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A proposito dell’ultima edizione degli Adci Awards, Francesco Bozza: tutto molto bene e noi super soddisfatti di un risultato al top. Ma all’Adci dico ‘riflettiamo sul senso di club. Inoltre, non basta un cliente in giuria, istituiamo la categoria Creative Effectiveness e un premio al cliente dell’anno’

Il tuo giudizio su questa edizione degli Adci Awards?

“Quello dell’Art Directors Club è indubbiamente il più importante premio creativo italiano. Esserci è essenziale. Non posso che essere soddisfatto per la performance di Leo Burnett. Per noi è stata una grande annata, il miglior risultato di sempre.

E la cosa che più mi fa piacere è che quest’anno la nostra sede di Torino ha contribuito in maniera rilevante al medagliere, segno che il lavoro fatto in questi anni sulla qualità delle idee e sulla selezione dei talenti ha funzionato.

Abbiamo rastrellato quasi 40 shortlist, vincendo 29 metalli, in quasi tutte le categorie non più, come capitava in passato, con un singolo progetto, ma con tanti lavori, per clienti diversi, segno che la qualità media del reparto creativo è alta.

E si conferma la ‘buona abitudine’ di Leo Burnett di vincere con clienti grandi, complessi e molto visibili. I metalli vinti da Jeep, Fiat, Alitalia e Samsung sono lì a mostrarlo”.

Quale il segnale che ne emerge?

“I grandi network ormai sono abituati a produrre e confezionare lavori sempre più in linea con gli standard mondiali e c’è una fortissima spinta da parte delle agenzie indipendenti che hanno fatto sentire la loro voce, piazzando progetti di tutto rispetto. Da anni ormai le categorie più stimolanti (da vedere e da giudicare) sono quelle che abbracciano i nuovi media, il branded content e le attivazioni social. Progetti capaci di creare una conversazione intorno alle Marche, che le rendono vive, moderne e rilevanti nella vita delle persone”.

Quest’anno in Giuria anche un cliente e forte la presenza femminile. Che altro faresti per rendere questi Awards sempre più esaustivamente capaci di segnare realmente i benchmark italiani? 

“Questa domanda mi permette di affrontare un tema a cui tengo molto. IF! è arrivato alla terza edizione ed è diventato ormai l’appuntamento più importante della nostra industry.

Questo Festival dovrebbe essere sempre più aperto alle mille sfaccettature della comunicazione, aperto ai clienti, al mondo esterno perché di fatto è una celebrazione della creatività in ogni suo aspetto e in ogni campo.

Al contrario, il suo successo e la sua esistenza non fa che rafforzare la mia idea di un Art Directors Club completamente diverso: più selettivo, se volete più chiuso. L’Adci non è un’associazione di categoria, non è un sindacato e nemmeno un gruppo su Facebook. E’ un Club e in un Club per definizione non possono entrarci tutti. Dovrebbe essere un onore farne parte: la qualità dei suoi soci automaticamente si riflette sulla qualità delle giurie, e quindi sulla rilevanza di un premio.

Vicky Gitto ha ragione quando parla di un maggior coinvolgimento dei clienti all’interno dell’Awards. Ma non credo che invitare un cliente nelle giurie sia la cosa giusta da fare, piuttosto non sarebbe una brutta idea creare una cosa molto vicina alla categoria Creative Effectiveness di Cannes, una giuria composta esclusivamente dai clienti che valutano i risultati dei progetti vincenti dell’anno prima. Oppure – cose che auspico da anni – istituire il premio per il Miglior Cliente dell’Anno.

Mi piacerebbe poter affrontare questi temi con spirito costruttivo insieme al consiglio direttivo dell’Adci”.

Francesco Bozza, Executive Creative Director Leo Burnett Italia.