In attesa del verdetto, nella serata di premiazione che si terrà il prossimo 6 novembre al Mi.Co di Milano, all’interno di Intersections, siamo andati a intervistare i presidenti di giuria delle diverse categorie, nominati da Luca Cortesini, Chief Creative Officer di DDB Group Italy, Presidente di questa 40° edizione degli ADCI Awards.
Guardando ai lavori degli studenti, quali sono quegli ‘errori coraggiosi’ o scelte audaci che, secondo te, trasformano un progetto in qualcosa di memorabile?
Credo sia più stimolante partire da un errore con una bella idea, piuttosto che da una idea banale ma giusta. Un errore con dentro una bella intuizione ti dà materia viva su cui lavorare insieme. Per questo incoraggio sempre a rischiare, a sbagliare, a coltivare la lateralità. In fondo, prima viene il talento: il mestiere si impara con il tempo. Se invece investiamo solo sulla tecnica, rischiamo di formare professionisti tutti uguali. E oggi, con l’avvento dell’AI, l’omologazione è il pericolo più grande.
Qual è il progetto, la sfida o l’obiettivo che fino a oggi ti ha dato maggiore soddisfazione professionale e che ti rappresenta come mentore e guida per i giovani talenti creativi?
Non è legato a un singolo progetto, ma a un istante preciso: quel momento in cui in un giovane creativo scatta quel qualcosa perchè sente che ci sta riuscendo. Per me vale più di qualsiasi premio o campagna perfetta. Se dovessi descriverlo con un’immagine, parlerei di un passaggio di testimone invisibile: veder nascere un’idea, guardarla prendere forma nelle mani di qualcun altro, e assistere al momento di realizzazione, il ‘l’ho trovata’. È lì che riconosco la vera soddisfazione del mio lavoro.
Se potessi dare un consiglio agli studenti per distinguersi oggi nel mondo della creatività, che cosa suggeriresti loro di osare o di esplorare, anche al di là delle regole del brief?
Suggerirei di coltivare la frustrazione. Viviamo in un mondo che pretende soluzioni immediate, ma nella creatività il vero valore nasce dall’attesa, dal tempo che ci concediamo quando un’idea non arriva subito. La frustrazione è un terreno fertile che costringe la mente a scavare più a fondo, a trovare percorsi imprevisti, a inventare strade nuove invece di seguire quelle già tracciate. La frustrazione insegna la disciplina della pazienza e della perseveranza, due qualità che trasformano un creativo in un professionista.
Chi è Giulia Ricciardi
Inizia la sua esperienza nel mondo della pubblicità in 1861United, in seguito passa ad Armando Testa e BBDO. Da quest’anno è Direttrice Creativa in McCann Worldgroup. Nel corso della sua carriera, ha collaborato con brand nazionali e internazionali tra cui Porsche, Vodafone, Tempo, Fisherman’s Friend, Illy, Huawei, Moleskine. Ha vinto numerosi premi, tra cui gli ADCI, ADCE, NYF, Pentawards, Effie CLIO, Eurobest, D&AD, Epica. Fa parte del comitato Equal e New Generation di ADCI e insegna presso l’Istituto Europeo di Design (IED).