Youmark

Y&R: il lavoro di riorganizzazione ha dato ottimi risultati. Per team realmente crossmediali. E per il 2017 molte le novità in cantiere. A iniziare dal nostro posizionamento e da una leadership digital al femminile

L’anno che si chiude e il nuovo che si apre nelle risposte di Simona Maggini, Ceo Y&R Italia/VML, e Vicky Gitto, Chairman & Chief Creative Officer Y&R Italia/VML – Global Creative Board Member.

Partiamo dai dati. In questo 2016 gli investimenti, qualsiasi sia la fonte della rilevazione, parlano di almeno un 3% in più, con la rete a fare da regina, la tv a occupare la metà della torta, o quasi, la stampa ancora in crisi, specie la quotidiana. Come questa situazione si riflette sul vostro andamento? Insomma, diamo i numeri, i vostri, indicando le previsioni 2017

Maggini: “Le previsioni del 2017 sono positive. Abbiamo molti cantieri di new business aperti già ora che rivelano una ripresa interessante. La tv per noi è un media ancora molto presente, e che onestamente ci da anche qualche soddisfazione in termini creativi. Il digital è sicuramente in grande espansione, ma noi tendiamo ad avere un approccio cauto e diligente data la crescente complessità che richiede approfondimenti e serietà di delivery”.

Passando, invece, al qualitativo, in un contesto di comunicazione sempre più liquido, dove le specializzazioni hanno confini sempre più fluidi e indefiniti, siete soddisfatti di come siete riusciti a trasferire al mercato la vostra essenza e di quanto la conseguente differenziazione dal resto risulti premiante?

Gitto: “Siamo molto soddisfatti dei risultati dell’enorme lavoro di riorganizzazione che abbiamo avviato più o meno un anno fa. In pratica, abbiamo integrato fisicamente i reparti creativi di Y&R e VML, con le competenze digital che incontrano quelle più tradizionali per un team realmente crossmediale. Altro punto importante è stata la creazione del Lab Store, società che sviluppa progetti di shopper marketing. Al lavoro c’è una squadra fatta di risorse interne che abbiamo formato ad hoc grazie al know how del network. Un’offerta che ci ha già impegnati su diversi brand già in portfolio e altri di nuovo ingresso”.

In termini di innovazione. Di offerta, processo, servizio, creativa, organizzativa, cosa avete in serbo nel 2017?

Maggini: “Avremo qualche novità di rilievo a nostro parere: un nuovo posizionamento internazionale, una rifocalizzazione della value proposition di Y&R Italia, una nuova leadership digitale, femminile, e nuovi ingressi lato creativo di cui Vicky parlerà più diffusamente. Insomma dopo un anno circa di nuovo management crediamo sia arrivato il momento di una sorta di rilancio con nuove capabilities e nuove filosofie, nonché un rinnovato impegno nel modello orizzontale di WPP”.

Difficile citare un cliente e progetto, ma dovendone scegliere uno realizzato nel 2016 a emblema della vostra visione, quale case history racconteresti e perché?

Gitto: “A livello globale la nuova campagna internazionale Lavazza di prossima uscita. Un grandissimo progetto che parte dalla tv ma abbraccia anche stampa, affissione e una pluralità di altri media. Sul fronte nazionale, mi fa piacere segnalare la nuova campagna di brand di Poste Italiane on air a breve. Lo spot segna la rinnovata vision di Poste dei prossimi anni. Infine, sul fronte digitale, segnalo il Progetto Emotion Eye 360 – Amici, mentre per lo shopper marketing la case Coop Combo Display“.

Da un lato, la comunicazione ha bisogno di recuperare cultura e di trasferire, anche insegnandolo, il valore dell’autorialità, dall’altro di ricalarsi nella vita reale andando a conoscere lì le persone, quando si esprimono nel loro modo più vero. Si tratta di facce della stessa medaglia o di dicotomia inconciliabile? Ossia, è possibile alzare l’asticella qualitativa coinvolgendo la gente, abituando al bello, dirigendo il ‘senso di cool, il gusto collettivo’, assumendosi dunque la responsabilità e l’onore di poterlo fare, anche nei confronti delle aziende clienti? 

Maggini: “In Italia continua ad esistere una certa difficoltà nel comprendere il valore della comunicazione pubblicitaria se la paragoniamo ai livelli dei paesi anglosassoni. Detto ciò non credo ci sia un ruolo univoco a cui assolvere come comunicatori, dipende dai casi, dalla industry, dal momento del mercato. In realtà la pubblicità ha sempre parlato alla gente e della gente nei modi e con gli stili più diversi. E’ solo che ora lo fa con media nuovi, il web e il social. Ma l’essenza ultima di un prodotto di comunicazione di successo inizia e finisce con gli human insights, oggi come ieri”.

Related articles