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Young Digitals: il digital è sempre più ‘king’ e i dati lo confermano. Sguardo internazionale e altissima qualità i nostri plus, forti anche del nuovo studio creativo

L’anno che si è appena chiuso e il nuovo che si apre nelle risposte di Marco Pezzano, Michele Polico, Guido Ghedin (da sinistra a destra nella foto), soci  Young Digitals.

Partiamo dai dati. Per il 2016 gli investimenti, qualsiasi sia la fonte della rilevazione, parlano di almeno un 3% in più, con la rete a fare da regina, la tv a occupare la metà della torta, o quasi, la stampa ancora in crisi, specie la quotidiana. Come questa situazione si è riflessa sul vostro andamento? Insomma, diamo i numeri, i vostri, indicando le previsioni 2017

“E’ un trend che confermiamo e tutti i segnali dicono che il 2017 vedrà un rafforzamento di queste proporzioni. Dal nostro punto di vista, notiamo, con i clienti che seguiamo da più tempo, un coinvolgimento sempre maggiore e sempre più a monte nella definizione della strategia di comunicazione. A questo corrisponde un aumento generale dei budget, e non può che farci piacere. Il digital è sempre più king, senza dubbio, e risulta sempre più evidente che anche attività come il lancio di un prodotto o di una nuova collezione, oggi, possono avere il web come palco principale. Specialmente quando si deve comunicare su molti mercati e non su uno solo, cosa che nel nostro caso accade la maggior parte delle volte”.

Passando, invece, al qualitativo, in un contesto di comunicazione sempre più liquido, dove le specializzazioni hanno confini sempre più fluidi e indefiniti, siete soddisfatti di come siete riusciti a trasferire al mercato la vostra essenza e di quanto la conseguente differenziazione dal resto risulti premiante?

Siamo molto soddisfatti senza dubbio dell’anno di attività che si è appena chiuso. La nostra differenziazione è basata prevalentemente su due driver: lo sguardo internazionale e la produzione di contenuti foto e video di altissima qualità. Se negli scorsi anni la nostra soddisfazione più grande è stata quella di aver messo in piedi un team multiculturale capace di coprire tutti i mercati principali per il Made in Italy, con un forte focus sull’Asia, quest’anno siamo contenti di aver inaugurato il nostro studio creativo: un team dedicato di 10 persone e oltre 200mq di studio di produzione professionale”.

In termini di innovazione. Di offerta, processo, servizio, creativa, organizzativa, cosa avete in serbo nel 2017?

Abbiamo vinto diverse gare interessanti a fine 2016, e al momento la nostra attenzione è proprio su questi nuovi progetti. Per il 2017 contiamo di consolidare i processi ed i servizi che abbiamo creato in questi anni, con l’ampliamento del team e dei mercati che riusciamo a servire direttamente dal nostro ufficio a Padova, che oggi conta circa 50 persone”.

Difficile citare un cliente e progetto, ma dovendone scegliere uno realizzato nel 2016 a emblema della vostra visione, quale case history racconteresti e perché?

“E’ davvero molto difficile, specialmente quando i clienti sono aziende italiane che portano i loro prodotti in tutto il mondo su una gran varietà di settori merceologici. Per dare un’idea della nostra vision possiamo menzionare Police, brand che seguiamo sia dal punto di vista della creazione di contenuti (dagli scatti con modelli fino alle animazioni video 360) che da quello internazionale: oltre ai principali mercati in lingua inglese, con loro siamo attivi sul mercato di Cina, Medio Oriente e Giappone”.

Da un lato, la comunicazione ha bisogno di recuperare cultura e di trasferire, anche insegnandolo, il valore dell’autorialità, dall’altro di ricalarsi nella vita reale andando a conoscere lì le persone, quando si esprimono nel loro modo più vero. Si tratta di facce della stessa medaglia o di dicotomia inconciliabile? Ossia, è possibile alzare l’asticella qualitativa coinvolgendo la gente, abituando al bello, dirigendo il ‘senso di cool, il gusto collettivo’, assumendosi dunque la responsabilità e l’onore di poterlo fare, anche nei confronti delle aziende clienti?  

Siamo convinti di sì. Anzi, è forse proprio uno dei nostri valori fondanti. Lavoriamo in equilibrio tra il nostro team di media management, che vive di numeri, investimenti e kpi, ed il nostro studio creativo, all’avanguardia dei trend stilistici ed artistici. E’ questo che vogliamo offrire alle aziende italiane: un supporto in progetti che possano coinvolgere e convincere le persone nei mercati più strategici, senza però rinunciare allo stile e alla qualità inconfondibili del Tailor-Made in Italy. Se vale per i prodotti, siamo convinti debba valere anche per la comunicazione”.