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I Big Tech si stanno impegnando una sfida senza esclusione di colpi per l’entertainment

Negli anni, le Big Tech internazionali hanno diversificato e costantemente ampliato la gamma di prodotti e servizi offerti in ambiti molto differenti tra loro, sia B2B sia B2c: dalla logistica ai pagamenti, dalla connettività all’energia. Basti pensare a quello che è accaduto in comparti quali il Fintech o l’Insortech

“Tra le aree consumer di interesse rientra, con sempre maggior forza, la realizzazione e la distribuzione dei contenuti digitali”, spiega in una nota Samuele Fraternali, Direttore dell’Osservatorio Digital Content e Senior Advisor dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm. “L’obiettivo è di ritagliarsi un ruolo primario anche nel Media & Entertainment, un settore in cui la componente digital è in pieno sviluppo e con ampie potenzialità, grazie anche all’arrivo della connettività in 5G. Sono tante e diverse le iniziative, e praticamente nessuna Big Tech ne è rimasta fuori”.

Analizziamo le mosse di tutti i grandi player nel settore.
Amazon, dopo aver integrato la sezione Music e Video (film e serie tv anche di propria produzione) nel servizio Prime e dopo aver acquisito Twitch, la piattaforma di live streaming di gaming ed eSports, ha di recente acquistato i diritti per la trasmissione in streaming di 20 partite di calcio dell’attuale Premier League e della Champions League 2021/22 in Germania.

Alphabet (Google), presente da anni nel mondo dell’informazione digitale (Google News) e del video streaming con Youtube (musica e gaming in prima battuta, anche con canali a pagamento), ha di recente lanciato Google Stadia, un portale ad abbonamento annuale per la fruizione di videogame in streaming.

“Anche Apple e Microsoft non stanno a guardare”, rileva Fraternali. “La casa di Cupertino, da anni attiva nel settore Music con iTunes, sta ampliando la propria offerta con Apple Arcade, un servizio in abbonamento di video-gaming, e con Apple TV+, una piattaforma di video streaming di film e serie TV. Dal canto suo Microsoft, presente da sempre nel mondo più tradizionale del gaming con l’XBox, sta sviluppando una nuova piattaforma digitale per il gaming cloud chiamata ProjectX. Inoltre, è attivo nel mondo dell’informazione con Microsoft News e ha sperimentato un servizio online di acquisto o noleggio di film e serie TV.

Tra le grandi Big Tech occidentali, Facebook è quella che meno spinge sulla creazione e diffusione diretta dei contenuti. Interessante, tuttavia, la sperimentazione di Facebook Gaming, una piattaforma interna al social network di instant games e di videostreaming in logica UGC (come YouTube e Twitch).

Per quanto concerne i colossi orientali, invece, Alibaba ha creato una Business Unit dedicata, chiamata Digital Media and Entertainment Group, che si occupa della creazione e diffusione di contenuti in ambito sport/eSports ed eventi musicali. Nel 2015 ha lanciato AliMusic e, inoltre, nel 2014 ha acquisito ChinaVision Media Group, rinominata successivamente Alibaba Pictures, attiva nella produzione e distribuzione cinematografica.

Anche la giapponese Rakuten mostra una diffusa presenza in questo mondo. In ambito video ha da anni lanciato Rakuten TV, piattaforma digitale on-demand disponibile anche in Europa, Rakuten VIKI, piattaforma streaming di replica dei canali televisivi, e Rakuten LIVE, piattaforma streaming di video UGC. Inoltre, è attivo nel mondo musicale con il servizio in streaming chiamato Rakuten Music.

“Per le Big Tech, però, la sfida non è affatto facile”, sottolinea Fraternali. “Devono infatti velocemente costruirsi conoscenze e competenze in nuovi mercati, spesso già presidiati da player forti e ben posizionati. Di certo potranno fare affidamento sulla forza del brand, sulla padronanza dei business digitali, su una profonda conoscenza e profilazione dell’utente possibile con l’enorme mole di dati raccolti sulle altre piattaforme e, infine, su possibili sinergie con gli asset del gruppo in altri digital business (per esempio pagamenti, marketing e advertising). Senza ovviamente dimenticare le elevate capacità finanziarie”.

“Una competizione che avrà un’unica certezza: l’innovazione. E a guadagnarci probabilmente sarà l’utente finale che avrà accesso a maggiori contenuti e a servizi sempre più performanti”, è l’ottimistica conclusione.