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WeShop, il futuro del retail ora è anche mobile

WeShop, il negozio del futuro, è nato nell’ottobre 2014 dalla collaborazione tra Serviceplan e Vitrashop Group. Lo smart showroom aperto all’interno della Casa della Comunicazione di Monaco da ottobre ha registrato più di 900 visitatori, che si sono dati il turno per provare la nuova customer-experience. Dal 17 marzo weShop è anche in versione mobile.

WeShop rappresenta l’incontro tra il mondo reale e quello virtuale in uno spazio di 50 metri quadri. Un ibrido tra l’e-commerce e l’esperienza della boutique.

L’idea, messa a punto dalla collaborazione di Serviceplan e Vitrashop Group, ha l’obiettivo di proporre per il futuro un concept multi-canale con l’aggiunta, dal 17 marzo, dell’opportunità mobile. L’intento è quello di ri-customizzare il momento dell’acquisto: l’uso di strumenti digitali andrà ora ad arricchire l’esperienza del cliente all’interno del negozio.

“Negli ultimi mesi weShop non è rimasto vuoto per più di due ore, ma è stato costantemente visitato da esperti di marketing, clienti, giornalisti, studenti o professori”, afferma nella nota Ronald Focken, Managing Director di Serviceplan Group. “Ora abbiamo deciso di portare questo progetto-pilota al livello successivo. Oltre a weShop, situato all’interno della Casa della Comunicazione di Serviceplan a Monaco, è disponibile una versione mobile del negozio fisico, che marchi e aziende possono testare, senza cambiare le proprie strutture esistenti, ma solo associandola alla preesistente customer-experience”.

“A un cliente – aggiunge Giovanni Ghelardi, ad del gruppo Serviceplan Italia (nella foto sopra) – è fondamentale garantire, da un lato, competenze specializzate, e in questo weShop dimostra quanto Serviceplan tenga ad andare in fondo all’analisi delle nuove opportunità di comunicazione. Dall’altro lato, è importante che la strategia di comunicazione nasca integrando queste competenze in modo efficace e naturale. Per questo, la Casa della Comunicazione non rappresenta un brand, ma un modo di lavorare, dove gli spazi stessi invitano al continuo scambio di idee”.