture di media e automazione che intercettino la domanda in modo nuovo.
GEO: ottimizzazione per motori generativi
Le leve tecniche
Il paradigma GEO (Generative Engine Optimization) introduce elementi fondamentali per essere rilevabili dalla nuova SERP:
- Markup strutturato (Schema.org, JSON-LD) per entità e relazioni.
- Architettura semantica e struttura dei contenuti ottimizzata.
- Contenuti verticali, aggiornati e orientati all’utente.
- EEAT come pilastro della credibility.
Scrivere per domande reali, non per keyword isolate
Gli utenti non cercano più ‘scarpe running’ ma ‘migliori scarpe da running per principianti che corrono su asfalto’. Ecco perché la keyword research deve cambiare registro. I contenuti vincenti sono:
- Long-form, completi e approfonditi.
- Strutturati con elenchi, tabelle, FAQ.
- Progettati per rispondere a domande complesse e multi-angolo.
L’obiettivo? Essere citati come fonte dalle AI Overview e continuare a produrre valore – anche senza clic.
Impatto sulle strategie advertising: stagionalità, automazione, predizione
La riduzione del comportamento clic-based obbliga a ripensare il media mix e le campagne stagionali.
Advertising natalizio AI & campagne festivity AI – Durante la stagione festiva, le query informative perdono quota rispetto a quelle transazionali e localizzate. Le aziende vincenti attivano campagne che: anticipano la domanda, personalizzano la creatività, si adattano con automazione in tempo reale. Le campagne festivity AI diventano un asset strategico, non solo un’operazione promozionale.
Smart advertising B2B/B2C – Nel B2C dominano narrazione, urgenza, dinamiche emozionali. Nel B2B servono percorsi più strutturati, basati su lead intelligence, segnalazione precoce e automazione del nurturing. Entrambe le aree necessitano di un modello integrato tra contenuto, media e automazione.
Targeting predittivo Natale e allocazione budget AI – Grazie all’AI è possibile prevedere comportamenti, individuare momenti convertenti e ottimizzare budget in real-time. L’allocazione budget AI trasforma il media planning: da statico a fluido, da reattivo a predittivo, riducendo sprechi e massimizzando conversioni.
Workflow operativo per i brand data-driven
Per aziende che vogliono convertire la trasformazione in vantaggio competitivo, il metodo SOCIAL FACTOR | DEDA DIGITAL propone cinque fasi integrate:
- Audit SEO + AI Overview: analisi delle query con calo di clic e opportunità GEO.
- Produzione di contenuti AI-ready: long-form, strutturati, orientati alle domande.
- Integrazione tra SEO, advertising e automazione: campagne adattive, segmenti predittivi.
- Budget AI-driven: ridistribuzione dinamica del budget con monitoraggio continuo.
- Reporting avanzato: misurazione della presenza come fonte di risposta, non solo del traffico.
Conclusione
L’AI Overview non cambia solo la SERP: cambia il modo in cui si genera valore. In un contesto in cui la risposta conta più del clic, le aziende devono evolvere verso modelli di contenuto, advertising e automazione capaci di dialogare con le nuove logiche dell’AI. La capacità di leggere i segnali, anticipare i comportamenti e costruire sistemi realmente data-driven diventa un vantaggio competitivo.
Ed è qui che una realtà come Deda Digital può fare la differenza: accompagnando i brand nella progettazione e nell’attivazione di strategie integrate – SEO, GEO, advertising e automazione – che trasformano l’intelligenza artificiale in un alleato concreto per la crescita. Un approccio capace di guidare le imprese dentro il nuovo paradigma della visibilità, rendendo dati e tecnologia leve autentiche per il business.